Sabato, 26 Aprile 2014 14:12

Testudo ibera

Testudo ibera

Testuggine greca o testuggine moresca

Specie Terrestri

Pallas 1814

CLASSIFICAZIONE
Ordine = TESTUDINES
Sottordine = CRYPTODIRA
Famiglia = TESTUDINIDAE
Genere = TESTUDO
Specie = IBERA

STATUS GIURIDICO
Inclusa in App.II CITES, Allegato A
Sono state e sono tra le tartarughe più comuni in cattività in Italia per il forte commercio che è durato fino agli inizi degli anni 90 del secolo appena trascorso. Sono comunissime tra gli appassionati di ogni livello e di tutte le zone d'Italia per la prolificità e la facilità di adattamento sorprendenti.

DISTRIBUZIONE
E' la sola specie di "greca" che viva veramente in Grecia (nord est ), vive in Bulgaria, Georgia, medio oriente (le popolazioni di queste zone sono diverse della specie in oggetto ed è dubbio il loro stato tassonomico) e Turchia (molte popolazioni sono state classificate in nuove sottospecie).
La variabilità morfologica dei vari esemplari è immensa, forse è la più grande nel genere Testudo: esemplari enormi e scuri in Anatolia, animali piccoli e gialli in Palestina ed Israele, individui simili a quelli nordafricani in Turchia meridionale e Siria.
Molte volte dai vari collezionisti si notano delle mescolanze paurose di varie specie e sottospecie nei recinti un po' perché effettivamente non si conosce l'origine dei propri animali ed un po' per incuria, molti pensano che non vale la pena sforzarsi molto tanto " sono tutte Testudo greca".
Le peggiori cose accadono quando qualche "tartarugologo" pur non conoscendo la provenienza delle proprie bestie, attribuisce l'origine e la sottospecie basandosi con qualche fotografia o illustrazione di questo o quel libro (alcuni libri italiani poi sono copie di pubblicazioni straniere o traduzioni da vari siti web).
Mi duole dire che molti allevatori non riconoscono la T. graeca graeca dalle T. ibera (o meglio visto che lo status tassonomico di T. graeca graeca è ancora più ostico bisognerebbe dire che molti allevatori non riconoscono le T. graeca nordafricane dalle T. graeca europee.
Fino a quando non verranno effettuate delle analisi genetiche e delle mappature molecolari la questione tassonomica resterà sempre una materia senza basi solide, pronta ad essere rimaneggiata dal primo ricercatore in cerca di fama.
Molti passi avanti sono stati fatti, oggi si cominciano ad utilizzare tali strumenti sia per le piante coltivate o selvatiche che per gli animali domestici od in via di estinzione, tutto ciò metterà fine ai dubbi ed alle diatribe che aleggiano nel mondo dei tassonomisti sia a livello dilettantistico che a livello scientifico.

HABITAT
Gli ambienti frequentati dalla T. ibera sono i più svariati e vanno dagli altopiani ad oltre 1500 metri della Turchia e dell'Iran, alla Gariga e dune sabbiose della Grecia (Salonicco) fino al pre-deserto Israeliano e Palestinese.
E' una specie che ritroviamo convivere con Testudo boettgeri in Grecia, Turchia e Bulgaria, con Testudo horsfieldii nelle steppe del Kazakisthan e con Testudo kleinmanni in Israele.
Naturalmente alcune di queste popolazioni di T. ibera, con una attenta analisi, verranno passate in nuove specie o sottospecie.
E' un animale adattabilissimo e frugale proprio in virtù della sua plasticità e ciò ne fa la specie più facile da allevare per i principianti.
Un Habitat di base deve prevedere (specie in ambienti umidi) sempre una collinetta alta 40- 50 cm formata da sabbia o terreno che non trattenga acqua per consentire all'animale di scegliere una zona più asciutta in cui ci sia poca erba.
Si consideri che in Grecia e Turchia il terreno sul mare dove vivono le T. ibera è quasi privo d'erba ma è coperto con cisto, lentisco, ginepri, corbezzoli ed altre essenze, il che consente alle tartarughe di avere l'ombra ma non l'umidità eccessiva.
In Bulgaria la Testudo ibera si ritrova sempre nelle macchie esposte a sud e fa delle capatine nei campi coltivati per mangiare nei medicai e nei pascoli degli animali domestici.

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI
La Testudo ibera è la testuggine mediterranea più attiva essendo capace di prodezze strabilianti.
Può pattugliare indefessamente il recinto o giardino per cercare del cibo, una compagna o una via di fuga.
E' una delle poche specie terrestri mediterranee che sembra stabilire con più facilità un rapporto confidenziale con gli esseri umani arrivando a seguire le persone per richiedere cibo od in casi estremi a mordicchiarne i piedi (specie in piena estate), la T. graeca graeca è l'esatto contrario.
Sembra inoltre la specie con la più spiccata predilezione per le proteine o per cibi inusuali per una tartaruga (chiocciole, crocchette, larve ecc.), esibisce una vasto range di preferenze alimentari.
Nel periodo degli amori che cade da fine Marzo a metà Maggio alcuni maschi in fregola possono letteralmente trottare dietro una femmina ed arrivare a violenze efferate (morsi, colpi di guscio) per accoppiarsi con esse.
A mio parere sono tra le più "sveglie" di tutto il genere Testudo.
Per queste ragioni consiglio di tenere separati i sessi per non far stressare eccessivamente la femmina e di riunire le coppie qualche ora ogni 2-3 giorni per consentire il corteggiamento e la copula, resta implicito il divieto di alloggiare due maschi insieme perché, grazie alla loro spinta territorialità, prima se le darebbero di santa ragione (molto pericoloso) e poi si stabilirebbe un maschio dominante ed un perdente.
Quest'ultimo condurrà una vita d'inferno in quanto si alimenterà meno, verrà scacciato dagli angoli preferiti e, cosa più grave, perderà l'stinto di accoppiarsi completamente perché in natura l'accoppiamento spetta al vincitore della contesa.
Se si ha un maschio in queste deprecabili condizioni non resta che costruirgli un recinto tutto suo e mantenerlo isolato (i maschi di molte specie animali quando vengono isolati in un proprio territorio divengono dei maschi dominanti) per riguadagnarlo ad una vita riproduttiva.
Per le femmine non ci sono grossi problemi e possono essere mantenute in piccoli gruppi senza problemi, si noterà una certa aggressività e tentativi di accoppiamenti" con altre femmine quando è il momento di deporre le uova e l'animale cerca un posto tranquillo per scavare, tale bizzarro comportamento è provocato da montate
ormonali che tempestano il rettile.
In genere, una volta deposte le uova lo strano fenomeno sparisce.

CARATTERISTICHE FISICHE
Possiede le due solite verruche ai lati della base della coda, assenza di indurimento corneo sulla parte terminale della coda, il carapace non è mai molto alto ma è piuttosto appiattito (più piatto delle nordafricane) con colori quasi mai troppo netti e brillanti ma molto sfumati con tendenza a tonalità marroncine.
La testa è di colore bruno senza chiazze di altro colore, dall'aspetto "bulboso"o a pera (una nordafricana ha i profili del capo più netti e definiti).

IMPORTANTE:
1. - La prima placca vertebrale di una T. ibera ha dei contorni più diritti e ben angolati di una nordafricana che li ha smussati e tondeggianti;
2. - La sutura delle placche femorali ed addominali (sul piastrone) è quasi rettilinea in T. ibera mentre si estende anteriormente in T.graeca;
3. - Le dimensioni possono andare dai 18 cm ai 35 cm a seconda delle zone di provenienza e dall' alimentazione fornita;
4. - Non sono rari i casi di esemplari anziani completamente neri.

DIMORFISMO SESSUALE
I maschi sono più piccoli delle femmine e la loro coda risulta più lunga e grossa alla base. Ho visto dei maschi di T. ibera turchi grandi non più di 14 cm, neri e con carapace molto allungato.
In Grecia ho visto maschi tondeggianti grandi 2/3 rispetto alla femmina sia marrone chiaro che quasi neri, se non li avessi visti nello stesso posto avrei detto che appartenevano a due sottospecie diverse e distinte di Testudo graeca.

MANTENIMENTO IN CATTIVITA'
I migliori risultati si hanno in un giardino all'aperto tutto l'anno in quasi tutte le zone d'Italia ad esclusione di quelle di alta montagna o troppo umide.
E' bene avere un substrato variabile tra le zone sabbiose ed asciutte e quelle più argillose ed umide affinché l'animale si possa scegliere, a seconda del tempo e della stagione, ciò che più gli aggrada.
Non consiglio l'allevamento in terrario perché sono rettili molto attivi che soffrirebbero una reclusione prolungata e distruggerebbero il luogo di detenzione.

ALIMENTAZIONE
Sono animali erbivori ma molto opportunisti (almeno le mie), si lasciano tentare anche dagli escrementi di altri erbivori o addirittura del cane, impazziscono per la lattuga ma non dategliene molta perché ha un rapporto calcio/fosforo sfavorevole al primo.
Se sono in grado di pascolare in un prato lasciate fare alla natura e non avrete problemi se dovete fornire voi l'alimento evitate formaggio, pasta, carne, crocchette per cani, gatti, pesci ed anche le crocchette per testuggini terrestri che sono una vergognosa truffa, piuttosto fornite la cicoria selvatica, il tarassaco, il Sonchus sp., il
radicchio, la borragine, la cicoria catalogna, fiori di rosa, un po' di trifoglio o di erba medica, sulla, fiori di ibisco, pochissima rucola selvatica e pale di fico d'india sommariamente spinate (non preoccupatevi per le spine più piccole).
Mi rendo conto che queste erbe non sono facili per tutti da trovare e riconoscere. Se potete fornire una ciotola per bere sarebbe meglio!!

RIPRODUZIONE
I maschi non sono particolarmente violenti nei confronti delle femmine e degli altri maschi presenti.
Per la riproduzione è meglio allevare un solo maschio per due o tre femmine e se si hanno più maschi è bene separarli per evitare rivalità e successivi comportamenti di dominanza di un animale forte sugli altri più deboli.
Se fosse possibile separare i due sessi sarebbe meglio per due fondamentali motivi:
1. - maschi molto violenti e mordaci potrebbero seriamente ferire le pacifiche femmine;
2. - forte spinta riproduttiva causata dall'allontanamento del maschio;
Per una corretta riproduzione si cerchi sempre di accoppiare animali dello stesso paese di origine e nel caso di esemplari il cui pedigree è sconosciuto accoppiarle a quelle morfologicamente più prossime, se non ci fossero fenotipi simili scegliere il meno dissimile e tentare lo stesso sapendo che però la fertilità della nuova coppia scenderà parecchio.

LETARGO
Vanno fatte svernare in un posto asciutto e fresco tipo garage o cantina con una buona dose di foglie secche come substrato e delle scatole di legno robusto che le contengano.
Nel meridione della penisola lasciatele nei loro recinti e faranno tutto da sole! Attenzione alcuni soggetti (specie quelli della parte meridionale dell'areale di distribuzione) potrebbero, con i forti calori estivi, cercare di estivare interrandosi in un luogo fresco ed umido per qualche settimana. Sarebbe bene lasciarle in pace!!!!

NOTE
Cercate di non prendere esemplari prelevati in natura perché oltre ai danni che arrecate alla specie, sono stressati e soggetti alle malattie più disparate ed ai parassiti interni (Hexamita parva e vermi ).

Autore: Marco Rinaldi
 
Pubblicato in Tartarughe terrestri
Sabato, 26 Aprile 2014 14:10

Testudo graeca terrestris

Testudo graeca terrestris

Tartaruga greca dorata, Tartaruga della Mesopotamia

Specie Terrestri

Golden Greek Tortoise / Mesopotamian tortoise
Forskal 1775

CLASSIFICAZIONE
Ordine = TESTUDINES
Sottordine = CRYPTODIRA
Famiglia = TESTUDINIDAE
Genere = TESTUDO
Specie = TESTUDO GRAECA
SottoSpecie = TERRESTRIS

STATUS GIURIDICO
La Testudo graeca terrestris è compresa e protetta dalla convenzione di Washington (CITES) in appendice 2, entrata in vigore il 5 marzo 1998, comprendente le specie di fauna rigorosamente protette.

DISTRIBUZIONE
Giordania, Siria, Israele, Turchia del sud, Libano, parte sud orientale del Sinai.

HABITAT
La T. g. terrestris frequenta zone costiere pianeggianti e collinari caratterizzate da un ambiente roccioso e semidesertico, con presenza di rovi e cespugli, tipico della zona mediterranea del Medio Oriente.
Vivono in un clima caldo e secco, con percentuali di umidità intorno al 30-50%.
Limitatamente alle diverse stagioni del proprio habitat e all'escursione termica giorno-notte le T. g. terrestris possono tollerare abbastanza bene il freddo, ma non un tasso elevato di umidità.

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI
In natura è attiva soprattutto durante i mesi di febbraio-marzo-aprile e di settembre-ottobre, nei mesi, cioè, in cui le temperature non sono né troppo elevate né troppo basse.
Gli inverni miti delle coste medio orientali ( dicembre e gennaio) le consentono di essere comunque attiva nelle ore centrali e più calde della giornata; mentre, nei mesi più caldi (giugno, luglio ed agosto) è attiva solo al mattino presto e a tarda sera, il resto della giornata lo trascorre insabbiandosi al riparo di qualche cespuglio.
E' una specie piuttosto timida e schiva, sempre alla ricerca di un riparo sotto il quale nascondersi.

CARATTERISTICHE FISICHE
E' una tartaruga di piccole dimensioni, la sua taglia da adulta è di circa 16 cm per i maschi e di 20 cm per le femmine. Il peso varia da 0,6 a 1,2 Kg.
Vi è la presenza, come in tutte le tartarughe Greche, dello scuto sopracaudale singolo, dei due speroni ai lati delle zampe posteriori, e dell'assenza dell'astuccio corneo all'estremità della coda (che caratterizza, invece, la specie T. hermanni).
Il carapace ha forma particolarmente bombata ed è privo del tipico ventaglio che contraddistingue le Greche.
La sua colorazione è giallo-dorata, spesso addirittura luminosa, quasi priva di qualsiasi marcatura scura.
Stessa cosa dicasi per la testa e per gli arti dove, in molti casi, la colorazione delle scaglie raggiunge tonalità color ambra.
Ciononostante si assiste alla presenza di un'ampia varietà di sfumature di colore del carapace a seconda della specifica zona di provenienza.
Si pensa che questi esemplari subiscano l'influenza dell'ambiente in cui vivono, anche in virtù di un più facile mimetismo.
Gli esemplari giordani sono più rosei, quasi rossastri, (come la sabbia del deserto in cui vivono), quelli siriani sono scuri, quasi neri (il terreno è in gran parte basaltico), quelli israeliani sono giallo-dorati (la sabbia della zona è decisamente giallo chiaro).
Sembra che questa varietà di colorazioni sia un qualcosa che va oltre la classica definizione di specie, è più un discorso di presenza o meno di melanina a seconda delle necessità, al fatto che in queste terre esistono molti ostacoli naturali che determinano l'isolamento di una popolazione da un'altra dando vita a leggere
differenze fisiche.
La piccola taglia permette una più veloce termoregolazione con l'ambiente circostante. Il colore chiaro permette di riflettere i raggi solari evitando il surriscaldamento. Anche gli esemplari scuri possono, almeno in parte, riflettere i raggi del sole grazie alla particolare brillantezza del carapace che funziona quasi come uno specchio.
Sono stati trovati esemplari con caratteristiche fisiche molto simili alle terrestris anche in Tunisia, Marocco, e Spagna. Si tratta, comunque, sempre di zone particolarmente calde e secche. Anche gli esemplari del sud della Turchia rientrano (per il momento) nelle terrestris a causa della loro piccola taglia e della loro colorazione gialla. Tuttavia va sottolineato che le caratteristiche strutturali di questi esemplari sono del tutto simili alla Testudo graeca ibera del nord della Turchia. In ogni caso sembrerebbe che non appartengano alla tipica definizione di Testudo graeca terrestris conosciuta.
Le varietà di colorazioni e di strutture pongono le basi per ricercare e stabilire l'esistenza di nuove sottospecie non ancora identificate e sempre sotto studio.

DIMORFISMO SESSUALE
Maschi di taglia più piccola delle femmine. Femmine con piastrone piatto, maschio concavo. Scuti anali che, nel maschio, sono più allungati e stretti, e formano un angolo molto più ampio che non nella femmina. Coda più grande e lunga nel maschio.

MANTENIMENTO IN CATTIVITA'
Specie non adatta per allevatori o amanti inesperti.
Tartaruga sensibile alle forti variazioni di temperatura presenti alle latitudini europee. Tollera brevi variazioni del tasso di umidità (30-50 %). E' molto delicata per quanto riguarda le malattie, soprattutto quando si tratta di animali giovani.
E' consigliato un recinto ben esposto al sole nella stagione estiva, con una zona d'ombra e una ciotola d'acqua.
Nel periodo invernale è necessario approntare un terrario riscaldato con temperature da 30 a 32° C di giorno ed intorno ai 18-20° C di notte. Le dimensioni minime devono essere di 60 X 90 cm di superficie per esemplari baby e di 120 X 60 cm per esemplari adulti di almeno 15 cm di lunghezza.
E' specie che non va in letargo ed è quindi necessario rifornire il terrario di illuminazione che dia raggi UVA e UVB onde poter permettere la sintetizzazione della vitamina D3 che è alla base della sopravvivenza di questi rettili.
Il terrario deve poter disporre anche di una zona a temperatura più bassa e di un rifugio buio, oltre alla ciotola d'acqua nella quale deve potersi immergere senza correre il rischio di affogare. In questo modo gli esemplari possono autotermoregolarsi.
E' consigliato fornire del carbonato di calcio sottoforma di polvere sopra gli alimenti, oppure sottoforma di pezzi di ossi di seppia o di gusci d'uova che verranno rosicchiati.

ALIMENTAZIONE
La terrestris è una specie erbivora.
In natura si ciba di quelle poche erbe e piante tipiche della costa del Mediterraneo, erbe robuste che sopravvivono al duro clima semidesertico.
Si disseta, invece, sfruttando la poca umidità dell'aria e quella derivante dall'escursione termica giorno-notte. Le piogge nelle zone interessate sono poche, ma la terrestris riesce, comunque, a sfruttarle al meglio.
In cattività, data l'elevata disponibilità di cibo, è bene somministrare svariati tipi di lattughe, tarassaco comune, trifoglio, cicoria, malva. Si ciba anche di frutta ma è bene fornirne solo in una percentuale minima (10 % circa), dato l'elevato grado nutrizionale che potrebbe danneggiare il metabolismo delicato della specie.
E' comunque necessario mettere a disposizione sempre dell'acqua.

RIPRODUZIONE
Durante il periodo dell'accoppiamento il maschio diviene più aggressivo, rincorrendo ed urtando violentemente il carapace della femmina, riservandole anche morsi a testa e zampe. Quando la femmina si ferma avviene l'accoppiamento.
I periodi preferiti sono quelli che vanno da aprile a giugno.
La femmina depone fino a tre covate annue da 5 a 10 uova l'una. Dopo un periodo che può variare da 75 a 90 giorni circa di incubazione vi è la nascita dei piccoli che pesano dagli 8 ai 15 g.

NOTE
Può essere facilmente confusa con la T. gr. floweri, proveniente dalla zona dell'Israele del sud ma è inappropriato identificarle come medesima sottospecie della T.graeca. In genere le floweri sono più piccole, con carapace più piatto, ossia meno a cupola, e presentano delle nitide marcature nere al centro di ogni scuto. La terrestris è, invece, molto più uniformemente chiara.
Alcuni la confondono anche con la T. gr. kleinmanni egiziana che si differenzia però dall'avere i bordi di ogni scuto marcatamente segnati di nero, il resto è anche qui tipicamente giallo.

Autore: Elvio Giordano
 
Pubblicato in Tartarughe terrestri
Sabato, 26 Aprile 2014 14:07

Testuggine greca armeniaca

Testuggine greca armeniaca

Specie Terrestri

Armenian tortoise
Chkhikvadze & Bakradze, 1991

CLASSIFICAZIONE
Ordine = TESTUDINES
Sottordine = CRYPTODIRA
Famiglia = TESTUDINIDAE
Genere = TESTUDO
Specie = TESTUDO GRAECA
SottoSpecie = TESTUDO GRAECA ARMENIACA

STATUS GIURIDICO
E' compresa nella Convenzione di Washington (CITES) in Appendice 2.

DISTRIBUZIONE
E' presente in un areale geografico tra Iran, Afghanistan e Turkmenistan che divide con Testudo greca ibera e con Testudo horsfieldi.
Si stima che l'abbondanza della specie in natura sia tra 0,2 ed 1 esemplare per chilometro quadrato.
Attualmente le aree naturalmente abitate da T. g. armeniaca si stanno riducendo sia in conseguenza dell'utilizzo del territorio da parte dell'uomo che per il prelievo a fini commerciali.

HABITAT
Il suo habitat tipico è nelle steppe aride, in pendici montane ricoperte da arbusti, in basse foreste ed anche campi coltivati e frutteti.

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI
Durante la primavera l'attività giornaliera inizia generalmente alle 8,30-9,30, quando le testuggini emergono dai loro rifugi notturni. A seconda delle condizioni meteorologiche, trascorrono una o più ore riscaldandosi al sole, a volte appoggiandosi ad una roccia per sfruttare la migliore angolazione con i raggi solari; le zampe posteriori e la testa sono tipicamente estese completamente per aumentare l'area di esposizione al sole.
Molte testuggini durante questa attività non si allontanano più di qualche metro dal loro rifugio notturno.
Alle 10-10,30 le testuggini cominciano ad alimentarsi, attività che si protrae in modo discontinuo fino alle 19.
Nel pieno dell'estate, l'attività pomeridiana è molto ridotta. Alle 20 circa le testuggini cominciano a rientrare nelle tane ma nelle giornate più fresche la loro attività termina molto prima. La stessa tana non viene necessariamente utilizzata ogni notte dallo stesso individuo, le testuggini possono utilizzare qualsiasi rifugio esistente vicino alle zone di pascolo o se ne possono creare uno nuovo. Il letargo, a seconda delle condizioni climatiche, inizia ad Ottobre o Novembre, le testuggini si ibernano in buche tra le rocce o tra delle radici, utilizzando a volte lo stesso rifugio utilizzato durante l'estate.

CARATTERISTICHE FISICHE
Sottospecie piuttosto rara di Testudo graeca, si distingue principalmente dal colore grigio-verde oliva del carapace, simile a quello di Testudo horsfieldi; il carapace presenta generalmente una marcata convessità.
Le dimensioni medie sono 20-23 cm per le femmine e 18-20 cm per i maschi.

DIMORFISMO SESSUALE
Come in Testudo greca sp. I maschi raggiungono dimensioni minori rispetto alle femmine, hanno il piastrone più concavo e la coda è più lunga.

MANTENIMENTO IN CATTIVITA'
E' allevata in cattività in molti zoo e parchi oltre che presso allevatori privati, in particolare è presente nell'area protetta di Khosrov (Armenia).

ALIMENTAZIONE
Come per Testudo greca sp., necessita di una dieta ricca di fibre e calcio e povera di proteine per mantenere una corretta funzionalità digestiva ed una crescita equilibrata. Come per altre Testudo l'alimentazione con cibo per cani o gatti può portare alla morte per disfunzioni renali o digestive. La frutta deve essere fornita raramente perché contiene uno scarso livello di fibre ed è troppo ricca di zuccheri ed inoltre può causare diarrea.

RIPRODUZIONE
L'accoppiamento avviene tra Aprile e Maggio e , a partire da luglio, si hanno fino a 3 deposizioni con 2-8 uova ciascuna; mediamente ogni femmina depone 16-20 uova per estate.
Le nascite avvengono 2-3 mesi dalla deposizione, l'età riproduttiva verrà raggiunta dopo 11-13 anni dalla nascita.
I principali pericoli per le giovani tartarughe sono costituiti dagli uccelli predatori e dagli animali carnivori terrestri; non sono presenti competitori naturali o malattie epidermiche.

Autore: Massimiliano Martignani
 
Pubblicato in Tartarughe terrestri
Giovedì, 24 Aprile 2014 12:26

Stigmochelys pardalis

Stigmochelys pardalis

Tartaruga leopardo africana

Specie Terrestre

African Leopard Tortoise / Pantherschildkroten
Bell 1828

CLASSIFICAZIONE
Ordine = TESTUDINES
Sottordine = CRYPTODIRA
Famiglia = TESTUDINIDAE
Genere = STIGMOCHELYS
Specie = STIGMOCHELYS PARDALIS


STATUS GIURIDICO
E' compresa nella Convenzione di Washington (C.I.T.E.S.) in Appendice 2


DISTRIBUZIONE
Parlando delle zone di distribuzione di questa specie, procederemo con l’indicare i territori occupati da entrambe le sottospecie:
Stigmochelys pardalis babcocki occupa buona parte dell’Africa centro-orientale e meridionale, possiamo trovarla in Sudan ed in Etiopia, scendendo sino al Kenya, Tanzania, Zambia, Namibia, Angola, Mozambico, Zimbabwe, Uganda, Malawi, Angola, Botswana, Swatziland, Namibia e Stato del Sud Africa.
Stigmochelys pardalis pardalis occupa invece esclusivamente le aree sia desertiche sia di savana del Sud Africa e del sud della Namibia.



HABITAT
Occupando  Stigmochelys pardalis  vaste aree in quasi tutto il continente africano, il suo habitat è decisamente vasto e variegato, possiamo infatti rinvenire questa specie in zone costiere come in altipiani che possono raggiungere i 1400 metri d’altitudine.
L’habitat preferito da questo animale è prevalentemente quello caratterizzato da savane o boscaglie ricche di cespugli, dove il tasso di umidità è particolarmente basso (se non durante i periodi cosiddetti “delle piogge”) e le temperature sono decisamente alte durante il giorno. In alcune zone, dove le notti sono particolarmente fredde, con temperature prossime allo zero, non è raro che questa tartaruga si ripari in tane di altri animali, come istrici o facoceri.
Sono state altresì osservate popolazioni, ad esempio in Tanzania e Uganda, che vivono ai margini di foreste, dove il clima è più piovoso e umido.                                                    

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI
Stigmochelys pardalis  è una tartaruga che si adatta piuttosto bene alla vita in cattività, grazie alla sua indole tranquilla che le permette si sopportare bene la presenza di suoi conspecifici.
Durante il periodo degli amori può capitare che tra maschi si generino delle schermaglie, ma anche queste di modesta entità.
Il suo carattere tranquillo ma curioso le permette anche di avere una certa interazione con chi l’alleva, non è raro che la tartaruga vada incontro all’allevatore per ricevere qualche carezza sul collo e sotto la gola o più probabilmente per cercare di ricevere del cibo.



CARATTERISTICHE FISICHE
La caratteristica più evidente della tartaruga leopardo è sicuramente la dimensione, è infatti una delle più specie grandi fra le tartarughe terrestri. Le sue dimensioni medie vanno dai 35-40 cm per un peso di 13-18 Kg; si conoscono casi in cui le dimensioni sono decisamente maggiori, si arriva ai 60-70 cm per alcune popolazioni della Somalia e dell’Etiopia, fino ad arrivare ad esemplari rinvenuti in Sud Africa che arrivano addirittura a misurare 70-80 cm per un peso record di 50 kg.
Il suo nome, Stigmochelys pardalis, denota l’altra evidente caratteristica della specie, ovvero la sua colorazione che ricorda il manto del leopardo. Il suo nome letteralmente significa “Testuggine marcata a leopardo”.
Il carapace è molto bombato e di colore giallo, con macchie nere irregolari, il piastrone è solitamente di colore giallo uniforme, ma può in alcuni casi presentare delle leggere macchie nere. La pelle della testa e delle zampe è marrone chiaro e non presenta macchie scure.
Gli esemplari giovani presentano attorno agli scuti una colorazione nera piuttosto uniforme, che con il passare degli anni si frammenta, per assumere la tipica forma di macchia. Negli esemplari adulti, il carapace assume una colorazione gialla, con macchiettatura che può essere più o meno fitta, a seconda dell’areale di provenienza e della sottospecie. 
Il carapace è formato da cinque scuti vertebrali, dieci marginali, due scuti sopracaudali ed è sprovvisto di scuto nucale. Il piastrone è costituito da due placche gulari, due omerali, due pettorali, due addominali, due addominali e infine di due placche anali. Piastrone e carapace sono uniti da due “ponti ossei”.    
In base all’areale di provenienza e al tipo di alimentazione, il carapace può presentare delle “piramidi” più o meno pronunciate. I soggetti provenienti da zone dove le precipitazioni atmosferiche sono maggiori e dove il più alto tasso di umidità favorisce la crescita di erbe fresche, che sono quindi maggiormente disponibili, presenta delle “piramidi” più accentuate rispetto a soggetti che vivono in climi più aridi.
La struttura delle zampe di Stigmochelys pardalis è decisamente massiccia, atta a sostenere il peso dell’animale e a permettergli di mantenere la tipica postura elevata.  Le zampe anteriori dell’animale presentano le squame cornee delle grosse tartarughe continentali africane. Il cranio è largo, con mascelle forti ed un becco coriaceo.    
Come già detto all’inizio, sono riconosciute almeno 2 sottospecie, molto simili tra loro:
- Stigmochelys pardalis pardalis, meno diffusa sia in cattivita' che in natura. La colorazione è più scura, con una macchiettatura nera più estesa, un carapace meno a cupola e più largo rispetto S. P. Babcoki. I maschi inoltre sono più grandi delle femmine. I “baby” di questa sottospecie sono caratterizzati da due macchie nere sull’areola degli scuti vertebrali, macchie che spesso sono presenti anche sugli scuti pleurali.
- Stigmochelys pardalis babcocki è invece la sottospecie più comune e diffusa. Il carapace di questa sottospecie si caratterizza da una forma più alta e bombata, nonché più allungata, il colore del carapace è più chiaro, con macchie nere meno estese, le macchie nere sul piastrone sono quasi assenti.  In S. p. babcocki, i maschi sono più piccoli delle femmine. Sugli  esemplari molto giovani, si nota una sola macchia nera sull'areola degli scuti dorsali.
Data l’estesa distribuzione sul continente africano di Stigmochelys pardalis, le diverse caratteristiche fisiche presenti anche nella stessa sottospecie, specialmente di taglia, ma anche di eventuali “piramidi” degli scuti più o meno accentuate, nonché di colorazione, pongono gli studiosi davanti a dubbi relativi al riconoscimento di due o più sottospecie. Per alcuni studiosi, diventa difficile accettare addirittura la sottospecie S. p. pardalis, a causa della mancanza in alcuni esemplari di caratteristiche tipiche della sottospecie, come ad esempio la doppia macchiettatura nei neonati, che possono presentare una sola macchia o addirittura non presentarne nessuna, nonché difformità di taglia, che per alcuni esemplari si avvicina maggiormente a quella di S. p. babcoki. Per ultimo esistono casi in cui il colore del carapace, presumibilmente per una mutazione,    assume colorazioni con predominanza del giallo, a discapito del colore nero e quindi delle tipiche macchie. Questi esemplari vengono indicati dagli allevatori con nomi di fantasia tipo ivory, caramel o snow.    

    

DIMORFISMO SESSUALE
In questa specie il dimorfismo sessuale inizia ad essere evidente da quando l’esemplare raggiunge i 20-22 cm di carapace, prima del raggiungimento di questa taglia è possibile che un maschio immaturo possa essere scambiato per una femmina.
Le principali differenze per il riconoscimento dei sessi sono le seguenti:
Il maschio presenta una coda più lunga e appuntita rispetto alla femmina, la cui coda è decisamente corta, con una base larga e tozza.
Il piastrone del maschio presenta la tipica forma concava per agevolare la monta della femmina, che invece presenta un piastrone piatto.
I maschi presentano un  carapace piuttosto allungato, mentre nelle femmine è più largo.
Gli scuti anali del maschio disegnano la forma di una “V” molto larga, mentre gli scuti anali della femmina sono a forma di “U” anch’essa molto larga.
Lo scuto sopracaudale dei maschi è molto arcuato e scende molto in basso, probabilmente a protezione del pene, mentre, nelle femmine, tale scuto è meno arcuato e non scende verso il basso come quello del maschio, con la finalità di agevolare la copula e la deposizione delle uova.



MANTENIMENTO IN CATTIVITA'
La parola d’ordine per l’allevamento dei questa specie è “spazio”! Proprio l’idea di fornire spazi adeguati deve essere alla base di ognuno di noi quando decidiamo di dedicarci all’allevamento di S. pardalis. 
Sia nel periodo invernale, quando la tartaruga leopardo va allevata in casa o comunque in ambiente chiuso, che in estate, quando può essere allevata all’aperto, dovremo allevarla in terrari e recinti di dimensioni generose.
Si tenga conto che per un esemplare fino a 15 cm., il terrario dovrà essere di almeno 100x60 cm, dimensione che andrà implementata proporzionalmente se nello stesso terrario si vogliono allevare più esemplari. Sarebbe meglio allevare gli adulti in recinti aperti superiormente, ricavati all’interno di stanze riscaldate; una coppia di adulti dovrebbe poter occupare un recinto di almeno 3x2 m di lato.
È importante fornire un substrato dove la tartaruga possa scavare e rinfrescarsi se ne ha bisogno, composto dal 50% di sabbia con una granulometria non eccessivamente fine, un 45% di torba di sfagno e terriccio asciutti e un 5% di fieno da utilizzare in superficie.
E’ fondamentale mantenere pulito il substrato dalle deiezioni degli animali, ed evitare che si creino muffe.
Fondamentali sono le lampade, quelle di tipo spot, riscaldanti, che vanno abbinate obbligatoriamente ai neon o alle compatte  UVB, oppure, ancora meglio, sono le lampade ai vapori di mercurio, che forniscono sia calore che UVB. Per utilizzare queste ultime in terrario, è necessario che siano posizionate ad almeno 45-50 cm dal terreno, il posizionamento dei tubi al neon o delle compatte  UVB dovrà essere tra i 15 e i 25 cm. di distanza dagli animali.
Le temperature diurne in terrario dovranno andare dai 35° della zona calda o zona basking, ai 24-24°della zona più fresca. Durante la notte la temperatura deve invece scendere fino a 20° circa. Anche se in natura la testuggine leopardo occupa zone con escursione termica estremamente elevata con temperature che vanno dai 40° o più gradi di giorno agli 0° notturni, è bene che, allevata in cattività, si ricreino delle temperature medie che si attestino sui  valori sopracitati.    
Importante è la circolazione dell’aria se il terrario è di tipo chiuso, bisogna permettere un ricircolo abbondante e costante dell’aria, anche perché il tasso di umidità presente nel terrario non deve superare il 40-60%, tale gradiente potrà subire un leggero implemento nelle ore notturne.                 
Durante i mesi primaverili è buona cosa, se le temperature lo permettono, incominciare gradatamente a spostare gli animali all’aperto nelle ore più calde della giornata. Quando le temperature diurne esterne si attestano sui 25°, è possibile spegnere le fonti di calore all’interno del terrario, in modo che nel giro di un’ora la temperatura all’interno del terrario e quella esterna siano simili. A questo punto, potremo spostare all’esterno gli animali ed evitare così eventuali patologie tipo raffreddamento o polmoniti, causate dagli sbalzi eccessivi di temperatura.
Il recinto esterno dovrà essere di circa 3x4 m per una coppia, costruito con materiali robusti, tipo mattoni o travi e pannelli di legno ben fissati tra di loro, esposto interamente al sole per la maggior parte della giornata e dotato di un ampio sottovaso poco profondo che fungerà da abbeveratoio per le tartarughe. L’acqua dovrà essere cambiata quotidianamente.
Il substrato del terreno dovrà essere di terra brulla, è fondamentale evitare recinti con erba o tappeti erbosi che trattengano l’umidità.
All’interno del recinto, è preferibile far crescere eventualmente erbe di campo, che diventeranno così fonte di cibo fresco per i nostri animali.
Il recinto, costruito in una zona ben soleggiata, dovrà avere al suo interno almeno un cespuglio che permetta a S. pardalis di difendersi dal sole delle ore più calde della giornata. Non dovrà mancare nemmeno una casetta che servirà alle tartarughe da rifugio durante la notte.
In caso si verificassero temporali o bruschi abbassamenti delle temperatura, è importante trasferire gli esemplari in terrario, al fine di evitare malattie da raffreddamento. 



ALIMENTAZIONE
L’areale di provenienza di Stigmochelis pardalis è caratterizzato principalmente da climi aridi, dove le precipitazioni sono sporadiche e la vegetazione è spesso secca, ed è proprio di queste sterpaglie, erbe secche e arbusti spinosi, che si nutre la testuggine leopardo in natura.  La sua dieta, in natura, viene talvolta integrata con sterco di elefante, praticamente un concentrato di fibre, o con sterco di iena, in questo caso possiamo parlare di un concentrato di calcio; sporadicamente     può capitare che si cibi di qualche carcassa di animale, mentre assolutamente non si ciba di frutta.
Anche in cattività è preferibile prediligere un’alimentazione basata sulla somministrazione di fieno, erbe di campo come tarassaco, piantaggine, erba medica e trifoglio, possibilmente fatte appassite.
Altri alimenti indicati per variare la dieta sono le foglie di vite, di gelso o i fiori e le foglie d’ibisco. L’aloe vera e le pale di fico d’india possono essere altri cibi da somministrare saltuariamente. 
La frutta può essere causa di problemi intestinali e non va mai somministrata.
E’ inevitabile che durante l’inverno, quando le erbe di campo sono poco reperibili, si somministrino altri cibi, come radicchio, le varie cicorie, le foglie di cime di rapa e tutte le insalate in genere a foglia scura. Anche queste vanno offerte appassite o essiccate.
Sarebbe opportuno che la dieta fosse costituita per almeno il 70% da fieno anche se non sarà facile abituare S. Pardalis a cibarsene prevalentemente, ma un po’ di digiuno forzato e l’introduzione di piccole quantità di fieno sminuzzato, mischiate ad altri alimenti freschi, che diminuiranno gradatamente a favore del primo, faranno sì che il fieno diventi il cibo principe della dieta. 
E’ importante che il rapporto tra calcio e fosforo dei cibi che offriamo a S. pardalis, sia sbilanciato a favore del calcio, che dovrebbe essere almeno il doppio del fosforo. 
L’acqua deve essere offerta non più di due o tre volte a settimana e non va lasciata a disposizione quotidianamente. Questo non vale per l’allevamento dei piccoli all’aperto, che, nelle giornate di forte caldo, corrono il rischio di disidratarsi.
Un osso di seppia deve sempre essere lasciato a disposizione dei nostri animali. Con un’adeguata esposizione ai raggi UVB, eviteremo che un eccesso di assunzione di calcio si tramuti in problemi di calcoli o peggio di vere e proprie calcificazioni degli organi interni dell’animale.
Non sarà facile abituare S. pardalis a cibarsi prevalentemente di fieno, ma un po’ di digiuno forzato e l’introduzione di piccole quantità di fieno sminuzzato, mischiate ad altri alimenti freschi, che diminuiranno gradatamente a favore del primo, faranno sì che il fieno diventi il cibo principe della dieta.



RIPRODUZIONE
Essendo Stigmochelys pardalis una tartaruga molto diffusa e adattabile al mantenimento in cattività, anche i successi nelle riproduzioni sono ormai molteplici.
La maturità sessuale degli esemplari viene raggiunta intorno agli 8-9 anni per le femmine e ai 6-7 anni per i maschi.
Il rituale di corteggiamento del maschio nei confronti della femmina non è particolarmente irruento, talvolta può capitare che il maschio debba ricorrere a morsi alle zampe posteriori la femmina per costringerla a fermarsi, in modo da poter procedere con la monta e la copula vera e propria.
L’accoppiamento può durare dai 3 ai 15 minuti e può ripetersi più volte durante la giornata.
In cattività non esiste un periodo ben stabilito per l’accoppiamento, possiamo assistere ad accoppiamento tanto in estate quanto in inverno.
Le uova vengono deposte in una buca scavata nel terreno dopo 4-6 settimane e le deposizioni possono contare da 4 a 30 uova, il numero delle uova dipende dall’età e quindi dalla taglia della tartaruga, ma anche dalla sottospecie.E’ S. p. babcoki che depone il maggior numero di uova.
Le operazioni di scavo e deposizione hanno una durata media che va dalle due alle tre ore.
Durante l’anno possiamo assistere anche a più deposizioni, di solito non più di quattro o cinque.
Una volta che avremo localizzato la buca di deposizione, dovremo con cautela prelevare le uova, avendo cura di non ruotarle e rischiare così di far morire l’embrione all’interno dell’uovo.Le uova andranno poste in un contenitore contenente vermiculite o perlite ed acqua, in rapporto di peso 2:1.
La temperatura d’incubazione delle uova dovrà attestarsi intorno ai 28°-29° e l’umidità dovrà essere mantenuta superiore al 60-70%, avendo cura d’innalzarla con l’avvicinarsi del periodo di schiusa.
I tempi per la schiusa delle uova sono piuttosto variabili a seconda dei parametri d’incubazione e vanno dai 4 ai 6 mesi.    
Una volta che i piccoli avranno completato la schiusa e riassorbito completamente il sacco vitellino, potranno essere spostati in terrario, quest’ultimo dovrà ricreare i parametri di umidità e temperatura tipici per l’allevamento di questa specie. I piccoli inizieranno ad alimentarsi dopo un paio di giorni dal completo riassorbimento del sacco vitellino. E’ buona cosa allevare inizialmente i piccoli su un substrato facile da sostituire e mantenere pulito.



NOTE
Capita spesso di rimanere affascinati dai piccoli di questa specie, sia per i colori che per la forma che è simile ad una pallina, ma bisogna ricordare che sono animali che richiedono condizioni di allevamento particolari e soprattutto, crescendo, avranno bisogno di grandi spazi.
E’ bene riflettere e valutare attentamente l’acquisto di una tartaruga che raggiungerà in breve dimensioni di 40-50 cm e un peso di 25-30kg!

Autore: Alessandro Govoni
Foto di: Giuseppe Liotta, Enrico Di Girolamo e di Carmelo Bruno.

Pubblicato in Tartarughe terrestri
Giovedì, 24 Aprile 2014 12:23

Pyxis arachnoides arachnoides

Pyxis arachnoides arachnoides

Testuggine Aracnoide Comune

Specie Terrestri

Pyxis arachnoides / Spider Tortoise / Spinnesklidkrote

Ordine Testudines
Sottordine Cryptodire
Famiglia Testudinidae
Genere Pyxis
Specie Pyxis arachnoides
Sottospecie Pyxis arachnoides arachnoides

Status Giuridico: E' compresa nella convenzione di Washington (C.I.T.E.S.) in Appendice I e in Allegato A del reg CE 338/97

DISTRIBUZIONE
Area costale del sud ovest del Madagascr,da 9 a 50km dalla costa
HABITAT
Foresta tropicale decidua,terreni estremamente aridi. Clima impervio,con variazioni da 0° a 50° nel corso dell'anno.Terreno molto secco e umidità notturna elevata.
CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI
E' una tartaruga poco diffusa in cattività a causa del costo elevato e del fatto che ne sono stati importati inizialmente pochi esemplari che mal si adattavano alla vita in cattività.
Mostra un carattere molto tranquillo e schivo e nessuna aggressività verso i conspecifici. In natura è attiva durante la stagione umida ed osserva un lungo periodo di latenza in quella secca durante la quale rimane interrata nella sabbia o nascosta sotto le foglie secche. A discapito di quello che comunemente si legge, è una specie piuttosto resistente e che in natura sopporta escursioni termiche che vanno da 0° a 50°, sebbene molto gradualmente. E'stata anche osservata estivare quando le temperature rimangono costantemente sopra i 45-47°.

CARATTERISTICHE FISICHE
Pyxis sp è tra le più piccole tartarughe terrestri, insieme al genere Homopus,Psammobates ed alla piccola Testudo Kleinmanni. Raggiunge la dimensione massima di 15cm e le femmine sono in genere più grandi dei maschi. La misura media per entrambe i sessi è di 12-14cm per un peso di circa 4-600gr.
Il carpace è piuttosto arrotondato soprattutto negli individui giovani, presenta una colorazione di fondo nera o marrone scuro e gli scuti centrali e laterali presentano un disegno stellato,giallo al centro e dal quale si estendono strie radiali. Il lobo anteriore del piastrone è mobile. Esistono diverse colorazione indipendenti dalla sottospecie.
Il colore del piastrone varia invece secondo la sottospecie.
La testa è nera o marrone scuro con macchie gialle più o meno dense."PYXIS" significa "scatola"in greco ed in particolare era una piccola scatola nella quale gli antichi Greci tenevano le medicine.
In Pyxis arachnoides arachnoides il piastrone è completamente giallo e il lobo anteriore si chiude completamente.

DIMORFISMO SESSUALE
La coda nei maschi è più lunga e molto più spessa.I maschi hanno una forma ellittica con il piastrone concavo nella zona degli scuti addominali .Le femmine sono completamente piatte ed hanno una forma ovoidale,con la parte posteriore del corpo decisamente più larga di quella anteriore.La distanza dell'apertura cloacale dagli scuti anali è maggiore nei maschi.

MANTENIMENTO IN CATTIVITA'

Il periodo di attività in cattività inizia a fine aprile-inizio maggio e termina a novembre. Da dicembre a fine aprile gli animali rimarranno completamente inattivi senza nè cibo né acqua. E' bene monitorare costantemente questa lungo periodo di latenza,pesando periodicamente gli esemplari.

TERRARIO

Non necessita di ampi spazi e si può mantenere una coppia od un trio tranquillamente in 120x80cm. Se si persegue l'obiettivo della riproduzione, sarebbe opportuno tenere i maschi separati dalle femmine, sebbene siano riportate testimonianze di successo anche mantenendo insieme i due sessi. L'altezza del ternario dipende dalle condizioni climatiche del locale in cui è ospitato.Un terrario chiuso è più funzionale perché permette di manipolare meglio la temperatura.
Substrato: è necessario che sia di tipo secco e che abbia la capacità di seccarsi velocemente. A tale scopo la scelta di molti allevatori ricade sulla sabbia a grana media o mista. Generalmente 3-4cm di substrato sono sufficienti. Se c'è una femmina in procinto di deporre, è bene che in un angolo la profondità del substrato sia di circa 10cm da tenere piuttosto umido ed è consigliabile creare una minima barriera visiva per permettere alle femmine di deporre in tranquillità.A tale scopo una pianta finta è l'ideale.

UMIDITA'

in natura nella stagione umida si ha un livello di umidità dell'aria notturno che arriva al 80% mentre in quella secca rimane intorno al 70%. Il livello di umidità riguarda soltanto l'aria, mentre il suolo rimane molto secco. Di giorno l'umidità non supera il 30%

Manipolare il livello di umidità si è rivelato un aspetto chiave per la riproduzione in cattività e la buona salute degli animali. E' bene che da Ottobre ad Aprile i livelli non siano mai superiori al 50-55% notturni:in questo periodo non bisogna assolutamente mai nebulizzare il terrario. Da aprile si inzia a nebulizzare il ternario prima due volte a settimana e potremo notare un lento risveglio; poi si passa a giorni alterni fino a raggiungere un'umidità notturna prossima all'80%. Da maggio inizierà il periodo di attività e dopo poche settimane si inizieranno ad osservare i primi corteggiamenti e tentativi di accoppiamento dei maschi. La temperatura notturna costantemente elevata è una chiave determinante per il risveglio degli esemplari in letargo.

TEMPERATURA

Deve essere raggiunto un picco di 45-46° sotto lo spot e di poco più che 30° nel lato più fresco. Di notte le temperature saranno di poco sotto i 30°. Nella simulazione della stagione secca si scenderà gradualmente fino ad arrivare ad un minimo medio di 22° di giorno e 13° di notte. Successivamente verranno rialzate le temperature. A tale scopo è consigliabile dotare il terrario di pannelli frontali removibili e di almeno tre o quattro attacchi per spot/lampade ai quali andranno attaccati faretti spot in numero e potenza differenti, secondo necessità.

LUCE

si utilizzi un tubo neon che emetta UVB al 7%, lungo abbastanza da coprire i 4/5 del terrario. Nel periodo di temperature massime estive si può aggiungere una lampada Hql o altra lampada emittente luce fredda per aumentare il livello e la qualità dell'illuminazione globale.6500k sono una quantità ottima per simulare un picco annuale. Sono ottime anche le lampade di moderna concezione ai ioduri metallici,grazie alle quali con un'unica lampada si ottiene un'alta qualità di luce,calore ed alta emissione di radiazioni UVb.

ALIMENTAZIONE
Nella prima settimana dopo il risveglio si fornirà solo fieno secco per poi passare ad alimentare normalmente gli animali. Da maggio a settembre andrà fornito cibo quotidianamente,per poi ridurre la frequenza fino ad arrivare a non fornire cibo da dicembre a metà aprile. Pyxis arachnoides è vegetariana e andranno fornite tutte le verdure a foglia comunemente utilizzate per tartarughe erbivore:tarassaco, trifoglio,cicoria selvatica, radicchio, indivia, valeriana,cicoria romana,fiori e foglie di ibiscus,cactacee. Oltre alle verdure a foglia è importante aggiungere giornalmente alla dieta zucchine,cetrioli,melanzane,zucca,rape,carote e peperoni(pochi e senza buccia),tutte tagliate in pezzetti piccoli di circa 5mm o alla julienne e mescolate con le verdure a foglia. Due volte a settimana si aggiungeranno frutti come mela,pera,melone,anguria sempre tagliati in pezzetti molto piccoli e miscelati al resto. E' bene,soprattutto in soggetti in accrescimento,integrare la dieta con calcio carbonato almeno due volte a settimana e,nel caso in cui ci si accorga che la frutta fornita venga rifiutata,anche un integratore multivitaminico per testuggini.
Da maggio a settembre si fornirà acqua in abbondanza una o due volte a settimana. Ad ottobre si ridurrà a due volte al mese,mentre a novembre non si fornirà più acqua tranne alle femmine tardive che hanno appena deposto o stano per deporre. Da dicembre ad aprile non verrà invece mai fornita acqua.

RIPRODUZIONE
Il corteggiamento e gli accoppiamenti iniziano circa un mese dopo il risveglio.
Durante il corteggiamento i maschi non risultano mai aggressivi né tra loro né verso le femmine;raramente sono osservati morsi alle zampe delle femmine per obbligarle a fermarsi e costringerle all'accoppiamento. Le femmine non disponibili si muoveranno in circolo su se stesse cercando di portare la loro testa verso quella del maschio. Il maschio non si mostra mai eccessivamente insistente passando ad un'altra femmina se disponibile o abbandonando momentaneamente il tentativo di accoppiamento per dedicarsi ad altre "attività"
A fine Luglio la stagione degli amori termina e le femmine rifiutano costantemente i maschi che al contempo mostrano meno interesse. Alla fine di agosto le femmine iniziano a deporre.
Le deposizioni possono essere fino a quattro in un anno,ma verrà deposto solo un uovo ogni volta.
L'uovo misura dai 27 ai 41mm.
Anche per le uova è bene osservare un ciclo annuale umido-secco come per gli animali in terrario,ma con temperature che variano dai 15° minimi ai 35° massimi nei rispettivi periodi.
Le uova,incubate in questo modo,schiudono dopo 300-380 giorni.

NOTE:
In natura è una tartaruga in grave pericolo di estinzione a causa della distruzione dell'habitat ed a causa della scarsa prolificità degli animali. E' considerata CRITICALLY ENDANGERED nella lista rossa IUCN- Negli ultimi anni è stata inserita per questo motivo nell'allegato A del regolamento CE e in appendice I su richiesta del ministero dell'ambiente del Madagascar.Per questo motivo è una specie consigliata ad allevatori con una certa esperienza,vista l'importanza di riprodurre questa specie che purtroppo molto presto troverà nella terrariofilia l'unica salvezza.
Da metà anni 90 è stata riprodotta con sucsuccesso da diversi allevatori europei ad americani.

Autore: Giacomo Ceccarelli
 
Pubblicato in Tartarughe terrestri
Giovedì, 24 Aprile 2014 12:20

Manouria impressa

Manouria impressa

Specie Terrestri

Impressed Tortoise
Inizialmente denominata Geoemyda da Gunter 1882

CLASSIFICAZIONE
Ordine = TESTUDINES
Sottordine = CRYPTODIRA
Famiglia = TESTUDINIDAE
Genere = GEOCHELONE
Specie = IMPRESSA

STATUS GIURIDICO
E' compresa nella Convenzione di Washington (C.I.T.E.S.) in Appendice 2

DISTRIBUZIONE
Vive nelle foreste in zone montagnose della Tailandia, Birmania, Vietnam e penisola della Malesia.

HABITAT
Nel suo habitat che è normalmente umido, cerca le zone più asciutte e lontane da fiumi e laghi, ma si adatta bene anche al periodo delle piogge che crea umidità altissime.
Le temperature medie del suo habitat, sono di 35-36° C con minime di 14-15° C.

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI
Durante la stagione delle piogge, vaga cercare un compagno/a.

CARATTERISTICHE FISICHE
Di dimensioni molto più ridotte rispetto le "cugine Emys" , non supera i 28-30 cm di lunghezza.
E' molto più appiattita della Manouria Emys con le scaglie del carapace tipicamente appiattite o concave, però il carapace è meno concavo; le scaglie marginali sono molto seghettate ed appuntite.
Il carapace è di colore tendente all'arancio, con macchie più scure ai bordi delle scaglie.
La pelle e le zampe sono molto scure, mentre la testa è più chiaro/pallida.
Il piastrone è giallo chiaro con le parti più esterne di ogni scaglia più scure, che però tendono a sbiadirsi e diventare grigiastre negli adulti.

DIMORFISMO SESSUALE
I maschi si distinguono dalla scaglia sopracaudale più lunga, dal colore più scuro e brillante e dalla coda più lunga.

MANTENIMENTO IN CATTIVITA'
L'allevamento in cattività è stato tentato molte volte ma sempre con pessimi risultati, infatti è considerata una specie molto poco adattabile alla cattività.
Negli Stati Uniti, si sono ripetute importazioni che però hanno dato scarsissimi risultati; quasi tutti gli esemplari sono deceduti, e gli unici sopravissuti sono dei piccoli nati "miracolosamente" cui poi le madri sono successivamente decedute.

ALIMENTAZIONE
La sua alimentazione è prevalentemente data da piante, erba e germogli di bambù.

NOTE
E' considerata una delle specie più a rischio di estinzione, nonostante nelle sue zone di distribuzione sia protetta.
Purtroppo sono stati segnalati numerosi esemplari nei mercatini delle città di origine.

Autore: Agostino Montalti
 
Pubblicato in Tartarughe terrestri
Giovedì, 24 Aprile 2014 12:15

Manouria emys

Manouria emys

Testuggine bruna birmana

Specie Terrestri

Asian brown tortoise / Braune landschildkrote
Schlegel & Miller 1844

CLASSIFICAZIONE
Ordine = TESTUDINES
Sottordine = CRYPTODIRA
Famiglia = TESTUDINIDAE
Genere = MANOURIA
Specie = MANOURIA EMYS

STATUS GIURIDICO
Inclusa in App.II CITES

DISTRIBUZIONE
Vive nelle boscaglie di vari stati asiatici, Birmania, Sumatra, Borneo, Thailandia, Vietnam, Laos e in alcune zone della Cina meridionale e India.

HABITAT
Frequenta soprattutto le zone umide di boscaglia, soprattutto sulle colline o in montagna, spesso molto ombreggiate, portandosi in zone soleggiate solo per riscaldarsi.

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI
E' maggiormente attiva di primo mattino e di sera, se le giornate non sono troppo calde è attiva anche nelle ore centrali del giorno.
Il massimo della loro attività è raggiunto in giornate piovose o subito dopo.
Nelle giornate più calde rimane all'ombra di alberi o cespugli, spesso anche adagiata in pozzanghere fangose.

CARATTERISTICHE FISICHE
Si tratta di una delle specie dall'aspetto più primitivo. Il carapace si presenta molto appiattito e liscio, con una leggera dentellatura nel margine posteriore.
Sono chiamate localmente anche "testuggine dalle sei zampe", per via degli speroni molto accentuati presenti sulle cosce posteriori.
Soprattutto nei maschi, gli scuti gulari sono sporgenti e proiettati in avanti.
Sono conosciute due sottospecie.
Manouria emys phayrei , diffusa in India, Birmania e Thailandia (in rosso nella cartina) con una colorazione del carapace più scura, tendente al nero.
Gli scuti pettorali si estendono sino ad incontrarsi nella parte centrale del piastrone.
Manouria emys emys, diffusa in Malesia, Borneo, nella parte insulare della Thailandia (in verde nella cartina).
Il carapace e' solitamente marrone, gli apici degli scuti pettorali arrivano a metà piastrone, senza toccarsi e gli scuti marginali
Specie di grandi dimensioni, raggiungono i 60 cm nella sottospecie Manouria emys phayrei, poco più di 40 cm nella sottospecie M.e. emys.
Negli esemplari più grandi il peso può raggiungere i 30 Kg.

DIMORFISMO SESSUALE
Non molto evidente.
Le femmine comunque raggiungono una taglia maggiore.
La coda del maschio è più lunga e i margini posteriori del carapace e del piastrone sono più distanziati nelle femmine.
Il "rostro" nella parte anteriore del piastrone sporge maggiormente nei maschi.

MANTENIMENTO IN CATTIVITA'
Sconsigliato ai neofiti.
Il terrario dovrebbe essere di grandi dimensioni, almeno 200x150 cm per una coppia adulta.
Questa specie richiede un alta umidità ambientale, almeno del 70-80%, al contempo sono estremamente dannosi i ristagni d'aria.
Queste due caratteristiche sono difficili da riproporre in terrario.
Il materiale di fondo dovrebbe essere composto da un misto di corteccia, fieno e foglie, ma questo complica le operazioni di pulizia e favorisce, in un ambiente umido, il proliferare di muffe e funghi.
Dovrebbe essere presente un bassa e ampia bacinella con acqua pulita e fresca.
L'illuminazione dovrebbe essere attenuata, vista l'abitudine di frequentare boschi e zone cespugliose di questa specie.
Si consiglia l'utilizzo di un neon UV per rettili di non elevata potenza.
La temperatura deve essere di 27-29 gradi nella zona calda, ottenibile con una lampadina ad incandescenza, meglio se a infrarossi.
Nel resto del terrario la temperatura deve essere di 23-25 gradi.
Le temperature notturne possono scendere anche sino a 17-18 gradi.
Più agevole la sistemazione all'aperto nei mesi estivi, in un ampio recinto con fondo ricco di foglie e fieno, con erbe selvatiche da lasciare incolte e cespugli frondosi per offrire riparo dal sole.
E' utile fornire anche un riparo per la notte, con una casetta in legno o altro materiale.
Anche in questo caso non deve mancare un ampio recipiente per l'acqua.

ALIMENTAZIONE
Principalmente erbivora.
In cattività si dovrà basare la dieta su erbe selvatiche, cicorie e radicchi, cime di rapa e anche fieno e erba se accettate.
Si possono offrire anche foglie e fiori di Ibisco e di rosa.
La frutta va offerta solo di rado.
Carne e altri alimenti di origine animale vanno evitati.
Importante è l'aggiunta di calcio e vitamine per rettili vegetariani, almeno 4-5 volte al mese.

RIPRODUZIONE
Il comportamento riproduttivo è decisamente singolare, non tanto per il corteggiamento da parte del maschio, composto dal solito copione di inseguimenti, colpi con la corazza e morsi per costringere la femmina all'accoppiamento, quanto per il comportamento della femmina una volta pronta per la deposizione.
Il maschio comunque, prima di avvicinarsi alla femmina, compie dei caratteristici movimenti con la testa, estendendo il collo al massimo e compiendo dei movimenti circolari o a scatti, orizzontali e verticali.
La femmina, invece di scavare una buca, deporre le uova e ricoprirle abbandonando le uova al loro destino, costruisce un nido formando una collinetta di foglie, fieno, ramoscelli e con tutto il materiale organico a sua disposizione.
Dopo aver ultimato la collinetta, sale all'apice e con le zampe anteriori e la testa crea una nicchia in cui deporrà le uova.
Le uova sono numerose, possono essere anche una cinquantina in un'unica deposizione, anche se la media e' di 20-30 uova.
Una volta deposte, e ricoperte, la femmina rimane di guardia al nido per parecchi giorni, sino a 15-20 giorni.
Durante questo periodo, oltre che a ricostituire il nido rimettendo a posto foglie ed erbe eventualmente scivolate, la femmina si accerta che nessun predatore possa mettere in pericolo le uova, difendendolo da altri rettili, comprese altre tartarughe o mammiferi, con sorprendente decisione.
Questo comportamento, unico tra le testuggini, ricorda molto quello delle femmine di coccodrilli e alligatori.
Sembra che la femmina abbandoni il nido solo quando le erbe e le foglie che lo compongono, marcendo, nascondano l'odore delle uova.
L'incubazione delle uova dura da 60 a 90 giorni, a temperature variabili da 26 a 29 gradi.
I piccoli neonati vanno curati alle stesse modalità degli adulti, con maggiore riguardo alle temperature, alle correnti d'aria e all'alimentazione.

NOTE
E' una specie abbastanza rara sul mercato, da riservare ai più esperti viste le condizioni richieste a riguardo dell'umidità, della ventilazione e delle dimensioni raggiunte.
Anche questa specie in seria diminuzione negli habitat originari, principalmente a causa della cattura ad uso alimentare.
Altri fattori sono il disboscamento e la cattura per il mercato, spesso illegale, degli animali.

Autore: Luca Caroldi
 
Pubblicato in Tartarughe terrestri
Giovedì, 24 Aprile 2014 12:10

Malacochersus tornieri

Malacochersus tornieri

Tartaruga frittella africana

Specie Terrestri

Pankake Tortoise /Soft shelled Tortoise/ Spaltenschildkrote
Siebenrock 1903

CLASSIFICAZIONE
Ordine = TESTUDINES
Sottordine = CRYPTODIRA
Famiglia = TESTUDINIDAE
Genere = MALACOCHERSUS
Specie = TORNIERI

STATUS GIURIDICO
E' compresa nella Convenzione di Washington (C.I.T.E.S.) in Appendice II, attualmente, su richiesta del Kenya, si sta valutando il passaggio in App. I.

DISTRIBUZIONE
Steppe africane e altopiani di Kenya e Tanzania, soprattutto nei parchi Tsavo, Amboseli e Masai Mara.

HABITAT
Malacochersus Tornieri e' presente soprattutto sugli altopiani rocciosi e ricchi di fessure in cui rintanarsi, anche a quote superiori a 1000 metri di altitudine.

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI
E' una delle testuggini più particolari sia per conformazione strutturale sia per carattere.
Vive spesso in piccoli gruppi, in cui un maschio dominante prevale sia sugli altri maschi sia sulle femmine.
Generalmente non ci sono problemi di convivenza tra conspecifici, solo il maschio dominante talvolta dimostra aggressività per ribadire il proprio dominio sugli altri individui.
Le scaramucce comunque solitamente non sono cruente, in quanto gli altri esemplari riconoscono immediatamente il ruolo al maschio dominante.
Inoltre si tratta di una testuggine molto agile e veloce, abilissima nell'arrampicarsi su superfici quasi verticali. Quando e' impaurita anziché chiudersi nella corazza fugge molto velocemente verso qualche fessura tra le rocce, ove, gonfiando d'aria i polmoni, aumenta il proprio volume divenendo quasi impossibile da estrarre.

CARATTERISTICHE FISICHE
Le dimensioni sono medio piccole, solitamente 17 cm per le femmine, 14-15 cm per i maschi.
La colorazione è marrone scuro-nero con un areola centrale in ogni scudo gialla-marroncina, da ogni areola partono alcuni raggi sfumati sempre giallo-marroncino.
Il carapace, a differenza delle altre testuggini, e' fortemente appiattito.
Inoltre anziché essere rigido e' molte soffice e flessibile, da cui il nome "Frittella".
Anche il ponte tra carapace e piastrone e' molto ridotto per favorire l'agilità.

DIMORFISMO SESSUALE
Il carapace dei maschi e' più largo, quasi rettangolare, le femmine sono leggermente più strette ed ovali.
La coda del maschio e' piu' lunga ed ha la base piu' larga rispetto alle femmine.
L'angolo delle placche anali del piastrone nel maschio formano un angolo più aperto, superiore a 90°, nelle femmine l'angolo e' quasi retto a 90° e gli angoli delle placche più allungati.

MANTENIMENTO IN CATTIVITA'
Nonostante non sia una specie molto difficile, l'allevamento è riservato a chi ha un minimo di esperienza con specie esotiche, se non altro per la rarità con cui si trova sul mercato.
Consigliabile l'allevamento di un gruppo per favorire la formazione di un nucleo riproduttivo.
Un gruppo può essere formato da 2 maschi e 3-4 femmine.
In questo modo si formerà una gerarchia in cui solo il maschio dominante si accoppierà con le femmine.
Inoltre la presenza di 2 maschi sarà di stimolo per il maschio dominante per la riproduzione.
Terrario di tipo caldo secco, le misure minime sono 120x 80 cm. Consigliabile una buona altezza viste le abitudini delle Testuggini "Frittella".
Fondo con materiale che non trattenga l'umidità, che non deve superare il 60-70%. Si può utilizzare sabbia mista a fieno secco, in questo caso il cibo va messo in una ciotola per evitare l'ingestione di sabbia.
Illuminazione alta, costituita da uno o più neon o lampade a buona emissione di raggi UV.
Il riscaldamento sarà affidato ad una lampada spot che assicuri un punto con una temperatura a 32-33 gradi.
Nel resto dell' terrario la temperatura deve essere di 24-26 gradi. Giova alla salute di queste testuggini un abbassamento graduale della temperatura notturna sino a 18-20 gradi.
La bacinella contenente l'acqua si può mettere nel terrario una volta alla settimana, per consentire magari agli esemplari di bagnarsi e di favorire le proprie attività metaboliche.
Inoltre sarà gradito dagli esemplari allevati avere a disposizione una catasta formata da pietre piatte o lastre rocciose, per poter nascondersi tra le fessure e poterci salire per riscaldarsi.
Si può allevare all'aperto durante i mesi estivi, ponendo attenzione alle giornate piovose.

ALIMENTAZIONE
Le abitudini alimentari sono quasi esclusivamente di tipo vegetale. Si possono fornire vegetali a foglia come lattuga, radicchi, sia verdi che rossi, cicorie, tarassaco, trifoglio e altre erbe selvatiche, foglie di ibisco.
Saltuariamente si potranno fornire anche fiori di Ibisco, petali di rosa, e qualche frutto come mele, pere, melone.
E' opportuna un integrazione del cibo con calcio, una volta ogni 7-10 giorni.

RIPRODUZIONE
Il corteggiamento prevede che il maschio dominante, dopo aver sottomesso gli altri maschi presenti, costringa le femmine con morsi alla disponibilità.
Da notare che in presenza del maschio dominante nessun altro dei maschi presenti cercherà di accoppiarsi con le femmine.
La femmina depone un solo uovo, molto raramente 2, di forma molto allungata.
La femmina in un anno può deporre 3-4 volte.
L'incubazione e' lunga, a 30 gradi dura 4-5 mesi, in alcuni casi anche 8 mesi.

NOTE
Si tratta di una testuggine decisamente agile e veloce, sia nelle fughe che nell'arrampicarsi.
Pertanto sia in terrario, sia soprattutto all'aperto, va posta la massima attenzione nella realizzazione dei bordi del recinto.
Per evitare la fuga si può realizzare il recinto in materiale liscio, come plexiglass oscurato e alto almeno mezzo metro.
Se si utilizza una rete metallica e' obbligatoria la chiusura superiore visto che si arrampicherebbero con facilita' tra le maglie della recinzione.
E' comunque da preferire la chiusura superiore visto che le loro dimensioni e la corazza tenera le rendono vulnerabili da predatori come gatti,corvi topi ecc.

Autore: Luca Caroldi
 
Pubblicato in Tartarughe terrestri
Giovedì, 24 Aprile 2014 12:05

Kinixys homeana

Kinixys homeana

Testuggine di Home o Testuggine denticolata

Specie Terrestri

(Home's hinge-back tortoise / La tortue articulée de Home / Stutz-Gelenkschildkrote)
Bell, 1827

CLASSIFICAZIONE
Ordine = TESTUDINES
Sottordine = CRYPTODIRA
SuperFamiglia = TESTUDINOIDEA
Famiglia = TESTUDINIDAE
SottoFamiglia = TESTUDININAE
Genere = KINIXYS
Specie = HOMEANA

STATUS GIURIDICO
E' inclusa nella convenzione di Washington, Appendice II CITES. E' una specie in pericolo di estinzione per la distruzione del suo habitat.

DISTRIBUZIONE
Kinixys homeana vive nell'Africa occidentale, dalla Liberia e Costa d'Avorio fino allo Zaire passando per il Camerun e Congo.

HABITAT
Vive nelle foreste equatoriali sempreverdi tra i vegetali marcescenti. Preferisce zone con cespugli sotto i quali può ripararsi e trascorrere la maggior parte della giornata.

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI
Non si conosce molto del suo comportamento in natura, è un animale molto timido e sfuggente.

CARATTERISTICHE FISICHE
E' una tartaruga dalle dimensioni medio piccole, la lunghezza del carapace non supera i 21-22 cm.
Caratteristica è la forma spigolosa e dentellata (da qui il nome di Testuggine denticolata) della parte posteriore del carapace, proprietà che ne permette la distinzione dalla Kinixys erosa.
La colorazione è marrone; il centro degli scuti è più chiaro rispetto al bordo che è più scuro. Il piastrone è di colore marrone chiaro o scuro con margini gialli. Anteriormente il carapace si prolunga sugli arti anteriori e sulla testa.
Nella parte posteriore del carapace è presente la caratteristica cerniera cartilaginea che hanno tutte le tartarughe del genere Kinixys (eccetto Kinixys natalensis); si tratta di un'articolazione che permette al carapace di abbassarsi come un elmo sugli arti posteriori e sulla coda per proteggerli.

DIMORFISMO SESSUALE
E' evidente infatti il maschio ha il piastrone concavo ed ha la coda più lunga della femmina.
Inoltre la parte posteriore del carapace del maschio è più frastagliata rispetto alla femmina.

MANTENIMENTO IN CATTIVITA'
In cattività si devono creare molti nascondigli nel terrario essendo Kinixys homeana un rettile timido; si eviteranno così inutili stress all'animale. Inoltre è consigliabile collocare il terrario in un luogo tranquillo dove l'animale non venga disturbato. Col tempo questa tartaruga si abitua alla presenza dell'uomo e diventa meno paurosa.
La temperatura ideale nella zona più calda del terrario è di circa 33 gradi mentre nella zona più fredda circa 28 gradi; importante è l'umidità che deve aggirarsi su valori del 70-80%.
Non devono mancare una bacinella bassa riempita d'acqua dove le tartarughe possano bere ed immergersi e un buon neon UVB specifico per tartarughe (spettro UVB consigliato 5.0) indispensabile alla sintesi di vitamina D3 e all'assimilazione di calcio.
Nei mesi più caldi può essere tenuta all'aperto in un luogo molto umido, ricco di cespugli e vegetazione; molto salutari sono i bagni di sole durante questi mesi.

ALIMENTAZIONE
In natura Kinixys homeana è onnivora come tutte le tartarughe del genere Kinixys. In cattività si possono somministrare verdure a foglia come indivia, radicchi verdi e rossi, insalata scarola, cicoria; gradiscono molto il tarassaco ed il trifoglio.
Saltuariamente frutta: fragole, mele, anguria, melone. Una volta ogni due settimane si offrono chiocciole, piccoli topi, insetti e lombrichi; sconsigliata è la somministrazione di cibi per cani, alimenti con un eccessivo contenuto di fosforo che possono provocare danni renali.
E' necessario integrare l'alimentazione con preparati a base di vitamine e di sali minerali, in particolar modo per gli animali in crescita e le femmine in riproduzione.

RIPRODUZIONE
La maturità sessuale è raggiunta al decimo anno nel maschio e al quindicesimo anno nella femmina. Non si sa molto sulla riproduzione; la femmina depone da 1 a 4 uova sferiche che in natura si schiudono dopo circa 5 mesi.
In cattività si deve fornire un terreno morbido dove scavare, una temperatura di circa 30-31 gradi e un tasso di umidità elevato, attorno al 90%. I piccoli alla nascita hanno un carapace lungo circa 4cm.

NOTE
La tipica cerniera del carapace è una particolarità degli animali adulti; infatti si sviluppa attorno al 4°-5° anno di età.
Nei momenti di riposo Kinixys homeana protegge la testa e le zampe anteriori ritraendole nella parte anteriore del carapace e stando rivolta verso una roccia; la parte posteriore è protetta grazie alla cerniera cartilaginea che si abbassa sulla coda e sugli arti posteriori.

Autore: Daniele Petrini
 
Pubblicato in Tartarughe terrestri
Giovedì, 24 Aprile 2014 12:01

Kinixys erosa

Kinixys erosa

Specie Terrestri

CLASSIFICAZIONE
Ordine = TESTUDINES
Sottordine = CRYPTODIRA
SuperFamiglia = TESTUDINOIDEA
Famiglia = TESTUDINIDAE
SottoFamiglia = TESTUDININAE
Genere = KINIXYS
Specie = EROSA

STATUS GIURIDICO
Kinixys erosa è elencata in Appendice II C.I.T.E.S. della convenzione di Washington.

DISTRIBUZIONE
Questa tartaruga è originaria dell'Africa occidentale e si ritrova in Gambia fino all'Uganda, Angola, Congo e Cabinda.

HABITAT
Vive nel sottobosco di foreste umide tropicali (da qui anche il nome Forest hinge-back tortoise), tra il fogliame marcescente e presso le rive dei fiumi. Kinixys erosa non predilige zone ben illuminate ma ambienti ombrosi, caldi e con un elevato tasso di umidità.

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI
E' una tartaruga schiva, più attiva al mattino e alla sera. Sulla terraferma sta nascosta tra il fogliame e trascorre una parte della giornata in acqua.

CARATTERISTICHE FISICHE
Il colore di base è marrone; il centro degli scuti può essere di colore diverso, giallo o arancio. Il piastrone è marroncino chiaro con parti di colore nero più o meno estese. Il carapace, lungo 30-32 cm, è allungato e posteriormente inclinato in basso. Negli animali adulti è presente la caratteristica cerniera cartilaginea: viene utilizzata per proteggere la coda e gli arti posteriori. Alcuni esemplari hanno la testa di colore giallo, caratteristica che ne fa una tartaruga inusuale e attraente.
Si distingue anche dalle scaglie molto appuntite.

DIMORFISMO SESSUALE
E' evidente in quanto il maschio ha la coda più larga e più lunga rispetto alla femmina e il piastrone concavo.
La coda è provvista in entrambi i sessi di uno sperone corneo.
Nel maschio gli scuti gulari del piastrone sono più sviluppati rispetto alla femmina.

MANTENIMENTO IN CATTIVITA'
Il terrario deve ricreare un ambiente tropicale, caldo e umido con una tenue illuminazione e deve essere fornito di nascondigli considerato il carattere timido di queste tartarughe. La temperatura deve aggirarsi sui 28 gradi, può essere raggiunta e mantenuta con l'utilizzo di cavetti riscaldanti o materassini posti sotto il terrario. L'umidità deve essere dell'80-90%; è importante che sia elevata per la buona salute degli animali ed evitare problemi soprattutto agli occhi e all'apparato respiratorio. Se mantenute in un ambiente troppo secco inoltre queste tartarughe rimangono letargiche ed inattive. Nella stagione calda possono essere tenute all'esterno in un luogo ombreggiato e umido ma durante la notte devono essere tenute all'interno.
Nel terrario deve essere presente un contenitore con acqua dove le tartarughe possano bere e immergersi; alcuni le considerano semi-acquatiche perché in natura sono spesso osservate in acqua. L'illuminazione può essere fornita da una finestra della stanza proprio perché in natura questi animali vivono nelle giungle
ombrose. Il fondo del terrario dovrebbe essere costituito da materiale che permetta alle tartarughe di scavare e che permetta di mantenere elevato il tasso di umidità. Kinixys erosa è una specie tropicale e non cade in letargo.

ALIMENTAZIONE
Kinixys erosa è onnivora in natura, nutrendosi nella foresta di frutti caduti, erbe, piante, funghi, invertebrati e carogne. In cattività la dieta include verdure tipo pomodori, carote affettate, cetrioli, radicchi vari rossi e verdi; frutta tipo banane, pesche, arance affettate, meloni, uva, pere; funghi. Ogni due o tre settimane la
dieta deve essere integrata con alimenti di origine animale tipo lombrichi, chiocciole, lumache, millepiedi; si possono somministrare anche topi morti. Preferibilmente il cibo si offre la mattina e si toglie la sera per evitare lo sviluppo di muffe nel cibo rimasto. E' bene fornire anche vitamine e sali minerali supplementari
tramite preparati e integratori una volta la settimana, più spesso se si tratta di giovani in crescita o femmine in riproduzione. A tal proposito si può anche mettere a disposizione un osso di seppia che servirà sia a mantenere il becco delle tartarughe della giusta lunghezza sia a fornire ulteriore calcio.

RIPRODUZIONE
L'attività sessuale si osserva durante tutto l'anno. Dopo le movimentate lotte tra maschi, il corteggiamento è abbastanza irruento. La femmina trascorre più tempo in acqua e a volte è riluttante al cibo. Il numero di uova deposte varia da uno a cinque per volta e le condizioni per l'incubazione sono: temperatura 30-31 gradi, substrato di vermiculite umida e umidità elevata attorno al 90%. Le uova pesano all'incirca 28 grammi e misurano 45mm X 40 mm. La schiusa si ha dopo 140 – 157 giorni, i piccoli sono lunghi quanto le uova ed hanno una colorazione simile a quella degli adulti; mancano però della cerniera caratteristica del genere Kinixys.

NOTE
Kinixys erosa è la più grande del genere, arrivando ad una lunghezza del carapace di 30-32 cm.
E' una tartaruga non adatta ai principianti perché il suo mantenimento in cattività è delicato e si stressa facilmente. E' rara nei negozi di animali; gli esemplari che si trovano sono quasi sempre di cattura e sono infestati da parassiti intestinali.

Autore: Daniele Petrini
 
Pubblicato in Tartarughe terrestri
Pagina 3 di 5

In collaborazione con

Sponsor

Social

Contatti 

Tarta Club Italia
Via della Repubblica, 39a

47042 Cesenatico (FC)

Partita IVA: 03515480402 - C.F. 90049330401

 

Scrivi al TartaClubItalia.

Scrivi al Webmaster per problemi inerenti al sito.

DMCA.com Protection Status

Chi è online 

Abbiamo 240 visitatori e nessun utente online

Statistiche visite 

Oggi6633
Ieri10728
Questa settimana41234
Questo mese150648
Da sempre13132261

Powered by CoalaWeb
#5e5f72 #66fe00 #77b5b3 #dc1469 #232021 #a55778