Il parco delle Tartarughe è il nostro "sogno nel cassetto"; sappiamo che è un impegno enorme, i tempi saranno lunghi e non sappiamo se riusciremo a realizzarlo, ma ci proveremo.

Fini principali:

Salvaguardia delle specie autoctone con particolare riguardo alle diversificazioni genetiche delle Testudo Hermanni-Hermanni.

Didattici per insegnare a scolaresche, appassionati ed al grande pubblico, a conoscere e rispettare le tartarughe, sia che siano in cattività che in natura.

Recupero degli esemplari sequestrati o abbandonati, con largo uso del sistema di adozione controllata.

La salvaguardia delle specie autoctone è il caposaldo fondamentale a difesa della biodiversità e nel caso delle Testuggini Mediterranee è importantissimo tutelare le varietà geografiche presenti sul territorio italiano altrimenti condannate all’estinzione.

Nonostante manchino dati aggiornati e precisi al riguardo, tutte le popolazioni di testuggine italiane sono in forte declino e gli organi competenti (IUCN e Comunità Europea ) hanno già previsto norme di tutela che però rischiano di rilevarsi inefficaci.

Nello specifico Testudo Marginata sarda e la tartaruga acquatica Emys Orbicularis sono considerate entrambi in serio pericolo di estinzione in tutto il loro areale di distribuzione. La Testudo Marginata, molto numerosa nel nord della Sardegna fino a 7-8 anni fa, ora è decisamente rara.

L’Emys Orbicularis, solo 40 anni fa, era presente su tutta la penisola, ora scomparsa al nord e rarissima al centro-sud.

Le cause di tale declino sono da attribuire al forte bracconaggio, alla distruzione degli habitat da parte di incendi e all’eccessiva urbanizzazione a fini turistici.

In alcuni casi l’agricoltura intensiva contribuisce al problema attraverso la sottrazione di aree di macchia mediterranea, l’uso di macchine e l’impiego di sostanze chimiche.

Anche impianti industriali, sebbene meno presenti nelle zone mediterranee, sarebbero responsabili di sottrazione di aree e di inquinamento ambientale.

Nel quadro della salvaguardia delle testuggini non è da sottovalutare l’importanza del recupero delle Trachemys Scripta Elegans e specie affini importate per la vendita come animale da compagnia.

Tali animali, incautamente abbandonati da un pubblico disinformato, in natura rappresentano un serio problema di competizione biologica con l’autoctona Emys Orbicularis e pongono le basi per uno stravolgimento dei delicati ecosistemi di tutte le zone umide.

In concerto con gli interventi atti a favorire la salvaguardia delle aree mediterranee e delle zone umide è importante da un lato costituire dei pool di soggetti che garantiscano una buona variabilità genetica in vista di possibili future reintroduzioni e dall’altro educare il pubblico ad un maggior rispetto e ad una maggior consapevolezza verso questi affascinanti animali.

Agostino Montalti

Composizione del “Parco delle Tartarughe” By Tarta Club Italia

  1. Biglietteria + sala gadget.
  2. Ufficio e sede Tarta Club Italia.
  3. Sala didattica/museo.
  4. Sala proiezioni / Convegni (almeno 200 posti).
  5. Infermeria, (con terrari per tarte in degenza) con struttura veterinaria completa.
  6. Sala cucina dove si prepara il cibo per le tarte.
  7. Area coltivata ad orto dove si coltivano vegetali per i propri animali.
  8. Cameretta incubatoio (deve essere in vista al pubblico).
  9. Magazzini (almeno due di 50 mq).
  10. Servizi igienici, tenendo conto dell’accesso ai disabili (rampe, parcheggi).
  11. Zona pic-nic.
  12. Chiosco/bar.
  13. Zona giochi per bimbi (magari con figure di tarte in legno).
  14. Panchine lungo il percorso e cestini per rifiuti.
  15. Illuminazione.
  16. Casine termiche (almeno 5) all’interno dei recinti delle tartarughe esotiche (Aldabra-Pardalis-Sulcata-Radiata ecc.)
  17. Locale termico, riscaldato, specifico per allestire un’intera area con mega-terrari per le specie esotiche, da utilizzare durante i mesi freddi.
  18. Recinti nursery per le piccole (THH – THB – TM – TG)
  19. Recinti di ricezione e quarantene, sia terrestri che acquatiche (questa è una parte molto importante e per ovvie ragioni di sicurezza quest’area non può essere aperta al pubblico, anche se visibile). La stessa area, deve essere provvista di locale riscaldato, attrezzato per la detenzione di esemplari in quarantena, debilitati o malati.
  20. Display; cartelli didattici che spiegano sommariamente le caratteristiche della specie, più eventuali altri a tema (l’evoluzione, la dieta, la classificazione ……)
  21. Recinto per THH * Recinti per THH regionali (lazio-puglia-sicilia-sardegna-toscana-campania), almeno 6.
  22. Recinto per THB
  23. Recinto per TGI
  24. (prevedere spazi per altre sottospecie)
  25. Recinto per TM
  26. 3 recinti per Terrapene (carolina- ornata- triungius)
  27. Recinto con laghetto, per le Emys Orbicularis
  28. Recinto con lago grande per le Trachemys Scripta Elegans (guancie rosse)
  29. Recinti con laghetto , per acquatiche , sottospecie.(almeno 4-5)
  30. Doppia recinzione di tutta l’area del parco e video sorveglianza (visto che uno dei maggior problemi degli altri parchi, sono i furti).

 

1) pargheggio
2) recinzione
3) staccionata
4) sede Tarta Club Italia
5) sala proiezioni e conferenze
6) struttura per tartarughe neonate con terrari ad altezza uomo
7) infermieria
8) biglietteria/ingresso
9) bar, vetrine per gadget, toilette
10) recinzioni per T. Graeca e sottospecie
11) recinzione per T. Hermnanni B.
12) recinsione per T. Hermanni H. suddivise per ceppi
13) recinzioni per T. Marginata
14) magazzini
15) aree per quarantene specie terrestri
16) aree per quarantene specie acquatiche
17) zona coltivata ad orto
18) pannelli fotovoltaici
19) aree per specie esotiche
20) struttura riscaldata per specie esotiche
21) area per specie esotiche (G. Sulcata)
22) struttura con impianto di riscaldamento per specie esotiche
23) laghetto
24) laghetto
25) laghetto
26) laghetto
27) laghetto
28) laghetto
29) laghetto
30) laghetto
31) laghetto
32) ponticello
33) zona pic-nic
34) toilette
35) zona parco giochi
36) area specie esotiche
37) area specie esotiche (G. Gigantea)

 

 

 

Pubblicato in TCI

 

 

 

Partito questo nuovo progetto che era in attesa da oltre un anno, dell’autorizzazione dal Ministero.

Si tratta di prove sperimentali per lo studio della cinetica di un noto antibatterico sulle Testudo hermanni .

Lo studio prevede la collaborazione del gruppo di ricerca della Prof.ssa Anna Zaghini, afferente al Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie (Facoltà di Medicina Veterinaria) dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna,   della Clinica Veterinaria Modena Sud, nella persona del Dott. Giordano Nardini, Il Dott. Mattia Bielli (già coordinatore del Comitato Scientifico del Tarta Club Italia), che si occupa delle analisi ematologiche (studio delle cellule del sangue)anche questo finalizzato alla valutazione dello stato di salute e benessere degli animali,  ed il Parco Natura Viva di Bussolengo (VR) (Dott. William Magnone) che ha messo a disposizione esemplari di Testudo hermanni boettgeri.

Il Tarta Club Italia collabora al progetto con l’acquisto di 60 rotori AV/REP, necessari per eseguire gli esami ematobiochimici (effettuati con VS2) prima e dopo la sperimentazione su un gruppo di 30 esemplari di Testudo hermanni.    

Questa ricerca rappresenta l’argomento di una tesi sperimentale di laurea (in Medicina Veterinaria) dello studente Andrea Dall’Occo,  ed i dati ottenuti saranno oggetto di presentazione a Congressi/Convegni scientifici, come pure di una pubblicazione su Rivista Scientifica Internazionale.

Questa nuova ricerca nasce anche dall’esigenza di trovare un antibatterico valido sulle testuggini, in quanto attualmente c’è molta confusione nel mondo veterinario e spesso molti medici veterinari utilizzano medicinali che poi hanno grosse controindicazioni sulle nostre testuggini, spesso anche mortali.    Sappiamo per esperienza che la maggior parte dei medici veterinari utilizza sistematicamente gli stessi medicinali che somministrano a cani e gatti;   quindi la nostra speranza è di dare una forte mano alle nostre amate testuggini.

 

 

 

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Progetto di ricerca sull'utilizzo dei derivati piastrinici nei cheloni Progetto di ricerca universitario sull’ottimizzazione e l’applicazione clinica dei derivati piastrinici nelle tartarughe. I derivati piastrinici , ed in particolare il platelet rich plasma (PRP) ed i gel piastrinici, vengono da tempo ultizzati nel campo della medicina rigenerativa per aumentare la velocità di guarigione di tessuti molli o duri. Il progetto prevede l’analisi di campioni di sangue prelevati da diverse specie, e la processazione di tali campioni al fine di preparare dei derivati piastrinici analogamente a quanto avviene nel campo della medicina umana e dei mammiferi. Da esperienze preliminari, derivati ematici arricchiti in trombociti, applicati sulle soluzioni di continuo di carapace o di tessuti molli, sembrano in grado di velocizzarne la cicatrizzazione, diminuendo i tempi di recupero del paziente e migliorando la prognosi. Lo studio, che coinvolge il gruppo di ricerca dei Proff. Stefano Grolli e Roberto Ramoni, il Dott. Francesco Di Ianni (Dipartimento di Scienze Medico-Veterinarie, Università degli Studi di Parma), la Dott.sa Elisa Merli ed il Dott. Igor Pellizzone (liberi professionisti), si prefigge come obiettivo l’approfondimento e il miglioramento di questa tecnica terapeutica innovativa che unisce alla efficacia e alla economicità, la rapidità di allestimento e la relativa semplicità dei macchinari necessari alla processazione del plasma. Importante la collaborazione del Tarta Club Italia il quale, oltre a mettere a disposizione diversi animali presenti nel centro di recupero di Cesena si impegna ad acquistare dei reagenti specifici necessari alla preparazione dei derivati piastrinici. La ricerca verrà presentata come argomento di tesi di laurea sperimentale in Medicina Veterinaria dello studente Vincenzo Aquaro, ed i dati ottenuti saranno oggetto di presentazione a Seminari/Congressi ed eventualmente di pubblicazioni scientifiche su riviste specializzate. L’obiettivo finale dello studio è di perfezionare uno strumento terapeutico rapido da allestire, economico, efficace ed accettato ufficialmente dal mondo scientifico/accademico in modo da poter essere utilizzato sempre su più larga scala e migliorare le prognosi nei pazienti-tartaruga.

 

 

 

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