Sabato, 27 Settembre 2014 17:06

Terrapene carolina statunitensi

DIFFERENZIAZIONE DELLE QUATTRO SOTTOSPECIE STATUNITENSI DI Terrapene carolina IN INDIVIDUI GIOVANI

Txema Lopez, 2007

Non è difficile trovare nei libri o navigando un po' su internet una descrizione delle differenze tra le quattro sottospecie nodamericane di Terrapene carolina, soprattutto in siti statunitensi. D'altra parte, queste descrizioni manifestano solitamente due carenze per l'utente europeo. Senza contare la lingua, la prima di esse è che le differenze si illustrano sempre in esemplari adulti, e a volte molto vecchi, di origine selvatica che hanno già perso in parte o totalmente la loro pigmentazione originale e la seconda, che le Terrapene sono solite essere considerate le tartarughe"giocattolo" o "usa e getta"da parte degli appassionati americani, giacchè molte di esse sono raccolte ancora oggigiorno nel loro habitat naturale, nonostante la proibizione vigente in molti stati. Questo fa sì che l'informazione disponibile sia molto sommaria o al contrario di tipo scientifico, elaborata da biologi e poco orientata verso l'appassionato medio. Il fatto che sia proibita anche l'esportazione delle tartarughe scatola implica che la maggior parte degli animali disponibili in Europa siano giovani, discendenti dei pochi sopravvissuti delle esportazioni massive fatte subito dopo la proibizione del commercio delle Testudo in Europa. Dopo la scomparsa temporanea del commercio di Testudo hermanni e Testudo graeca, durante gli anni '80 e fino a metà degli anni '90, il mercato degli animali da compagnia si appropriò delle fino ad allora sconosciute tartarughe scatola americane. Il loro prezzo basso (tra i 18 e i 60 euro), la mancanza di informazione e le cattive condizioni in cui si mantenevano degli animali selvatici, che erano rimasti affollati per molto tempo dal momento in cui erano stati catturati, molto spesso durante il letargo, fecero sì che la stragrande maggioranza di essi morisse. Quelli che non morirono e riuscirono ad adattarsi lo fecero solo per la loro robustezza, considerando che arrivavano fortemente parassitati e stressati, ed essendo l'informazione disponibile all'epoca molto scarsa. Queste circostanze alimentarono anche la leggenda secondo la quale le tartarughe scatola sarebbero animali elusivi e timidi. Niente di più lontano dalla realtà.

Questi pochi superstiti, in un piccolo numero, sono riusciti ad essere riprodotti in cattività da alcuni appassionati tra i quali mi includo, dopo essere riusciti a mettere insieme diversi di questi animali importati e pochi altri di seconda generazione. Grazie a ciò, si è ottenuto che non siano tanto difficili da trovare nel mercato europeo come lo erano un tempo, soprattutto tra il 1997 e il 2002. Nonostante ciò, non tutte le sottospecie si trovano con la stessa facilità, e la spiegazione è abbastanza semplice. L'ultimo stato a permettere l'esportazione di tartarughe scatola fu la Louisiana, dove convivono principalmente due sottospecie: la Terrapene carolina major e la Terrapene carolina tringuis, e molta attenzione, i loro incroci(che qui chiameremo "intergradi"), che in certe zone sono realmente abbondanti. In minor estensione so della Terrapene carolina carolina. Quella che non compare in nessun modo in Louisiana è la Terrapene carolina bauri, circoscritta quasi nella sua totalità in Florida, che proibì le esportazioni molto presto. E' per questo che le Terrapene che incontreremo più facilmente sono le Terrapene carolina major, per un'altra ulteriore ragione: essendo la sottospecie di maggior taglia, è anche quella che depone il maggior numero di uova, e di conseguenza quella che produce più prole. In seconda posizione troviamo le Terrapene carolina tringuis, poi, a una distanza considerevole le Terrapene carolina carolina e sporadicamente la Terrapene carolina bauri. Chi disponga di animali singoli dell'epoca, mi arrischierei ad assicurare che nella maggior parte dei casi si tratta di esemplari di Terrapene carolina major, Terrapene carolina tringuis o loro intergradi.

Tutte queste motivazioni mi portano a tentare di chiarire la sottospecie degli animali che possiamo acquisire illustrando questa spiegazione con esempi di animali giovani. Sarebbe abbastanza difficile farlo oggigiorno con un animale adulto e credo possa essere di grande aiuto focalizzare questo argomento con animali giovani. Nella misura del possibile tenterò di distinguere anche gli intergradi (incroci tra sottospecie, per cui "non ibridi"). Tenterò di seguire la spiegazione che dà Dodd nel suo favoloso libro sulle tartarughe scatola per spiegare le differenze.

C'è un concetto che prima di entrare nei dettagli è interessante conoscere:
La formula falangea è una maniera di comparare animali contando il numero di falangi che hanno in ciascun dito. Può essere utilizzata per studiare la filogenetica dell' animale(grosso modo la famiglia di specie in cui si inquadra) o per predire l'uso che fa delle sue mani e dei suoi piedi. Si è soliti attribuirla con un numero semplice. Nella foto che segue vediamo l'arto di uno scoiattolo, che ha cinque dita e dunque una formula falangea di cinque numeri, i quali compongono il numero di falangi di ogni dito separati da un trattino: 3-4-4-4-4.



fig.1 formula falangea di uno scoiattolo. Foto da Mammalian Stances: Plantigrade, Digitigrade, and Ungligrade. Murray State University.


Nelle diverse sottospecie di Terrapene carolina, la formula falangea varia a seconda degli studi di Minx, e con una radiografia delle zampe possiamo aiutare a determinare la sottospecie di animali che non siano troppo facili da identificare.

Terrapene carolina major

Iniziamo con la Terrapene probabilmente più comune nei terrari europei. Innanzitutto, è la sottospecie più grande di tutte, ma con i giovani è qualcosa di molto relativo. Non sono necessariamente quelle che crescono più rapidamente, ma senz' altro quelle che hanno un periodo di crescita più lungo e che raggiungono le dimensioni maggiori. Il suo colore è abitualmente marrone-olivaceo, occasionalmente con un disegno raggiato con macchie o linee molto sottili e abbondanti in ogni scuto del carapace, in alcuni casi quasi puntini. Possiamo trovare anche animali con un pattern raggiato e simmetrico, ma appartenenti a ceppi molto scarsi e meno comuni di quelle completamente marroni o puntinate. Esiste anche una popolazione molto scura, quasi nera, ma la incontreremo molto di rado, considerando che è tipica della zona della Florida e abbiamo già chiarito che i nostri animali provengono nella stragrande maggioranza dalla Louisiana.


fig.2 Esemplare di due anni e mezzo di età di Terrapene carolina major.

Il suo carapace è il più appiattito di tutte le sottospecie, dato che abita terreni paludosi ed è la miglior nuotatrice di tutte, nonostante lo faccia abbastanza male. Solitamente hanno un gonnellino posteriore, che le aiuta a mantenersi sul terreno paludoso che abitano, soprattutto in periodi di pioggia. I giovani hanno una carena che di solito perdono nell'età adulta. Le zampe anteriori sono gialle nella parte anteriore e marrone chiaro o scuro in quella posteriore. La testa, o è completamente marrone, oppure presenta una serie di linee gialle lunghe e più o meno fuse, anche se la cosa più comune è che sia scura con piccole macchie gialle. Gli occhi sono sporgenti. Il piastrone di solito è marrone con ombre scure a livello delle unioni tra diversi scuti, caratteristica che a volte si ha anche negli scuti del carapace. Nei maschi si può intuire una certa concavità, nei giovani quasi più evidente al tatto che alla vista, e un leggero ingrossamento e una maggior lunghezza della coda. In alcuni casi si nota già il colore più rossiccio degli occhi e più colorazione in generale. La formula falangea secondo Minx (1992) è 2-3-3-3-2 per le zampe anteriori e posteriori (la condizione primitiva dei criptodiri è 2-3-3-3-3). Le zampe posteriori possono presentare un disegno consistente in una linea giallognola che le contorna, e hanno quattro unghie nelle zampe posteriori e cinque nelle anteriori.


fig.3 Dettaglio della zampa posteriore con quattro unghie, tratto caratteristico della Terrapene carolina major e Terrapene carolina carolina.


fig.4 Dettaglio di testa e zampe anteriori con cinque unghie. Si noti la posizione elevata degli occhi e la comparsa di macchie gialle sulla testa. Il colore rossiccio degli occhi e la leggere concavità del piastrone ci fanno pensare di essere di fronte a un maschio.


fig.5 Dettaglio del gonnellino tipico della Terrapene carolina major.


Terrapene carolina triunguis


fig.6 esemplare giovane di 3 anni di età di Terrapene carolina triunguis

La Terrapene carolina triunguis è una sottospecie di taglia media, ma insisto nel dire che la taglia dei giovani della stessa età è determinata più da ragioni genetiche e di alimentazione che dalla taglia che avrà l'animale in età adulta. La dimostrazione sono questi due animali, (fig.7) nati da diversi padri nello stesso periodo e che mostrano dimensioni tanto diverse tra loro. Questa differenza non è sporadica, dato che si ripete sistematicamente tutti gli anni per i figli di queste due femmine. Il colore varia dal marrone scuro quasi nero al marrone chiaro, con un pattern simmetrico e sfumato o completamente marrone, di solito non si vedono animali con punti gialli piccoli come nelle mayor, se qualche animale presenta punti questi sono solitamente grandi. Il carapace è molto bombato già da molto piccole e di solito presenta una carena mediana dorsale.


fig.7 Due triunguis nate lo stesso mese dello stesso anno.


fig.8 Dettaglio della testa con macchie rosse e bianche, il che ci suggerisce che questo esemplare sia un maschio.

La testa è più stretta e allungata di quella della major delle foto precedenti, e gli occhi non sono tanto sporgenti. Si osservi anche il pattern scolorito del piastrone.
La pelle è marrone, ma molto variabile. Da un marrone chiaro-rossiccio a un marrone scuro, disseminato di macchie gialle, persino bianche nelle femmine, essendo le zampe anteriori dei maschi rosse nella loro parte anteriore, e occasionalmente persino completamente rosse. I giovani con macchie rosse saranno quasi sicuramente maschi, il che non esclude che ci siano femmine con delle bellissime macchie rosso-arancio. Le zampe delle femmine non sono mai rosse, sono gialle. Gli occhi non sono sporgenti. I piastroni possono avere un certo disegno o non averne nessuno, ma di solito sono marrone chiaro, e nei maschi non si ha o quasi concavità. La coda è un po' più grossa e la cloaca è più distale anche nei giovani. In animali adulti la coda del maschio di triunguis è la più corta, molto meno che quella delle mayor. Nei giovani di entrambe le sottospecie si può apprezzare solo la distanza relativa della cloaca. La formula falangea di Minx (1992) è abitualmente 2-3-3-2-2 per le zampe anteriori e 2-3-3-3-1 per le posteriori, anche se in generale le triunguis sono abbastanza variabili in quest'aspetto. Presentano cinque unghie nelle zampe anteriori e tre in quelle posteriori, anche se non è raro vedere animali con quattro unghie o tre in una e quattro nell'altra.

fig.9 Dettaglio della coda di un giovane maschio. La cloaca è leggermente più distale che nella femmina, fig. 10, ma questa è più larga. Si vede chiaramente nella fig. 11.


fig. 10 Dettaglio della coda di una giovane femmina.


fig. 11 Dettaglio della coda di un maschio semiadulto.


fig. 12 Dettaglio della zampa posteriore di una tringuis, con tre unghie.

Terrapene carolina carolina

Sono già più difficili da trovare rispetto alle altre, e si trovano per questo molti intergradi sul mercato, soprattutto con major e triunguis. Torno ad insistere sul fatto che, nonostante in età adulta siano di taglia media, nei giovani la crescita dipende più dalla genetica e dall'alimentazione che da altro. E' la più variabile di tutte, ci sono esemplari completamente marroni e altri incredibilmente colorati con linee molto marcate su fondo nero. Quello che è strano è vedere animali con colorazioni sbiadite. Il colore predominante sul carapace è il giallo o l' arancione, con il nero e il marrone. Questo si presenta bombato, ma non tanto come nelle triunguis. Un disegno molto comune consiste in scuti di colore nero con grandi segni marrone-araciato senza formare un pattern netto.


fig. 13 Giovane di tre anni di Terrapene carolina carolina, varietà scura con piastrone e carapace neri, con disegno tipico di carolina carolina e presente solo in questa sottospecie.

Hanno una carena mediana dorsale, anche se meno pronunciata delle sue cugine prima menzionate. Il colore della faccia è giallo o arancio scuro e bianco, anche se a volte compare anche il rosso. Le zampe anteriori dei maschi, come quelle delle femmine, di solito sono prevalentemente gialle, ma possono avere macchie più aranciate e persino rosse. Il piastrone di solito è disegnato, anche se ci sono animali con un piastrone marrone chiaro come le major o persino nero. La coda nei maschi si avvicina più a quella delle major che a quella delle triunguis per dimensioni e distalità. La formula falangea secondo Minx (1992) è 2-3-3-3-2 nel 71,4% dei campioni studiati per le zampe anteriori, nella restante percentuale è 2-3-3-2-2 come le triunguis. Negli arti posteriori la formula falangea è 2-3-3-3-2 o 2-3-3-3-1 in percentuali del 50%. Sono, senza dubbio, la sottospecie più variabile e più confusa in certi individui. Quello che si verifica sempre è la presenza di quattro unghie nelle zampe posteriori e cinque in quelle anteriori.

Terrapene carolina bauri

La Terrapene carolina bauri è un animale straordinariamente difficile da vedere in cattività in Europa. Non è facile da trovare persino negli Stati Uniti, e la sua detenzione in Florida è proibita. Se ci rifacciamo al nostro approccio probabilistico, se hai un animale nero con un bellissimo disegno giallo raggiato, quasi sicuramente si tratta di una specie diversa che in questa occasione non trattiamo: la Terrapene ornata. Le Terrapene carolina bauri sono tartarughe relativamente più grandi delle triunguis o delle carolina carolina. D'altro canto la bibliografia dice che sono un po' più piccole, ma senza dubbio non corrisponde a quanto io ho osservato personalmente in individui adulti. Il carapace è nero con un disegno striato giallo, con linee sottili.


fig. 14 Giovane di tre anni di età di Terrapene carolina bauri, femmina, animale a forma di "tenda canadese"caratteristica ed esclusiva di questa sottospecie.

Di tanto in tanto appaiono animali con linee più larghe denominati tra gli appassionati "High yellow". Il carapace di solito è abbastanza bombato, come nelle triunguis, e in molti casi a forma di "tenda canadese". Hanno anche un gonnellino abbastanza pronunciato. La testa è abbastanza stretta e di colore nero o grigio scuro, con due strisce gialle caratteristiche che la attraversano longitudinalmente. Il colore degli occhi, siano maschi o femmine, è sempre marrone scuro, mai rosso. Le zampe sono nere e gialle, non ci sono mai macchie arancioni o rosse. Il piastrone è disegnato o completamente marrone-grigiastro. La formula falangea è 2-3-3-3-2 per gli arti anteriori e posteriori, essendo in generale la sottospecie meno variabile. Possono avere tre o quattro unghie nelle zampe posteriori.


fig. 15 Dettaglio della testa, con le sue due linee gialle caratteristiche di Terrapene carolina bauri.


fig. 16 Dettaglio della zampa con le sue quattro unghie.


fig. 17 Dettaglio della coda di un giovane maschio.


fig. 18 Comparazione del piastrone di un maschio e di una femmina di Terrapene carolina bauri.


fig. 19 Piastrone concavo di un iovane maschio di Terrapene carolina bauri.

Come distinguerle.

In alcuni casi è veramente difficile. Le caratteristiche di certi animali appena usciti dall'uovo variano molto poco. E' praticamente impossibile distinguere un baby major da un baby carolina. Le triunguis si distinguono perchè hanno generalmente tre unghie nelle zampe posteriori (ma se ne hanno quattro, cosa non impossibile, siamo nella stessa situazione). Quelle che si distinguono chiaramente sono le bauri, che nonostante abbiano un'alta percentuale di individui con tre unghie, sono di colore nero con una linea dorsale gialla chiaramente visibile sulla linea della carena.


fig. 20 Baby di Terrapene carolina bauri, chiaramente distinguibili dal resto col loro tipico colore nero e la loro linea gialla nella zona della carena.


fig. 21 Baby di Terrapene carolina triunguis. A prima vista indistinguibile da major o carolina se non per le tre unghie nella zampa posteriore.



Comparazione visiva di animali difficilmente identificabili.

Facciamo adesso una comparazione visiva tra le quattro sottospecie di Terrapene carolina . Nella foto qui sotto si distinguono quattro esemplari tipici di ognuna delle sottospecie. In slto a sinistra vediamo una major, alla sua destra una carolina, sotto questa una triunguis e alla sua sinistra una bauri. Sono quattro animali tipo, di classificazione indubbia. Si apprezza il gonnellino delle major, con la loro carena giovanile, la colorazione e il pattern tipico delle carolina, il disegno giallo stellato su fondo nero delle bauri e il disegno sfumato e puntinato grosso con arti e testa rossi delle triunguis.


fig. 22 Un rappresentante per ogni sottospecie.

Nella seguente foto vediamo i piastroni tipici delle sottospecie:
Il piastrone giallo con segni marroni tra gli scuti delle major, molto simile nelle triunguis, solo che queste di solito non hanno zone di marrone diffuso al centro degli scuti, bensì un pattern più sbiadito, il pattern tipico delle bauri in basso a sinistra e quello delle carolina carolina, molto variabile ma in questo caso molto tipico. Neanche piastroni neri sono da considerarsi eccezioni.


fig. 23 Piastroni di un rappresentante per ogni sottospecie.

Bene ora, la variabilità di questa specie è stupefacente, e vado ad illustrarla con comparazioni tra individui della stessa e di diverse sottospecie. Iniziamo con qualcosa di semplice, due triunguis, maschio a destra e femmina a sinistra. La femmina presenta un disegno sfumato, mentre il maschio presenta un piastrone marrone chiaro tipico delle triunguis, abbastanza somigliante a quello delle major.


fig. 24 Femmina e maschio di Terrapene carolina triunguis. La concavità del maschio è quasi inesistente, anche se in comparazione si nota, Si osservi la lunghezza della coda.

Andiamo a vedere adesso le differenze di bombatura del carapace tra le diverse sottospecie: nella prossima foto si apprezza la differenza tra una major (sinistra) e una triunguis (destra), due animali di dimensioni e colorazione simili.


fig. 25 A sinistra Terrapene carolina major, più appiattita, a destra Terrapene carolina triunguis, più bombata.

Nella prossima foto facciamo una comparazione tra una triunguis (sinistra) e una carolina (destra). La carolina è un esemplare marrone poco comune e dopo spiegheremo abbondantemente da dove si deduce che è una carolina.


fig.26 A sinistra Terrapene carolina triunguis, più bombata. A destra Terrapene carolina carolina.

Nella prossima, nonostante sia scattata dall'alto, si nota la differenza tra una bauri (sinistra) e una carolina carolina. La foto l'ho fatta così perchè si apprezzi che la bauri è sovrannumeraria e la carolina iponumeraria. Si osservano anche i loro pattern tipici. Le compariamo anche con una major perchè si veda la differenza della forma di entrambe, in foto da sopra e da sotto, perchè si osservi come si abbassa il gonnellino della major in comparazione con la carolina carolina. Nella foto successiva compariamo una bauri con una triunguis.


fig. 27 A sinistra Terrapene carolina bauri, a destra Terrapene carolina carolina.


fig. 28 A sinistra Terrapene carolina major, a destra Terrapene carolina carolina.


fig. 29 Terrapene carolina major, vista del piastrone, alla sua destra Terrapene carolina carolina "standard".


fig. 30 Terrapene carolina bauri sopra, Terrapene carolina triunguis sotto.

Ora andiamo a vedere il caso di un animale dubbio. La Terrapene carolina carolina che vedevamo prima. E'una carolina,triunguis o major? Beh, vi dico già che è una Terrapene carolina carolina perchè è nata da una coppia selvatica di carolina carolina dalla stessa origine geografica, ma ragioniamoci.


fig. 31 Terrapene carolina carolina con una colorazione insolita.

- Non è una major: la forma del carapace è abbastanza differente, con il leggero gonnellino delle major, così come l'occhio posizionato più in alto delle major. Nelle major gli scuti sono bordati anche da un'ombra marrone tipica che il nostro individuo non presenta. Questo si nota anche nella foto comparativa del piastrone. (carolina a destra, major a sinistra)

- Non è una triunguis: è troppo appiattita ed ha quattro unghie in ogni zampa posteriore.

- Non è una bauri: questo è indubbio, non è nera.

- Potrebbe avanzarsi l'ipotesi che sia un'intergradazione, ma combacia perfettamente con tutte le caratteristiche di Terrapene carolina carolina, inclusa la variabilità di colore.


fig. 32 Comparazione tra major e carolina. Si noti la scampanatura della parte posteriore.


fig. 33 Vista dall'alto di major e carolina.


fig. 34 Vista frontale di major e carolina.


fig. 35 Comparazione dei piastroni.

Inseriamo adesso la comparazione con triunguis e bauri, per non dar luogo a dubbi:
si noti che la triunguis ha chiaramente tre unghie nella zampa posteriore e la carolina quattro. Il piastrone della bauri è completamente diverso.

fig. 36 In alto a sinistra triunguis, in basso a sinistra bauri, a destra carolina.

D'altra parte dicevamo che i maschi di triunguis non presentano concavità del piastrone, o questa è molto lieve. Si vede bene in questa foto comparativa con un maschio di bauri. Anche i maschi di major e quelli di carolina di solito presentano una concavità abbastanza accentuata.
In ultimo compariamo con un piastrone tipico di carolina oltre a quelli precedenti. Si noti che nonostante la colorazione, la forma generale dell'animale è la stessa:


fig. 37 e 38 In alto a sinistra triunguis, in basso a sinistra bauri, a destra carolina, in alto esemplare dubbio, sotto esemplare "standard".


fig. 39 Si noti la differenza di concavità di due maschi, sopra triunguis e sotto bauri. E' lo stesso maschio della figura 16.

Intergradi.

Si dà il caso che alcuni animali presentino caratteristiche di due sottospecie che fanno pensare che possano essere intergradazioni. Tecnicamente è un ibrido tra due sottospecie, ma appartenendo alla stessa specie non si può considerare come tale. Sono, in molti casi, difficili da individuare, e senza vedere i genitori possiamo fare una identificazione erronea con facilità. Io direi che la cosa più difficile da individuare sono i triunguisXcarolina. Parlando con l'allevatore dell'animale della figura 40 sono arrivato alla conclusione che la madre era una triunguis e che il padre era una carolina. Di fatti glielo chiesi perchè vidi qualcosa di strano, che non quadrava nell'animale. Sono sicuro che arrivando all'età adulta, sarà più facile valutare le caratteristiche che lo rendono un intergradazione, ma per il momento osservo un carapace con un pattern que è più da carolina carolina, e un colore rosso e un gonnellino che mi sembrano più da triunguis, anche se ci sono carolina carolina molto rosse. Credo di ricordare che una delle sue zampe avesse 3 dita, e l'allevatore mi assicurò che la madre ne aveva tre.

fig. 40 Probabile intergradazione triunguisXcarolina. Grazie per la foto a Paquete(utente del forum di http://www.faunaexotica.es ndt).

Probabilmente quelli di bauri sono i più facili da indentificare. Qui potete vedere un ibrido, probabilmente di triunguisXbauri. Quest'animale fu fotografato a Big Gun Swamp, Baker Co. Florida il 24 Aprile del 2003 da Mike Pingleton(fig. 41). Non quadrano nè i punti, nè il colore delle zampe e il disegno della faccia mantiene in una certa maniera le due linee tipiche delle bauri, ma con il rosso delle triunguis.


fig. 41 Possibile bauriXtriunguis, foto ceduta da Mike Pingleton.

In ultimo, non deve preoccuparci in assoluto il fatto di avere un'intergrado e persino farlo riprodurre. Ci sono zone in cui la popolazione di intergradi è realmente alta. Nel nord dell'Alabama c'è un alto tasso di intergradi tra Terrapene carolina triunguis e Terrapene carolina carolina, nel sud tra triunguis e major, nel nord della Florida con bauri. In questa zona si intergradano le quattro sottospecie, per cui si trovano individui realmente inclassificabili (Dodd). Per questo la mia opinione è che, se abbiamo la fortuna di mantenere una coppia di questi animali, anche se fossero di sottospecie diverse, li dovremmo riprodurre perchè non perdano la loro capacità di farlo. Non sono tanto comuni in Europa da poterci permettere il lusso di non poter mantenere in futuro queste incredibili creature. Gli animali riprodotti in cattività non sono per nulla timidi, comparati con i loro genitori catturati in natura. Non aspettiamoci di tenere qualcosa di simile a una Testudo, per me sono animali abbastanza più intelligenti, ma dalle abitudini molto diverse.

Bibliografia:

Dodd K.C., North American Box Turtle, A Natural History. University of Oklahoma Press, 2001

Minx, P. 1992. Variation in Phalangeal formulae in the Turtle Genus Terrapene. J. Herpetol. 26:234-38

Terry Derting Mammalian Stances: Plantigrade, Digitigrade, and Ungligrade

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Traduzione a cura di Vincenzo Aquaro

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