29 Novembre – 14 Dicembre 2006
Non è facile, in un breve articoletto come questo, descrivere tutto ciò che abbiamo visto in quello che personalmente chiamo "Il viaggio della mia vita". Se mi accingessi a parlare dell'Archipelago de Colon probabilmente queste righe passerebbero inosservate a molti. Le Isole Galàpagos, invece, le conoscono tutti o, per lo meno, tutti le hanno già sentite nominare. Pochi sono a conoscenza del fatto che è solo una questione di doppio nome. Quel che è sicuro è che la parola "Galàpagos " porta la mente di ognuno a viaggiare fra le più svariate fantasie naturalistiche senza spazio e senza tempo.
Una visita nell'arcipelago è come un sogno avverato di un bambino, o meglio, è una visita che fa tornar un po' bambini tutti quanti. E' questo, infatti, uno degli ultimissimi paradisi incontaminati che si possano ancora trovare sulla Terra, ormai circondati, come siamo, da cemento ed asfalto, dal capitalismo, dalla tecnologia e dalla vita frenetica delle nostre città. Un viaggio in queste isole dimenticate è una lezione esplosiva di storia ambientale e naturalistica, fra paesaggi incantati, a metà strada fra deserti e foreste.
Scomode e lontane da raggiungere, spesso viste negativamente, in passato, a causa delle coste di origine vulcanica, e quindi costituite da rocce di color nero, simbolo del male e della negatività, case di "strani" animali, quasi sempre endemici, queste terre sono riuscite a mantenere una sorta di verginità dove l'uomo non ha ancora deturpato o modificato l'ambiente che lo ospita.
Scoperte nel 1535 dal Vescovo di Panama che vi approdò per errore, le Galàpagos vennero così chiamate in quanto proprio lo stesso Vescovo fece una descrizione molto dettagliata al suo re delle Galàpago (le testuggini) giganti che vide sulle isole. In seguito, per secoli, l'arcipelago offrì cibo ed acqua a corsari e pirati che trovavano ancoraggi comodi e legnami per le navi. Quasi sempre il cibo prelevato era costituito dalle enormi tartarughe terrestri che, inermi ed innocue e che raggiungevano anche i 200 Kg di peso, potevano sopravvivere nelle stive anche per un anno senza alcun tipo di cura. Nel XIX secolo soggiornò sulle isole Charles Darwin il quale, osservando fauna e flora locali, formulò la sua nuova teoria sull'evoluzione delle specie, alla base, ancora oggi, della moderna scienza biologica. Le Galàpagos divennero possesso dell'Ecuador nel 1832, posizionate a circa 1000 Km dal continente sud americano, in pieno Oceano Pacifico, a cavallo dell'equatore. Nel 1959 divennero ufficialmente Parco Nazionale.
L'arcipelago offre spazi naturalistici unici al mondo: vulcani attivi (ad esempio il Sierra Negra, secondo al mondo per importanza e grandezza, visitabile dopo ore di marcia a cavallo e poi a piedi, un'escursione indimenticabile!), zone aride e zone umide e verdissime, una flora impareggiabile ed una fauna che, non conoscendo l'uomo, non essendone mai venuta a contatto diretto, non lo teme. Il visitatore può, quindi, ammirare, senza difficoltà alcuna, ogni specie animale a brevissima distanza: sule piedi azzurri, fregate, albatros, iguane giganti, leoni marini, pellicani, fringuelli di Darwin, tonni, squali pinna bianca, mante, tartarughe marine, testuggini terrestri giganti, solo per ricordare alcune specie.
Oltreché dalla natura, tutti quanti noi, un po' turisti ed un po' naturalisti, siamo stati veramente colpiti anche dalla cordialità e dalla gentilezza della gente. Si nota subito che nessuno sa cosa sia lo stress, la gente non è maliziosa, viene quasi automatico lasciare le porte delle nostre camere aperte, non si ruba nulla. Nessuno ha paura di passeggiare la sera fra stradine poco illuminate in paesini che non si conoscono. Anzi, se si incontra qualcuno si viene puntualmente e cordialmente salutati. La povertà dilaga, la gente ha poco o nulla, ma quel poco che si possiede lo si spartisce con gli altri. I paesini sono molto piccoli. Le case sono tutte al piano terra o al limite ad un piano sopraelevato e di poche decine di metri quadrati. Le automobili sono praticamente assenti, tant'è vero che quando se ne incontra una si nota subito l'odore dei fumi di scarico in mezzo all'aria limpida e pulita che c'è. Il cibo nei ristoranti è buonissimo, anche se la scelta è limitata. Tutti i rari locali di intrattenimento chiudono prestissimo, verso le 22.00. Per le strade si respirano ovunque profumi di spezie e di carne cotta allo spiedo, accompagnati ad ogni casa da melodiche e, spesso, assordanti musiche del luogo. Se, però, qualcuno ha intenzione di andare a vivere in queste isole, o se qualcuno vede in questi posti un luogo dove poter realizzare facili guadagni approfittando del costo bassissimo della vita, beh... allora si prepari a cercar moglie alle Galàpagos! Proprio così, soltanto i residenti possono intraprendere qualsiasi tipo di attività lavorativa, e per avere la residenza è necessario sposare un cittadino del luogo.
Ci sono così tanti controlli aeroportuali e doganali che perfino droga ed alcol riescono a stare distanti. Si ha la sensazione che il tempo non abbia tempo, che il tempo non abbia senso.
Dal punto di vista sociale è veramente un tuffo in un altro mondo e in un'altra epoca, anche se si iniziano a vedere alcune piccole opere di modernizzazione (marciapiedi, lampioni, passeggiate lungomare). C’è da sperare che la corsa al denaro non riesca a intaccare anche questi ultimi baluardi di semplicità e genuinità.
Ma perché il Tarta Club Italia alle Galàpagos?
L'intenzione comune del Club di realizzare a Cesena "Il Parco delle Tartarughe" ha spinto il Club stesso ad andare a visitare direttamente sul posto la terra per antonomasia di questi rettili e i centri di salvaguardia e riproduzione ad essi dedicati. In questo modo è stato possibile ammirare, dal vero, i recinti dove vengono custoditi gli animali, l'arredamento ivi presente, le incubatrici e il reparto nursery. Sono tre i centri ufficiali che si occupano di testuggini e che sono stati da noi visitati: Il "Galapaguero", sull'Isola di San Cristobal, il" Charles Darwin Research Station", sull'Isola di Santa Cruz, e il "Centro de Crianza de Tortugas" sull'Isola Isabela. Tutti i centri si sono mostrati estremamente disponibili a mostrarci perfino il reparto incubatrici, cosa che è assolutamente proibita ai normali turisti.
Allo stesso tempo è altresì stato possibile fotografare da vicino decine di esemplari allo stato libero presso il paesino di Santa Rosa, sull'Isola di Santa Cruz. E, accompagnati da un pizzico di fortuna che non guasta mai, abbiamo assistito anche ad un accoppiamento. La visita del TCI sulle isole è coincisa con la presenza alle Galàpagos della troupe di "Velisti per Caso" di Patrizio Roversi e Susy Blady. Ormai affermato programma televisivo in onda su Rai3 a scopo ambientale, sociale e culturale, vuole, in questa occasione, sottolineare il problema della spesso difficile convivenza fra uomini ed animali. Il servizio completo e le interviste realizzate andranno in onda nel luglio del 2007 su Rai3 in prima serata. Quale migliore occasione per il TCI per farsi conoscere, spiegare le intenzioni del viaggio in una terra ancora pressoché vergine e nel regno proprio delle tartarughe giganti. Parlare, poi, dell'intenzione di realizzare un parco in Italia dove poter salvaguardare le specie autoctone, e dove poter, altresì, accogliere gli animali sequestrati dagli enti competenti o abbandonati in natura.
La convivenza di alcuni giorni con la troupe televisiva ci ha portati anche a conoscenza della possibilità di entrare in contatto con un settore dell'ENEL che si occupa di progetti pilota a scopo didattico da realizzare in opere pubbliche quale potrebbe essere proprio "Il Parco delle Tartarughe". In questo modo si potrebbe instaurare un rapporto di collaborazione reciproco. Un parco interamente autonomo da tutti i punti di vista: energetico in primo luogo, per ciò che riguarda la produzione di cibo per gli animali, ed anche per quanto riguarda lo smaltimento e il riutilizzo di materiali di scarto ed escrementi.Tutti noi "viaggiatori" siamo stati ospiti, per un giorno, dell'"Adriatica", l'imbarcazione sperimentale che accompagna la troupe durante i suoi spostamenti per il mondo. Si è approfittato dell'occasione per consegnare a Patrizio Roversi e al Governatore delle Galàpagos, Grace Unda, una targa ricordo, così da suggellare una sorta di gemellaggio / amicizia fra il TartaClubItalia e le Isole. Durante le riprese il Club è entrato in contatto diretto con una famiglia di residenti che vive in condizioni di estrema povertà, ma che, spinta da un profondo Amore e rispetto per la Natura, ed in particolar modo per le testuggini giganti con le quali vive a stretto contatto, non fa mai mancare loro acqua e cibo. Il TCI, nella persona del Presidente Agostino Montalti, ha deciso, a tal proposito, di fare immediatamente una donazione in denaro alla famiglia, e il giorno dopo di donare tre biciclette ai bambini di 5, 7 e 8 anni, costretti, fino a quel giorno, a percorrere quotidianamente 4 Km per recarsi a scuola. Gli occhi dei bambini si sono da subito illuminati e quelli di noi adulti sono diventati un po' lucidi...
Il viaggio non poteva concludersi in modo migliore per tutti noi, ormai divenuti un po' viaggiatori, un po' esploratori e soprattutto fotografi.
I partecipanti:
Da sinistra:
Giordano Elvio, Venturini Loris, Belletti Daniela, Montalti Agostino, Zoffoli Silvia, Farabegoli Elisa, Franzoi Andrea. Accasciata: Papperini Doretta.
Elvio Giordano