Caretta caretta

Caretta caretta (Linnaeus, 1758)

Tartaruga comune - Loggerhead Sea Turtle - Tortuga Caguama

CLASSIFICAZIONE E TASSONOMIA

Classe: Reptilia
Ordine: Testudines
Sottordine: Cryptodira
Famiglia: Cheloniidae
Genere: Caretta
Specie: caretta

Tradizionalmente si distinguono due sottospecie, anche se è più probabile si tratti solo di diverse popolazioni geografiche:

Caretta caretta caretta (Linnaeus, 1758): Oceano Atlantico e Mediterraneo

Caretta caretta gigas (Deraniyagala, 1933): Oceano Pacifico e Indiano

 STATUS GIURIDICO

E' inserita in appendice I CITES, in appendice II Convenzione di Berna, in Italia è protetta dalla legge n. 156 del 1980, che ne vieta la detenzione e la vendita.

La specie è tra le più minacciate e a rischio di estinzione, a causa della pesca, dell'uso di reti a strascico o altri sistemi, degli impatti con le numerose imbarcazioni, dell'alta percentuale di predazione e mortalità cui sono soggetti uova, piccoli e adulti, della scomparsa dei suoi punti di nidificazione, dovuta all'alterazione delle zone costiere e all'urbanizzazione, che ha contribuito ad aumentare i fenomeni di inquinamento sia delle spiagge che del mare.

DISTRIBUZIONE

Vive nel Mar Mediterraneo, Mar Nero, Mar dei Caraibi, Oceano Atlantico, Oceano Pacifico e Oceano Indiano.

HABITAT

Frequenta preferibilmente le zone costiere e lagune con acque tiepide, ma spesso si può incontrare in mare aperto, può spingersi a grandi distanze (240 km dalla costa) e profondità (oltre 100 m).

CARATTERISTICHE COMPORTAMENTALI

Generalmente è attiva durante tutto l'anno, compie migrazioni in base alla temperatura dell'acqua, per esempio nel Mediterraneo è maggiormente presente in Estate per alimentarsi ma scende verso le coste africane durante l'Inverno. Può essere soggetta a periodi di ibernazione, anche se non è ancora chiaro cosa regola questa condizione.

Tranne le femmine in stadio riproduttivo, che vanno a deporre nelle spiagge, Caretta caretta passa l'intera vita in acqua, affiorando in superficie per respirare e beneficiare dei raggi del sole. Può rimanere in apnea diverse ore perchè tollera un alto contenuto di anidride carbonica nel sangue, e può rallentare molto il metabolismo, tanto da non necessitare di grandi quantità di ossigeno. A quanto pare, le tartarughe marine hanno la capacità di scambiare ossigeno con l'acqua del mare attraverso la pelle e la mucosa della cloaca.

CARATTERISTICHE FISICHE

Fisicamente è l'espressione dell'adattamento alla vita marina, anche se l'assenza di branchie e la riproduzione legata alla terra ferma rimangono due "handicap". Il carapace non è bombato, come nella maggior parte delle tartarughe, ma perfettamente idrodinamico; le zampe si sono trasformate in vere e proprie pinne (dotate di due unghie), quelle anteriori sono usate per la propulsione e quelle posteriori come timone, il tutto a favore del nuoto. A differenza delle tartarughe terrestri e d'acqua dolce, Caretta caretta, come tutte le specie marine, non può retrarre la testa e gli arti all'interno del carapace, inoltre, non può alzare il suo corpo da terra quindi è costretta a strisciare sulla terraferma in occasione delle deposizioni.

Il carapace degli adulti mediamente è di 115 cm, ma può superare i 200 cm, il peso varia in media dai 100 ai 150 kg. La colorazione varia dal bruno, al rosso caffè, all'olivastro, mentre il piastrone e il ponte (che lo unisce al carapace) sono di colore più chiaro, tendente al giallo, soprattutto negli esemplari adulti. La testa presenta 2 paia di squame postorbitali.

Le sue forti mascelle, rivestite da una lamina cornea che forma una specie di becco, le permettono di frantumare con facilità anche la più dura corazza di un'aragosta.

E' distinguibile dalle altre tartarughe marine per le dimensioni della testa, molto grande in proporzione al corpo, e per la presenza di 5 scuti costali.

DIMORFISMO SESSUALE

I maschi presentano rispetto alle femmine, una coda più larga alla base e nettamente più lunga. Altra caratteristica dei maschi è rappresentata da unghie più grandi e robuste.

ALIMENTAZIONE

E' una specie principalmente carnivora, ma non disdegna cibi vegetali come alghe e spugne. La dieta comprende vari crostacei, molluschi e pesci. I piccoli si nutrono principalmente di plancton.

I tempi di digestione si aggirano in media intorno alle 122 ore.

RIPRODUZIONE

Gli accoppiamenti avvengono vicino alla costa, in prossimità delle spiagge scelte per la nidificazione. I maschi solitamente aspettano le femmine affaticate dalla deposizione, più vulnerabili e poco disposte a opporre resistenza.

Le femmine, che raggiungono la maturità sessuale intorno ai 20-25 anni, depongono nelle stesse spiagge in cui sono nate, o comunque nello stesso areale costiero. Il nido che ospiterà le uova viene scavato inizialmente con le zampe anteriori, terminato con quelle posteriori e infine chiuso nuovamente con le anteriori. La sua profondità è proporzionale più o meno alla lunghezza delle zampe posteriori, e generalmente di 50-60 cm.

Le femmine non depongono tutti gli anni. Ogni deposizione, che può avvenire ad intervalli di almeno 15 giorni dall'altra, può comprendere fino a 200 uova, e all'interno dello stesso anno possono avvenire mediamente 3 deposizioni ad esemplare. Le uova si presentano di forma circolare e flessibili, in modo da evitare che si rompano al contatto con le altre.

Come in tutte le tartarughe, la temperatura di incubazione influenza il sesso dei nascituri. Il periodo di incubazione è in media di 60 giorni. Quando i piccoli rompono il guscio, misurano circa 50 mm, e incominciano la salita verso la superficie preferibilmente di notte, in modo da ridurre il pericolo predazione. Quando raggiungono la superficie si incamminano verso il mare, orientandosi con il riflesso della luna e delle stelle; le piccole tartarughe sono infatti "fototrope".

La composizione e la granulometria della sabbia, il ricordo visivo della spiaggia, della costa e dell'orizzonte, la disposizione delle stelle e la salinità del mare, memorizzate dai piccoli, farà sì che gli adulti localizzeranno le spiagge nelle quali sono nati per ritornare a deporre.

Tra i piccoli che raggiungeranno il mare con successo, soltanto una bassissima percentuale di questi arriverà all'età adulta (1-8 su mille). Questa specie è molto longeva, vive in media 50 anni, ma può anche raggiungere gli 80 o più anni.

NOTE

Caretta caretta è la tartaruga marina più diffusa nel Mar Mediterraneo. La situazione in Italia comunque è abbastanza triste, generalmente si registrano 20-40 nidi per anno. Le aree di maggiore nidificazione sono le coste a Sud della Sicilia (Lampedusa, Linosa, Eraclea, Comiso),  della Calabria (Brancaleone) e occasionalmente della Campania.

Autore: Enrico Di Girolamo ©

Letto 5810 volte Ultima modifica il Giovedì, 19 Giugno 2014 18:36

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