Testudo ibera - tassonomia

Testudo ibera - tassonomia

Specie Terrestri

Testudo ibera venne descritta da Pallas nel 1814. L'epiteto "ibera" si riferisce alla sua provenienza geografica, la regione caucasica: l'Iberia, infatti, corrispondeva nell'antichità alla regione caucasica, non alla Penisola Iberica dei giorni nostri. L'interpretazione tassonomica di questa tartaruga, e di tutte quelle appartenenti al gruppo di T. graeca, subì numerose modifiche nel corso del tempo, e soprattutto negli ultimi anni. Tutto iniziò nel 1946, quando Mertens riunì le varie testuggini del mediterraneo orientale e dell'Asia minore che erano state descritte fino ad allora e contraddistinte dalla presenza di uno sperone alle zampe posteriori, in una sola specie, T. graeca, differenziando alcune forme a livello sottospecifico. Testudo graeca L. è la testuggine dell'Africa occidentale, che con la sua forma tipica, T. graeca graeca, è presente in Algeria nordoccidentale e Marocco nordorientale. La nostra tartaruga divenne quindi Testudo graeca ssp. ibera e con questo nome essa fu da allora comunemente diffusa e riconosciuta tra allevatori ed amatori. Generalmente, anzi, vennero indicati con questo nome non solo gli esemplari provenienti dal Caucaso, ma anche – e più comunemente, vista la maggiore facilità di accesso agli ambienti naturali – quelli dell'Anatolia.

Nel corso degli ultimi due decenni le metodologie di indagine tassonomica e, di conseguenza, le classificazioni proposte hanno subito una vera rivoluzione. Ciò dipende sia da un differente approccio concettuale, in quanto si tende a prediligere una classificazione strettamente filogenetica, che rappresenti con precisione i rapporti di parentela tra le varie forme, sia dall'utilizzo di metodiche fondate non soltanto sull'analisi delle variazioni morfologiche ma su studi di biologia molecolare, basati su caratteri genetici. Le nostre tartarughe non sono certo esenti da queste nuove indagini, ed è così che le interpretazioni delle varie specie e sottospecie del genere Testudo hanno subito una nutrita serie di cambiamenti. E certamente l'ultima parola non è stata ancora detta!

Come abbiamo accennato sopra, per una quarantina di anni le impostazioni di Mertens e successivamente di Wermuth & Mertens (1961) furono ampiamente accettate da tutti gli studiosi e allevatori di testuggini: si riconosceva quindi una sola specie, T. graeca, composta da un certo numero di sottospecie: T. g. graeca Linnaeus 1758, T. g. ibera Pallas 1814, T. g. terrestris Forsskål 1775, T. g. zarudnyi Nikolsky 1896, eccetera.

Fu Highfield (1990) a sostenere che le forme dell'Asia minore erano troppo differenti rispetto a quelle nordafricane per mantenere questa classificazione. L'autore propose quindi di separare T. ibera e gli altri due taxa medio orientali T. terrestris e T. zarudnyi rispetto a T. graeca. Gli argomenti portati a sostegno di questa classificazione sono assolutamente fondati e difficilmente contestabili, e sottolineano come le tre specie medio orientali siano imparentate tra loro e molto ben distinte dalle popolazioni nordafricane riferite a T. graeca. Nel concetto di questo autore T. ibera è il nome attribuito alle popolazioni di Grecia, Turchia e regione caucasica.

Da questo momento le variazioni nomenclaturali e tassonomiche si susseguono senza sosta, spesso accompagnate da descrizioni di nuove specie. E' inutile, in questa sede, ricordare tutti i lavori comparsi, e ci limitiamo a citare la revisione delle popolazioni appartenenti al gruppo di T. graeca proposta in un convegno tenutosi nel 2001 e pubblicato sulla rivista Chelonii (Chelonii, 3. Proceedings of the international congress on Testudo genus. March 7-10, 2001), in cui contributi ad opera di specialisti del genere Testudo riesaminano tassonomia e nomenclatura di tutte le numerose forme appartenenti al variabilissimo gruppo. Ciascun autore prende in esame una determinata zona geografica, cosicché, grazie agli studi dettagliatissimi degli esemplari in natura e di quelli conservati nei Musei, basati su una attenta disamina morfologica e su nutrita serie di misurazioni, probabilmente mai effettuata prima, si ridiscute l'inquadramento che deve essere attribuito alle varie forme, fornendone il nome corretto anche dal punto di vista nomenclaturale. Molto
interessate, in questo ambito, è uno studio filogenetico condotto da Perälä (2001), che evidenzia i rapporti di parentela tra le varie forme. Secondo questo approccio, il gruppo di T. graeca deve essere scomposto in numerose singole specie. Varie popolazioni dell'Asia minore sono così escluse da T. ibera, per essere inquadrate in specie a sé, a distribuzione solitamente abbastanza ristretta. Il nome di Testudo ibera verrebbe ad essere assegnato unicamente alle popolazioni del Caucaso meridionale (Georgia: Tbilisi e Azerbaijan), che comprendono la località da cui provenivano gli esemplari su cui fu basata la descrizione di ibera da Pallas. Non tutti gli autori paiono concordi: ad esempio, secondo un approccio più "classico" sarebbero riferibili a T. ibera anche le tartarughe presenti in buona parte dell'Anatolia, con eccezione di alcune zone marginali in cui sono presenti taxa distinti e localizzati (Pieh & al., 2001, fig. 1); al contrario, Vetter (2002) asserisce che gli animali anatolici non apparterrebbero a T. ibera, ma bensì ad alcune specie distinte non ancora descritte.

Come si vede, le nuove interpretazioni restano ampiamente discusse tra gli studiosi, in quanto alcuni autori prediligono un approccio che dà molto valore alle piccole differenze e considera pertanto ciascuna popolazione sufficientemente isolata geograficamente e/o geneticamente alla stregua di una specie a sé stante, mantenendo uno strettissimo rigore nell'applicazione di concetti teorici di classificazione. A questi concetti si contrappongono altri autori che danno interpretazioni se vogliamo più "tradizionali", mantenendo concetti più ampi ed inserendo le varie popolazioni in una sola specie, dai confini morfologici molto ampi, composta da un certo numero di sottospecie. In un caso avremo quindi molte "microspecie", appartenenti al "gruppo graeca", nel secondo caso invece avremo la sola Testudo graeca, con numerose sottospecie. Su questa linea si pone il citato lavoro di Pieh & al. (2001) che preferisce continuare a mantenere l'uso dell'inquadramento sottospecifico all'interno di T. graeca per la maggior parte delle popolazioni.

Fondamentalmente, i due sistemi sono in parte equivalenti, varia soltanto la dimensione della categoria "specie", più piccola, e forse più precisa nella descrizione delle parentele filogenetiche tra le varie entità, secondo i seguaci del metodo filogenetico di Perälä, oppure più grande e comprendente tutte le forme derivate dagli antenati comuni per chi predilige un approccio più tradizionale.
In realtà, pare senz'altro preferibile che T. ibera sia considerata specie a sé, e non sia più definita come sottospecie di T. graeca; troppi sono infatti i caratteri differenziali tra T. graeca e T. ibera. Differente è il discorso relativo a tutte le forme che si individuano nell'ampio areale colonizzato dal complesso di T. ibera, ciascuno dei quali può essere interpretato come specie a sé oppure inserito entro T. ibera. Sulla base dei dati ottenuti dall'analisi filogenetica, proposta da Perälä (2001), T. ibera parrebbe essere alla base, in un tentativo di ricostruzione delle linee evolutive del genere, di tutto il gruppo di specie del gruppo di T. graeca; si separerebbero poi due gruppi, uno comprendente le specie nord-africane, tra le quali la vera T. graeca ed uno comprendente quelle del mediterraneo orientale, Anatolia e Medio Oriente; la specie più evoluta di questo gruppo sarebbe T. marginata.

C'è ancora da aggiungere, al di là delle classificazioni, che la maggior parte degli animali che alleviamo sono di provenienza sconosciuta, e che molto spesso quelle nate in allevamento derivano da incroci tra genitori di origine geografica conosciuta, spesso differente, e non corrispondono quindi più alle popolazioni naturali. Risulta quindi molto complesso, praticamente impossibile, riferire ad una delle microspecie" recentemente descritte i nostri esemplari. Per tale motivo, potremo "permetterci" di utilizzare le nuove interpretazioni tassonomiche per dare un nome a qualche esemplare che possiamo incontrare nel corso di un viaggio nelle regioni di origine delle tartarughe, mentre è consigliabile limitasi a definire come T. ibera gli esemplari riferibili alle forme dell'Anatolia e vicino oriente che alleviamo se non siamo in grado di stabilire il loro "pedigree".

In considerazione del fatto che molte popolazioni sono più o meno fortemente minacciate in natura, e che i progetti di riproduzione in cattività hanno fondamentale importanza per la salvaguardia delle popolazioni in pericolo, quando conosciamo la zona di origine degli esemplari sarebbe sempre opportuno evitare accoppiamenti tra esemplari di distinta origine, in modo da mantenere l'identità genetica dei singoli taxa, siano essi interpretati come sottospecie geografiche o specie a sé stanti.

Bibliografia
Highfield A. C. 1990. Tortoises of North Africa: taxonomy, nomenclature, phylogeny and evolution, with notes on field studies in Tunisia. Journal of Chelonian Herpethology 1 (2): 1-56.

Mertens R. 1946. Über einige mediterrane Schildkröten-Rassen. Senckenbergiana 27 (1): 111-118.

Perälä J. 2001. Mophological variation among middle eastern Testudo graeca L., 1758 (sensu lato), with a focus on taxonomy. Chelonii, 3: 78-93.

Pieh A., Taskavak E. & Reimann M. 2001. Remarks on the variability of the spur-thighed tortoise (Testudo graeca) in Turkey. Chelonii, 3: 67-69.

Vetter H. 2002. Terralog: Turtles of the World. Vol. 1. Africa, Europe and Western Asia. Chimaira, Frankfurt am Main. 96 pp.

Wermuth H. & Mertens R. 1961. Schildkröten, Crocodylia, Rhynchocephalia – Das Tierreich. Berlin, 100: i-xxvii + 174 pp.

Autore: Massimo Meregalli
 
Letto 3794 volte

In collaborazione con

Sponsor

Social

Contatti 

Tarta Club Italia
Via della Repubblica, 39a

47042 Cesenatico (FC)

Partita IVA: 03515480402 - C.F. 90049330401

 

TartaClubItalia

Scrivi al TartaClubItalia, mandaci una mail a infotartaclubitalia@gmail.com.

Scrivi al Webmaster per problemi inerenti al sito.

DMCA.com Protection Status

Chi è online 

Abbiamo 154 visitatori e nessun utente online

Statistiche visite 

Oggi2195
Ieri3646
Questa settimana2195
Questo mese85112
Da sempre14737901

Powered by CoalaWeb
#5e5f72 #66fe00 #77b5b3 #dc1469 #232021 #a55778