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Lunedì, 23 Giugno 2014 19:35

Attività 2003

  1. dicembre - richiesta di riconoscimento come associazione di volontariato
  2. 16 novembre - partecipazione al 3° Convegno Nazionale delle Associazioni Erpetologiche
  3. 15-16 novembre - TCI alla mostra: mini Reptilia e Anfibia Day
  4. 08 ottobre - Proposta di modifica della Legge 150/92 sulle Testudo Europee
  5. 14 settembre - partecipazione al 2° Convegno Nazionale delle Associazioni Erpetologiche
  6. 13-14 settembre - Tartarughe Beach 2003
  7. 24 agosto - partecipazione al 1° Convegno Nazionale delle Associazioni Erpetologiche
  8. 28/29 luglio - TCI al Reptiles Day di Longar
  9. 30 maggio - lettera al CITES, “Richiesta Adozioni”
  10. 27 maggio - articolo del Tarta Club Italia per illustrare importanti modifiche alle normative
  11. 26/27 aprile - partecipazione alla mostra Terraristica Toscana
  12. 11 aprile - conferenza allo ZOOMARK 2003
  13. 08 aprile - documento “Riflessioni sulle Testudo Europee”
  14. 28-30 marzo - partecipazione a Reptilia e Anphibia Day
  15. 26 marzo - documento “Proposta di Legge”
  16. 10 marzo - invio documento "problematice sulle testudo"
  17. 28 gennaio - incontro con rappresentanze ministeriali
  18. 24 gennaio - invio lettera con temi da trattare
  19. Gennaio - accordi con ministeri
  20. 10 gennaio - lettera di protesta

 

  1. Tarta Club Italia richiede alla provincia di Forlì-Cesena il riconoscimento come associazione di volontariato con fini naturalistici (in attesa di riconoscimento).
  2. Partecipazione al 3° Convegno del Consiglio Nazionale delle associazioni erpetologiche e terraristiche a Cesena nei locali della mostra Reptilia e Anphibia Day, con il presidente Agostino Montalti come rappresentante del TCI, per eleggere i 5 rappresentanti dell’associazione, che a sua volta forniscono 5 delegati + 5 riserve che verranno accreditati ai Ministeri di Roma; il TCI viene eletto come uno dei 5 rappresentanti del consiglio nazionale e accredita ai Ministeri il dott. Mattia Bielli con riserva dott. Francesco Origgi.
  3. Partecipazione da parte del TCI alla mostra: mini Reptilia e Anfibia Day di Cesena (tavoli offerti dalla direzione), con Agostino Montalti, Matteo Ricci, Ivano Amaducci, Davide Urbinati e Micaela Morri.
  4. Creazione di nuova proposta, da inserire nel documento finale del consiglio nazionale da inviare a tutti i Ministeri, al CITES e alla Commissione Scientifica, denominata "Proposta di modifica della Legge 150/92 sulle Testudo Europee".

    Proposta di modifica della legge 150/92 sulle Testudo europee by Tarta Club Italia

    Sono oltre 5 milioni le testuggini terrestri in cattività nei giardini Italiani (suddivise soprattutto fra Testudo hermanni, Testudo marginata e Testudo graeca). Un grande patrimonio che, se ben valorizzato, contribuirebbe alla salvaguardia delle poche migliaia di esemplari rimasti in natura.
    Purtroppo l’attuale legge 150/92, con troppo burocrazia, di fatto blocca il libero mercato degli esemplari nati in cattività, incentivando il bracconaggio ed il mercato nero.
    Fino a quando non si faciliterà il rilascio dei certificati CITES per le testuggini nate in cattività, semplificando la procedura ed eliminando l’inutile registro (almeno per gli allevatori), non si soddisferà mai la forte domanda da parte degli appassionati (situazione ideale per bracconieri e mercanti disonesti).
    Il fatto stesso che, in Italia, per il rilascio dei certificati CITES , venga richiesto anche il pagamento di una tassa invece che degli incentivi, come già avviene negli Stati Uniti, denota che il problema non è affatto capito.
    L’attuale proibizionismo ha drasticamente ridotto il numero delle Testudo marginata sarde, ormai seriamente minacciate di estinzione nel loro habitat (il fenomeno si è accentuato soprattutto negli ultimi 8-9 anni da quando è entrata in vigore la legge 150/92). La stessa sorte sta coinvolgendo anche le Testudo hermanni.
    Poter disporre di un elevato numero di esemplari di Testudo nate in cattività, diminuirebbe note-volmente anche le importazioni di tartarughe esotiche in Allegato B, che molto spesso provengono da paesi che rilasciano, con grande facilità, certificati molto dubbi; la maggior parte di questi rettili, purtroppo, è destinata a morire in breve tempo, perché sono specie molto difficili da allevare per la difficoltà nel ricreare un adeguato habitat.

    Questi, sono i punti da modificare per semplificare il rilascio dei certificati CITES:
    - Eliminare il registro per gli allevatori (che è un forte deterrente ), mentre rimane sempre l’obbligo di denunciare le nascite ed i decessi.
    - Sostituire l’attuale sistema di identificazione (2 foto per ciascuno dei primi 5 anni) in quanto non garantisce l’identificazione, in quanto le giovani testuggini mediterranee sono praticamente tutte uguali ed in continua crescita.

    Il nuovo sistema di marcaggio, proposto dal Tarta Club Italia, utilizza della vernice per ceramica e vetri in questo modo:
    - I colori sono 10 e classificati esattamente come la scala dei colori per le resistenze elettroniche:
    1 = marrone
    2 = rosso
    3 = arancio
    4 = giallo
    5 = verde
    6 = blu
    7 = viola
    8 = grigio
    9 = bianco
    0 = nero

    I colori sono apposti nel centro degli scudi cornei costali (o laterali) e vertebrali (o dorsali) posteriori (è importante non deporre il colore fra uno scudo e l’altro, altrimenti disturberebbe la regolare conformazione degli stessi, durante la crescita e il colore potrebbe staccarsi).

    Il primo colore posto sul 4° scudo laterale sinistro (guardando la Testudo da dietro) classificato co-me “ a “, identifica l’anno (in questo caso è l’arancio che corrisponde al numero 3 ed equivale all’anno 2003 o comunque al terzo anno della decade in corso).
    Il secondo colore (sul 5° scudo dorsale) classificato come “ b “, viene letto come una unità se è singolo, corrisponde ad una o più decine se è abbinato al colore “ c “(4° scudo laterale destro) o ad un o più centinaia se in compagnia dell’eventuale colore “ d “ (3° scudo laterale destro).
    Quindi leggendo i valori corrispondenti ai colori, nell’esempio della foto 4 , avremmo i seguenti dati : anno 03 e numero 25.
    Se le nascite, per ciascuna specie, fossero superiori a 99, l’utilizzo di solo 4 scudi (il 5° dorsale, il 4° laterale sinistro ed il 3° e 4° laterale destro) permetterebbe una numerazione fino a 999 esemplari di una sola specie.
    La colorazione del successivo scudo, il 2° laterale destro(e) consentirebbe di numerare fino a 9999 esemplari dello stesso anno di nascita.
    Utilizzando gli scudi della parte anteriore del carapace, più precisamente il primo laterale de-stro(f), il primo dorsale(g) ed il primo laterale sinistro(h), si da un numero a ciascun allevatore, che può arrivare a 999 in caso di utilizzo delle suddette scaglie, e di ben 9999, utilizzando anche il secondo laterale sinistro(i).
    Il Tarta Club Italia , può farsi garante di fornire tale numerazione agli allevatori che ne fanno richie-sta per la certificazione CITES, gestendo un apposito archivio e aggiornando il CITES Centrale di Roma (così come già fa il FOI, per i volatili).
    I test sui colori per ceramica, eseguiti da oltre 10 anni, sono risultati molto resistenti fin poco pri-ma dell’età della riproduzione.
    Ovviamente poi al 5° anno di età, si provvederà ad effettuare le 2 foto identificative che verranno apportate sul documento CITES e saranno definitive (a questa età i caratteri iniziano ad essere già ben distintivi per garantire la non equivocità sui riconoscimenti).
    I certificati devono essere rilasciati dagli uffici CITES Provinciali , entro pochi giorni dalla richie-sta (in Germania vengono rilasciati entro 5 giorni), a tutti gli allevatori che hanno ricevuto il nume-ro allevatore e regolarmente denunciato le nascite.
    Inoltre come riconoscimento per l’opera di salvaguardia che esercitano gli allevatori, non deve essere imposta alcuna tassa al rilascio di suddetti certificati CITES.

    In fede:
    Agostino Montalti (Presidente Tarta Club Italia, fax 0547-71228)
    Cesenatico 08/10/2003
  5. Partecipazione al 2° Convegno Nazionale delle Associazioni Erpetologiche e Terraristiche a Cesenatico nei locali della mostra Tartarughe Beach 2003, con il Dott. Mattia Bielli come rappresentante del TCI e discorso del pres. Agostino Montalti, per richiedere di inserire nel documento finale, una nuova proposta di modifica delle normative sulle tartarughe.
  6. Ha luogo la seconda edizione della nostra mostra.

    TARTARUGHE BEACH 2003
    nei nuovi locali della Colonia Agip a Cesenatico, con inaugurazione del direttore del CITES centrale di Roma Ing. U. Mereu. 5 conferenze dei migliori veterinari, oltre 900 tartarughe esposte, 42 espositori e oltre 8000 visitatori e numerosi ospiti tra cui RAI tre. 12 esemplari premiati in 4 diverse categorie, più 2 premi dell’organizzazione (recensione e foto nella sezione mostra del sito).
  7. Partecipazione al 1° Convegno Nazionale delle Associazioni Erpetologiche e Terraristiche a Fiuminata (MC), con il dott. Mattia Bielli in rappresentanza del TCI, per discutere la creazione di un documento da consegnare ai Ministeri. Particolare importanza riservata alla compilazione dell’elenco delle specie pericolose.
  8. Seconda partecipazione da parte del TCI al Reptiles Day di Longarone (tavolo ancora una volta offerto dalla direzione), con i soci Matteo Ricci, Davide Urbinati e Micaela Morri.
  9. Lettera al CITES, “Richiesta Adozioni”, per ottenere l’adozione delle tartarughe sequestrate o consegnate. Per evitare che finiscano in centri fatiscenti o di dubbia correttezza e siano invece affidate alle cure degli appassionati (lettera esposta alla Commissione Scientifica).

    Cesena li 30-05-2003
    Spett.le CITES Centrale
    All’attenzione dell’ing. U. Mereu

    Il Tarta Club Italia, si rende disponibile ad organizzare un sistema di Adozioni, per tutte le tartarughe, da voi sequestrate, ritirate o trovate.

    Selezionando fra i tanti soci allevatori (ormai di tutte le regioni d’Italia), quelli che garantiscono la migliore detenzione, possibile.

    In primo luogo, per migliorare la qualità di vita di tali esemplari, che spesso vengono allocati in centri di recupero che le detengono in pietose condizioni.

    Rimaniamo in attesa di riscontro, per meglio discuterne i particolari.

    Cordiali saluti
    Agostino Montalti
  10. Articolo del Tarta Club Italia per illustrare importanti modifiche alle normative (risultato, anche dell’intenso lavoro del TCI).

    CITES, finalmente buone notizie!

    Non abbiamo ancora vinto la “guerra”, ma una “battaglia” sì!!!!

    Il Tarta Club Italia, neo associazione che raggruppa tutti gli appassionati ed allevatori di tartarughe, con lo scopo di migliorare la qualità di vita delle testuggini, e non di meno per la salvaguardia delle specie in natura, nato a Cesenatico nel settembre del 2002 in occasione della prima mostra di tartarughe , denominata Tartarughe Beach 2002, si è calato nelle vesti di paladino per una difficile crociata contro le assurde leggi vigenti.
    Primo punto positivo è stato sicuramente il riconoscimento del Club, come interlocutore, da parte dei responsabili e legislatori dei ministeri, specialmente se si pensa che fin’ora tutte le decisioni sono sempre state prese senza interpellare nessuna associazione di categoria.
    Per non parlare poi della composizione dei membri della Commissione Scientifica, in cui non vi sono presenti le associazioni di molte delle principali categorie di animali, soprattutto le più diffuse.
    Finalmente dopo mesi ove si susseguivano modifiche su modifiche alle normative riguardanti le Tartarughe, a tal punto che ogni mese gli uffici provinciali del Corpo Forestale dello Stato, richiedevano agli allevatori, una procedura diversa, arrivando ad una situazione di blocco totale, si è aperto uno spiraglio di luce, verso una corretta e giusta semplificazione.
    Il nervosismo era palpabile anche da parte degli organi addetti ai controlli, che non ci capivano più nulla.
    Senza pensare che ogni ufficio CITES regionale applicava le norme in modi totalmente differenti.
    Dopo l’incontro a Roma (fine febbraio), organizzato proprio per vedere di sbloccare la situazione, le lettere di protesta(sottoposte alla commissione scientifica) e i continui contatti sia con il coordinatore del Ministero dell’Ambiente ed i responsabili del CITES Centrale, i primi risultati si sono fatti vedere .
    Certamente riteniamo che ci sia ancora tanto da fare, però questo è un primo passo importante.
    Ora cercherò di spiegare in modo semplificato, le ultime normative , che dividerei in due punti principali:
    - Uno riguarda gli allevatori che in qualche modo intendono effettuare qualsiasi forma di commercio, i quali devono effettuare la procedura per il rilascio dei certificati CITES , la cui richiede la compilazione di un modulo, con due foto (carapace e piastrone) più in allegato copia dei documenti dei genitori, per ciascun esemplare.
    Per gli esemplari nati in cattività, fino ai 5 anni di età, le foto devono essere ripetute ogni anno ed essere applicate al documento.
    Tale procedura dovrebbe essere gestita direttamente dagli uffici Cites provinciali , senza passare da Roma che poi non li rilasciava mai.
    Per ciascun certificato CITES emesso, si deve pagare una cifra di poco superiore ai 15 euro.

    - L’altro, gli allevatori che non intendono vendere o comunque fare nessuna forma di commercio, per i quali la procedura è addirittura semplificata, infatti mentre prima del 12 settembre 2002, per qualsiasi donazione, occorreva compilare in tre copie l’apposito modulo, di cui una per il cedente, una per il ricevente ed una per l’ufficio Cites competente, ora tale modulo non è obbligatorio (tuttavia si consiglia di compilare il modulo per il ricevente il quale, deve essere sempre in grado di dimostrarne la provenienza).

    - L’obbligo di dichiarare lo spostamento rimane per gli esemplari “selvatici” e qui occorre precisare cosa si intende per esemplari selvatici: sono tutti quelli per cui non è chiara la provenienza, compresi anche gli esemplari adulti che furono dichiarati nelle sanatorie del 94/95, ove non furono dimostrate le provenienze.
    Non serve più la segnalazione per gli spostamenti dovuti per accoppiamenti, visite mediche o partecipazione alle mostre, ad eccezione che per gli esemplari selvatici (è sufficiente una semplice comunicazione all’ufficio Cites provinciale).
    Se nel secondo caso le procedure sono certamente semplificate, nel caso di forme di commercio, troppe cose non vanno:
    - le foto ad esemplari di pochi centimetri, non hanno alcun valore identificativo, infatti le piccole sono talmente simili che neppure l’occhio esperto di un allevatore può riuscire a distinguerle, considerando poi che sono in continua crescita e quindi è impossibile poterle distinguere finendo poi sul ridicolo quando l’anno successivo si dovranno scegliere inevitabilmente “a caso”, per rifare le foto da aggiornare sul certificato CITES.
    A tal proposito il Tarta Club Italia, in marzo, ha inviato alla Commissione Scientifica, un documento in cui si illustrava un nuovo sistema di identificazione, tramite fotografia di una zampa anteriore interna, che è una sorta di impronta digitale indelebile, però consigliabile dall’età di 5 anni, essendo già in dimensioni tali da non variare sostanzialmente (vedi foto) quindi con consiglio di evitare di fare foto fino al quinto anno e poi di farne, ma con estrema sicurezza di distinzione; a questo punto sarebbe sorto il problema di scambi di esemplari, che a nostro parere, non arrecherebbe nessun danno in quanto è appurato che in natura, le piccole testudo sono quasi impossibili da trovare, quindi si tratterebbe sempre di esemplari nati in cattività.
    - Richiedere il pagamento di una quota per ciascun documento, vuol dire che i legislatori, non hanno capito il grande valore e patrimonio di poter disporre di un elevato numero di testudo nate regolarmente in cattività, che indirettamente è la migliore salvaguardia degli esemplari in natura, in quanto si soddisferebbe l’enorme richiesta sul mercato, con automatica riduzione verso i bracconieri.
    L’assurdo è, che in Italia sono stimate in almeno 5 milioni le tartarughe in cattività nei giardini e la maggior parte non regolarmente registrate, quando invece potrebbero fungere come ottimo sistema di salvaguardia.
    - L’eccesso di burocrazia scoraggia molti allevatori a rimanere nella legalità, causando scarsa reperibilità di esemplari riprodotti in cattività, per cui i commercianti, vista la forte domanda di testudo, importano specie esotiche, quasi sempre di dubbia provenienza, portatrici di molte malattie (vedi Herpes-virus e il nuovo X-virus) che poi sono per la stragrande maggioranza, specie difficilmente adattabili al nostro clima e vendute con troppa semplicità, visto che manca una corretta regolamentazione anche sulla vendita di tali esemplari.
    A tal proposito riteniamo che sia si importante la vendita, ma ben regolamentata, in modo che quando un’esemplare viene venduto, vi sia obbligo di consegnare un opuscolo illustrativo sulle sue caratteristiche e corretto allevamento.

    Onde poter chiarire le nuove normative e far si che vi sia una uniformità da parte di tutti gli uffici CITES provinciali, il Tarta Club Italia è riuscito a convincere il CITES Centrale di Roma a fare un documento che raccolga tutta la normativa, in modo semplificato e semplice da capire, questo, sarà inserito nel sito ufficiale del Corpo Forestale dello Stato.
    Per altre informazioni, questo è l’indirizzo di posta elettronica, del Tarta Club Italia Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. . Ricordiamo che il Tarta Club Italia, continua nell’impegno preso e si auspica che sempre più amanti delle Tartarughe, si iscrivano al club; l’iscrizione è “Una tantum”, quindi senza obbligo di rinnovi annuali, a quota ad offerta libera.
    Il modulo per l’iscrizione lo trovate nel nostro sito.

    Inoltre il Tarta Club Italia è l’organizzatore della seconda edizione della mostra di tartarughe, Tartarughe Beach 2003, nella splendida Cesenatico, in riviera Romagnola, il 14 settembre, mentre il 13 sono in programma ben cinque conferenze dei migliori veterinari d’Italia e l’assemblea del Club.
    L’ingresso alle conferenze ed alla mostra sono assolutamente “Gratis”.
    Visto il successo della prima edizione, per la prossima è previsto una eccezionale quantità di espositori e visitatori.
    La domenica saranno a disposizione del pubblico, ben sette dei migliori esperti veterinari sui rettili.
    Un concorso, distinto in quattro sezioni (esotiche, marginate, greche ed hermanni), valutato da una giuria di esperti internazionali, premierà anche le più belle tartarughe.
    La nuova edizione si terrà in una più ampia sede, con grande sala direttamente sulla spiaggia e sul mare.
    Ulteriori informazioni le trovate sempre nel nostro sito.

    Cordiali saluti
  11. Partecipazione da parte del Tarta Club Italia alla mostra: Terraristica Toscana, a Poggibonsi (Siena), con i soci Francesca Bianchi e Alan Ricci (tavolo offerto dalla direzione).
  12. Conferenza da parte del presidente Agostino Montalti, allo ZOOMARK 2003 di Bologna alla tavola rotonda sulle normative CITES.
  13. Invio al CITES e ai Ministeri, di documento “Riflessioni sulle Testudo Europee”, che viene esposto e discusso alla Commissione Scientifica.

    RIFLESSIONI SULLE TESTUDO EUROPEE
    Il Tarta Club Italia, ha effettuato un sondaggio con ricerca di informazioni, fra gli allevatori, appassionati e un gruppo Sardo affiliato, che effettua un controllo attivo sul territorio, per la salvaguardia delle testudo (denominato “salviamo le tartarughe”), per approfondire il problema “bracconaggio e mercato nero” sulle testudo.

    Si sono evidenziati alcuni punti:
    - Il bracconaggio è effettuato esclusivamente su esemplari adulti e solo raramente su qualche subadulto, in quanto in natura, le piccole tartarughe, sono difficilissime da trovare (tanto che gli amici Sardi, che effettuano i controlli nel nord della Sardegna, negli ultimi anni, hanno avvistato solo un piccolo di Marginata di circa un anno di età).
    - Il metodo più utilizzato dai bracconieri, per vendere le tartarughe è l’utilizzo di annunci in mercatini in internet (peraltro che ben conosciamo). Se ci fosse la volontà, si potrebbero facilmente individuare.
    - Il mercato nero è notevolmente aumentato, ed in particolar modo da quando sono bloccate tutte le cessioni, dovuto al fatto che se non si trovano tartarughe, per vie legali, aumentano le richieste al mercato illecito; inoltre, molti allevatori non denunciano più le nascite e cedono le testudo, senza documenti.
    - Questo dimostra che l’aumento di burocrazia, è assolutamente negativo sia per la salvaguardia delle specie in natura che per quelle in cattività.
    Quindi, dato che il bracconaggio è solo su adulti, riteniamo importante, rilasciare i certificati CITES, per le testuggini nate in cattività, solo con la denuncia di nascita (come prima di Settembre 2002).
    Con l’obbligo di consegnare 2 foto per ciascun esemplare, al compimento del 5° anno di età; una vista da sopra e una , di una zampa anteriore, in quanto le scaglie sono una sorta di impronta digitale.
    In questo modo la tartaruga è sempre ben distinguibile, anche se aumenta vistosamente di dimensioni; tale metodo è affidabile dall’età di 4-5 anni in poi.
    Allego foto, che illustrano il metodo di riconoscimento.

    Le foto dovrebbero essere timbrate dall’ufficio di competenza, ed allegate al documento CITES Originale.
    Senza compilare dei ridicoli modulari, visto che è impossibile attribuirne la paternità e spesso anche la maternità.
    Con tale semplice procedura, si snellirebbe anche il lavoro degli uffici CITES.
    Ovviamente il solo rischio, sarebbe quello, che vengano sanate delle testuggini non denunciate, ma comunque sempre nate in cattività, quindi non sarebbe poi così negativo, visto che ben sappiamo che almeno il 70-80% delle testuggini in cattività non è regolarmente denunciato.
    Sarebbe comunque un buon compromesso e un incentivo a rimanere nella legalità.
    Inoltre per snellire le procedure (sia per gli uffici CITES che per gli allevatori), se avvengono regolari denuncie di nascita,morte,vendita o donazione, non si debba richiedere anche l’obbligo del registro di carico (come nella maggior parte dei paesi Europei).

    Cesena li 08/04/03
    Agostino Montalti
  14. Partecipazione da parte del Tarta Club Italia alla mostra Reptilia e Anphibia Day di Roma, centro congressi Hotel Ergife, (tavolo offerto dalla direzione). Presenti per il club Matteo Ricci, Luciano Siboni, Davide Urbinati e Micaela Morri.
  15. Creazione di un documento “Proposta di Legge” (al momento non utilizzato, in quanto iniziavano a prospettarsi nuovi positivi sviluppi da Roma).

    Proposta Legge n° ...
    Legge quadro sulla tutela e salvaguardia delle Testuggini e valorizzazione delle riproduzioni in cattività.
    D’iniziativa del Tarta Club Italia
    Le attuali leggi, restrittive e troppo burocratiche, hanno ottenuto l’effetto contrario di quello che era l’intento iniziale, di conservazione.
    Di fatto, vietando la vendita, è aumentato drasticamente il fenomeno del bracconaggio e del mercato nero; non valorizzando, l’eccezionale quantità disponibile, di testuggini Europee (in allegato A), che viene valutata in almeno 4/5 milioni di esemplari presenti nei giardini Italiani (cifra condivisa anche dal CITES centrale di Roma).
    Si spreca così l’opportunità di soddisfare le richieste del mercato, diminuendo di fatto, quelle ai bracconieri e al mercato nero; in pratica è il miglior sistema per salvaguardare le poche decine di migliaia di esemplari ancora in natura .
    Occorre quindi valorizzare l’allevamento in cattività e permettere la regolare vendita.
    Il blocco delle vendite, delle specie Europee, ha aumentato le importazioni di specie esotiche (quasi sempre prelevate in natura), di difficile allevamento, portatrici di molte malattie e destinate nella maggior parte dei casi (80/90 %) a morire entro il primo anno.

    Ovviamente la vendita deve essere regolamentata.
    Molto importante poi è il rilascio semplificato dei certificati CITES , per gli esemplari nati in cattività, senza spese a carico degli allevatori, per incentivarne il massimo numero a rimanere nella legalità, visto che il 70/80 % di testuggini Europee in cattività non sono denunciate, causa una scarsa informazione e negligenza da parte degli organi preposti, alle scadenze del 1994 e 1995, termini ultimi per le denuncie (al Sud le denuncie sono quasi inesistenti, nonostante vi sia il massimo numero di testuggini in cattività).
    La proposta di legge viene suddivisa in 5 sezioni :
    Sez. 1 - sulla salvaguardia delle specie Europee
    Sez. 2 - sul rilascio semplificato dei certificati CITES e regole per gli allevatori
    Sez. 3 - sulle regole per la vendita e donazioni
    Sez. 4 - sulle mostre o mostre scambio
    Sez. 5 - sulle sanzioni

    Sezione 1
    Art. 1-1
    E’ vietato abbandonare qualsiasi specie di testuggine; le testuggini terrestri nate in cattività, sono destinate quasi sempre a morire, e quando non succede, possono causare danni genetici incalcolabili, oltre alle possibili trasmissioni di malattie virali non ancora presenti negli esemplari in natura.
    Mentre le acquatiche esotiche, trasformano drasticamente l’equilibrio naturale, in quanto, molte specie, si adattano bene al nostro ambiente e clima, causando la scomparsa dell’unica specie autoctona (Emys Orbicularis), nelle rare zone ove è ancora presente ed essendo voracissime, eliminano moltissime specie di pesci, anfibi e piccoli uccelli.
    Art. 1-2
    Le testuggini acquatiche Emys Orbicularis (in serio pericolo di estinzione) che sono allevate in cattività, devono essere denunciate al Corpo Forestale dello Stato e rispettare tutte le normative, come per le testuggini terrestri Europee, e ricevere regolari certificati CITES (ovviamente anche i neonati).
    Art. 1-3
    In caso di avvenuta impossibilità a detenere le testuggini, devono essere consegnate al Corpo Forestale dello Stato, che provvederà ad adeguata sistemazione, preferibilmente con adozioni mirate, con l’ausilio di Associazioni specializzate (in questo modo non si perderebbe il patrimonio riproduttivo).
    Art. 1-4
    Le specie pericolose, devono essere denunciate anche alle forze dell’ordine, come l’attuale normativa ………………?

    Art. 1-5
    I centri di raccolta o di conservazione , devono poter essere controllati anche dalle associazioni specializzate riconosciute, onde evitare le soventi situazioni di degrado e possibili commerci illegali.
    Tali centri devono detenere un apposito registro di carico .
    Note:
    a - E’ auspicabile incentivare e contribuire (quando possibile) a programmi di reinserimento e salvaguardia delle Emys Orbicularis .
    b - E’ auspicabile incentivare e contribuire (quando possibile) a programmi di salvaguardia delle specie terrestri Europee ed in particolar modo per la Testudo Marginata Sarda (in maggior pericolo di estinzione), anche con seri programmi di informazione, specialmente nei principali porti d’imbarco per e dalla Sardegna (in modo da scoraggiare soprattutto i turisti a prelevare le testuggini).
    Altra informazione importante , deve essere effettuata nelle sedi provinciali della caccia , visto che molti cacciatori o pescatori , ritrovano facilmente le testuggini nel loro habitat .

    Sezione 2
    Partendo dal concetto che il bracconaggio è solo su esemplari adulti o raramente sub/adulti (in quanto è difficilissimo trovare i piccoli in natura) è necessario semplificare l’iter per ottenere i certificati CITES per gli esemplari neonati in cattività e su quelli già denunciati gli anni precedenti.
    Inoltre si deve evitare la compilazione di complessi formulari, in quanto è impossibile individuarne la paternità, visto che le femmine conservano gli spermatozoi fino a 4-5 anni ed evitare le foto nei primi anni, dato che sono indistinguibili e in continua trasformazione (vista anche la negativa esperienza della Germania che richiede le foto dai primi giorni, con gli allevatori che per protesta inviano sempre le stesse foto), questo anche per evitare continui equivoci, da parte degli organi preposti ai controlli, che sarebbero costretti ad effettuare continui verbali e contravvenzioni, scaricando i problemi sugli allevatori o commercianti.

    Art. 2-1
    Entro 20 giorni dalla nascita (o avvenuto ritrovamento nei recinti) i neonati, devono essere denunciati all’ufficio CITES competente, tramite lettera o FAX .
    Il modulo di denuncia nascita deve contenere i dati dell’allevatore, la semplice dichiarazione di possesso dei genitori regolarmente denunciati, data di nascita, specie, quantità, luogo e firma.

    Art. 2-2
    Entro 30 giorni, dalla ricezione della denuncia di nascita, l’ufficio CITES competente deve rilasciare un certificato CITES per ciascun esemplare denunciato .

    Art. 2-3
    Al compimento del 5° anno di età, entro 30 giorni, l’allevatore, deve consegnare all’ufficio CITES competente, due foto per ciascun esemplare; una del carapace visto dall’alto e una, di una zampa anteriore (le scaglie variano da ciascun esemplare e sono come una sorta di impronta digitale).
    Nel caso che l’esemplare abbia cambiato di proprietà anche più volte, al 5° anno, l’attuale proprietario deve fornire le due foto.
    Alla presentazione delle due foto per ciascun esemplare, l’ufficio CITES competente, provvederà immediatamente a timbrarle ed allegarle al certificato CITES dell’esemplare.

    Art. 2-4
    In caso di morte di uno o più esemplari di testuggine, il proprietario, entro 20 giorni dall’avvenuta constatazione, deve restituire il certificato CITES all’ufficio competente.

    Art. 2-5
    L’allevatore deve detenere gli esemplari di testuggine, in condizioni adeguate alle caratteristiche della specie ed in buone condizioni igieniche.

    Art. 2-6
    Gli spostamenti degli esemplari, devono essere segnalati almeno 5 giorni prima, tramite lettera o FAX , all’ufficio CITES competente.
    Anche spostamenti per accoppiamenti, devono essere segnalati almeno 5 giorni prima ed occorre dichiarare la durata dello spostamento provvisorio.
    Ad eccezione di:
    a - Necessità di cure mediche.
    b - Partecipazioni a mostre, con l’estensione ai 2 giorni precedenti l’evento e 2 giorni antecedenti all’evento, con copia (accompagnatoria) dell’iscrizione alla mostra (oltre ai regolari certificati).
    Nota:
    Gli articoli dal 2-1 al 2-6 , riguardano sia le testuggini Europee in allegato A che quelle in B nate in Italia.

    Sezione 3

    Art. 3-1
    Le testuggini, con regolare certificati CITES, potranno essere vendute o donate, sia dagli allevatori che dai commercianti, senza l’obbligo di registro di carico.

    Art. 3-2La vendita o donazione, deve essere accompagnata dal certificato originale CITES, per tutte le testuggini nate in cattività in Italia.

    Art. 3-3Entro 10 giorni dall’avvenuta vendita o donazione, il cessionario deve segnalarla all’ufficio CITES competente, tramite lettera o FAX, compilando l’apposito modulario.

    Art. 3-4
    Il modulario per la segnalazione di vendita o donazione, deve essere compilato in tre copie (una per il cessionario, una per il ricevente e una per l’ufficio CITES competente) e deve contenere:
    a - dati del cessionario
    b - dati del ricevente
    c – specie
    d - data di nascita dell’esemplare o esemplari
    e - numero di documento CITES
    f - dicitura riguardante l’avvenuta consegna di un opuscolo sul corretto allevamento della specie, con relativa firma del ricevente.
    g - luogo e data
    h - firme del cessionario e del ricevente

    Art. 3-5
    Le testuggini in allegato B, non nate in Italia, possono essere vendute o donate, con la dichiarazione di cessione in tre copie, contenente i dati del cessionario, del ricevente, l’origine di provenienza, il numero CITES se c’è, firma per ricevuta opuscolo d’allevamento, data, luogo e firma; senza obbligo di detenere il registro di carico (visto che già effettua una denuncia).

    Art. 3-6
    Il ricevente, se detiene la nuova testuggine, in un territorio di competenza CITES diverso da quello del cessionario, ha l’obbligo, entro 10 giorni, di consegnare al nuovo ufficio CITES competente, una copia o fotocopia , tramite lettera o Fax.

    Art. 3-7
    I commercianti o negozianti, devono detenere gli esemplari in adeguati terrari, con ricreate le condizioni adeguate alla specie (temperatura, umidità, lampada a raggi UVB con non oltre 6-8 mesi di usura ed almeno per 10 ore al giorno).
    Inoltre devono essere detenute in buone condizioni igieniche .

    Art. 3-8
    Commercianti o negozianti, non possono detenere più di una specie per ciascun ternario/espositore.

    Art. 3-9
    Le testuggini provenienti dall’estero, devono essere tenute in quarantena, per un periodo non inferiore ai 40 giorni, prima di essere rivendute, onde evitare il divulgare di pericolose malattie.

    Art. 3-10
    Commercianti o negozianti, non possono detenere le testuggini in espositori o piccoli terrari posti all’aperto, ma solo se in adeguati recinti che ricreano tutte le condizioni indispensabili per un buon allevamento (sole, ombra, rifugi e temperatura) e divisi specie per specie.

    Art. 3-11Le testuggini non possono essere vendute o esposte nei mercati ambulanti.

    Sezione 4

    Art. 4-1
    Le testuggini partecipanti a mostre o mostre/scambio, devono essere detenute in buone condizioni igieniche e sanitarie.

    Art. 4-2
    Devono essere accompagnate dai relativi certificati.

    Art. 4-3
    Gli espositori/contenitori, devono essere semi chiusi in modo da permettere il ricambio d’aria, ma da non permettere al pubblico, di toccare gli esemplari, in modo da evitare contagi ad altre testuggini, di eventuali malattie.

    Art. 4-4
    Eventuali grandi terrari o grandi recinti per l’esposizione, non devono permettere al pubblico di venire a contatto con gli esemplari.

    Art. 4-5
    E’ vietato lo sfruttamento economico delle testuggini, sotto forma di spettacoli, esibizioni o fotografie.

    Art. 4-6
    E’ vietato regalare o mettere in premio, qualsiasi testuggine viva, come forma di premiazione.

    Sezione 5
    Con questa sezione, si intende risaltare il massimo rigore verso qualsiasi forma di bracconaggio, traffici illeciti o abbandono di testuggini.
    Mentre gli inadempimenti burocratici, sono sanzionati in modo più lieve.

    Art. 5-1
    Chiunque preleva una o più testuggini in natura, è punibile con l’arresto da 6 a 12 mesi e con una sanzione da 10.000,00 euro a 60.000,00 euro.
    Se il numero degli esemplari è superiore a due, la sanzione minima è di 20.000,00 euro.

    Art. 5-2
    Chiunque detenga testuggini, non denunciate, è sanzionabile con un’ammenda da 2.000,00 euro a 20.000,00 euro ed il sequestro degli esemplari.

    Art. 5-3
    La violazione dell’art. 1-1 e 1-3, sono sanzionabili con l’ammenda da 5.000,00 euro a 50.000,00 euro.
    Art. 5-4
    La violazione dell’art. 2-1 è sanzionabile con 100,00 euro (in quanto spesso ci sono nascite ritardate all’anno successivo, quindi non aspettate ed inoltre chi le detiene in grandi recinti, possono facilmente sfuggire all’osservazione).

    Art. 5-5
    La violazione degli art. 2-4 , 2-5 e 2-7 è sanzionabile con 200,00 euro.

    Art. 5-6La violazione dell’art. 2-6 è sanzionabile con 100,00 euro.

    Art. 5-7La violazione agli art. 3-2 , 3-4 e 3-6 , sono sanzionabili con 500,00 euro.

    Art. 5-8
    La violazione agli art. 3-7 , 3-8 , 3-10 e 3-11 , sono sanzionabili con 1.000,00 euro.

    Art. 5-9
    La violazione all’art. 3-9 , è sanzionabile da 3.000,00 euro a 30.000,00 euro.

    Art. 5-10
    La violazione degli art. 4-1 , 4-2 , 4-3 e 4-4 , sono sanzionabili con 500,00 euro.

    Art. 5-11La violazione dell’art. 4-5 è sanzionabile con 3.000,00 euro.

    Art. 5-12La violazione dell’art. 4-6 è sanzionabile con 1.000,00 euro.
  16. Invio al CITES e Ministeri, di documento “Problematiche sulle Testudo”, che viene esposto e discusso alla Commissione Scientifica:

    PROBLEMATICHE SULLE TESTUDO
    Cesena li 10/03/2003
    Al Corpo Forestale dello Stato - Servizio CITES Centrale
    Del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali
    All’attenzione dell’Ing. U. Mereu

    Oggetto: problematiche sulle Testudo
    Problemi legati all’identificazione degli esemplari nati in cattività:
    - Risulta oggettivamente problematico stabilire con esattezza la paternità dei nuovi nati per la possibilità di conservazione del seme maschile nella spermateca delle femmine per un lungo periodo di tempo. Per garantire inoltre maggiori probabilità di fecondazione una stessa femmina viene spesso fatta accoppiare con più maschi aumentando le incertezze nella determinazione della paternità.

    - Per via delle caratteristiche intrinseche delle modalità di allevamento delle testuggini (ampi spazi con terreno ricco di rifugi, anfratti e ripari) può risultare difficoltoso individuare prontamente i siti di ovodeposizione (spesso magistralmente occultati dalle femmine che hanno deposto o mascherati dall’azione di eventi atmosferici come piogge e acquazzoni)

    - Nel caso non si utilizzi l’incubazione artificiale la schiusa della uova avviene scaglionata e i nuovi nati da una stessa deposizione possono emergere dal nido anche a lunghi intervalli di tempo gli uni dagli altri aumentando le difficoltà di individuazione degli stessi.

    - Nel caso di deposizioni tardive, soprattutto in zone del Nord Italia, la schiusa può avvenire “a sorpresa” la primavera successiva, spesso fuori dal controllo dell’allevatore.

    Relativamente all’identificazione individuale:
    - A schiusa avvenuta gli allevatori constatano il grosso problema di contrassegnare o marcare i piccoli nati, anche nel caso che abbiano individuato la madre.
    Vari tentativi sono stati provati, con vari tipi di vernici o smalti (smalti per unghie, vernici acriliche, epossidiche e per ceramica) e l’unico che ha dato risultati soddisfacenti sembra essere l’utilizzo di vernice per ceramica mono componente.

    - La tecnica della fotografia pone alcune perplessità in quanto le testudo di pochi giorni, non sono distinguibili tra loro e in solo qualche settimana vanno incontro a cambiamenti tali da risultare molto diverse dalla nascita; tale cambiamento continua per molti anni (per le Marginate addirittura continua tutta la vita, con le zone più chiare sul carapace, che tendono a scurirsi continuamente).
    Le foto possono essere importanti all’età di 4-5 anni, età in cui i caratteri esterni risultano più stabili e alla quale si inizia a distinguere il sesso.
    Preoccupazione è data anche dal fatto che essendo i piccoli nati, indistinguibili e cambiano velocemente, creerebbero grossi rischi di contestazione e contravvenzioni, da parte degli addetti alle verifiche, perché sappiamo bene che in caso di dubbio, si procede al sequestro e poi il problema viene scaricato sull’allevatore .

    Ritengo che il miglior compromesso, come marcatura, possa essere il seguente:
    - Dopo 10-15 giorni dalla nascita (tempo per avere una minima solidificazione del carapace), si provvede a marcare i piccoli con vernice per ceramica sulle scaglie marginali, utilizzandole come sorta di codice .

    Al 4° anno si provvede a fornire 2 foto per esemplare (carapace e piastrone).
    All’8° anno si rifanno altre 2 foto.

    Eventuali anomalie (scaglie anomale, cicatrici, mutilazioni….) verranno annotate per favorire l'individuazione dei singoli esemplari.

    Solo per chi volesse, e per esemplari superiori ai 10cm, è possibile l’inoculazione del microchip in sostituzione di altre modalità di marcatura.

    Conseguenze per il mancato rilascio dei certificati CITES ed eccesso di burocrazia:
    - L’eccesso di burocrazia, la confusione creata dalla difformità di azioni da parte di alcuni addetti CITES ed episodi di eccessiva repressione rischiano di indurre moltissimi allevatori a non dichiarare più le nascite, aumentando così il numero di esemplari di testuggini “illegali” e, di conseguenza, il commercio illegale delle stesse.

    In seguito a tali esasperazioni non sono neppure rari casi di distruzione delle uova o addirittura abbandono incontrollato di individui in natura; così facendo si diminuiscono gli esemplari che possono soddisfare la forte domanda di testuggini sul mercato e aumentano i rischi di inquinamento genetico e la diffusione di malattie infettive.

    Oltre a ciò si assiste al depauperamento di un’importante risorsa che può essere in futuro sfruttata ai fini della salvaguardia delle specie in natura.

    Molti inoltre lamentano l’impossibilità di spostare gli adulti, per gli accoppiamenti, onde evitare i problemi di consanguignità, indispensabili per diminuire le tare genetiche.

    Non essendoci nel nostro paese la disponibilità di esemplari in vendita con regolari certificati, sono aumentati gli acquisti all’estero di animali di possibile dubbia provenienza e con conseguenti grossi rischi di introduzioni di molte malattie, soprattutto l’Herpes-virus, malattia insidiosa e di difficile controllo.

    Da tutti viene chiesto che il rilascio semplificato dei certificati CITES, non comporti nessuna tassa aggiuntiva (come già avviene per altre specie, vedi pappagalli).

    In sintesi:
    - Non condividiamo la visione emersa nel corso del precedente incontro del 28 gennaio scorso riguardo alla crescente richiesta di esemplari selvatici (ma semplicemente di esemplari) e restiamo fermamente convinti che incentivando gli allevatori, nel rispetto delle norme vigenti, snellendo gli adempimenti burocratici, si possa operare nella direzione della salvaguardia delle testuggini mediterranee.
    Chiediamo che nei certificati (vendita-cessione-donazione), venga apposta la firma del ricevente, in cui si specifica l’avvenuta spiegazione della specie in oggetto e consegnato un opuscolo informativo sulle caratteristiche ed allevamento.
    Auspichiamo che il modulario da compilare sia semplificato, con semplice dichiarazione di possesso dei genitori (non potendo individuarli).

    Riteniamo inoltre che, se per le nascite o rilascio dei certificati CITES, occorre:
    - Dichiarazione di nascita
    - Marcatura o foto
    - Compilazione modulistica

    Non si richieda anche la detenzione del registro (non richiesto nella maggior parte dei paesi europei compresa la Germania) ,altrimenti c’è veramente un eccesso di burocrazia che sarebbe controproducente.
    Ad ogni modo, il Tarta Club Italia, si impegna a segnalare al CITES centrale di Roma, tutte le situazioni di illegalità (bracconaggio e vendite illegali), certi di una buona collaborazione reciproca.
    I soci del Tarta Club Italia si rendono inoltre disponibili per l’affido di soggetti posti sotto sequestro, a fornire esemplari per il rilascio in natura (qualora vengano messi a punto seri progetti di reintroduzione), alla partecipazione nella gestione di centri di recupero e ad ogni altra attività che coinvolga il benessere e la salvaguardia delle testuggini mediterranee.

    Cordiali saluti e buon lavoro
    Agostino Montalti
  17. Incontro a Roma.
    Tarta Club Italia è rappresentato da Agostino Montalti, Matteo Ricci ed il dott. Mattia Bielli (rispettivamente: presidente, vice e veterinario delegato) a confronto con le rappresentanze ministeriali e dell’ufficio CITES. Presente anche la Conf. Commercio, rappresentata da un legale e da Camillini Virgilio anche nella veste di fondatore A.I.A.D.
    E’ l’inizio di un importante rapporto di collaborazione e di dialogo, con il primo riconoscimento del Tarta Club Italia, come interlocutore per le problematiche sulle Tartarughe.
  18. Invio lettera con l’elenco dei temi da trattare a Roma:

    Cesena li 24/01/2003
    Spett.le Dott. Maturani
    Come sua richiesta , le allego la lista dei temi da trattare , all’incontro di martedì 28:
    - Semplificazione procedura rilascio certificati CITES.
    - Regole per vendita tartarughe.
    - Regole per allevamento tartarughe.
    - Sanatoria testudo allegato A.
    Cordiali saluti
    Agostino Montalti
  19. Accordi con responsabili del Ministero dell’Ambiente, Ministero dell'Agricoltura e Politiche Forestali e ufficio centrale CITES, per un incontro da tenersi presso le sedi ministeriali di Roma, sull’argomento Tartarughe.
  20. Lettera di protesta, con inizio raccolta firme, con l’aiuto dei principali siti e mailing-list:

    IL DISAGIO DEGLI ALLEVATORI DI TESTUGGINI EUROPEE
    Vogliamo richiamare la vostra attenzione sul disagio di numerosi allevatori amatoriali di testuggini europee, causato dalla entrata in vigore del regolamento CE 1808/01 e della circolare esplicativa 38/2002, che hanno generato confusione e notizie contrastanti.
    Premesso che intendiamo continuare ad operare nel rispetto della normativa e che siamo fermamente contrari a qualsiasi forma di prelievo illegale di esemplari in natura, vogliamo porre alla Vostra attenzione una serie di problematiche che in varia misura purtroppo concorrono a scoraggiare la riproduzione in cattività di testuggini da parte di allevatori che non svolgono attività commerciale.
    I regolamenti CE nnº338/97, 939/97 e 1808/01 e la circolare 38/2002 disciplinano unicamente le modalità per lo svolgimento (in deroga alla Legge 150/1992) di attività commerciali di esemplari di Testudo spp.
    Nulla è stabilito riguardo gli obblighi incombenti per i proprietari di esemplari di Testudo spp. che non svolgono attività di lucro e che, impossibilitati a prestare cure e custodia ai propri animali, intendano donarli o spostarli.
    Tramite lettera è stato comunicato a molti di noi che gli esemplari nati in cattività possono essere ceduti e spostati gratuitamente solo se è appurato che si tratti di esemplari non prelevati dal loro habitat naturale.
    Telefonicamente ci è stato comunicato da alcuni uffici CITES che la verifica della cattività, inspiegabilmente, può essere effettuata solo dalla commissione scientifica (dietro pagamento di spese e tempi prevedibilmente lunghi), vanificando le verifiche effettuate fino ad oggi dai funzionari del Corpo Forestale dello Stato.
    Per gli allevatori questa "innovazione" avrà una ricaduta dannosa. Infatti conseguire l'autorizzazione dalla commissione scientifica richiederà delle spese (incompatibili con la attività amatoriale e gratuita) e soprattutto tempi lunghi.
    I ritardi nelle procedure comporteranno inevitabili sovraffollamenti di tartarughe, in spazi che diverranno angusti, con una promiscuità che potrebbe favorire l'insorgere di malattie infettive e genetiche. Sarà impedito l'accoppiamento tra esemplari di allevamenti differenti, determinando impoverimento genetico delle specie e la non riproducibilità degli esemplari più esposti al rischio di estinzione!
    La recentissima circolare 38/2002, è stata emanata per agevolare le pratiche commerciali, ignorando totalmente gli allevatori amatoriali di testuggini europee.
    Infatti, in apertura della stessa, si legge: "sono emerse problematiche che devono essere immediatamente risolte per non limitare l'utilizzo delle pratiche di allevamento di esemplari appartenenti a specie ad elevato sfruttamento commerciale".
    Al suo interno vi sono disposizioni che riconoscono come prova sufficiente a conseguire l'autorizzazione alla vendita le semplici dichiarazioni di nascita in cattività, come effettuate fino ad oggi presso gli uffici CITES; inoltre è stabilita l'esenzione dall'obbligo di marcaggio con microchip degli esemplari.
    Gli allevatori amatoriali di testuggini europee, che non esercitano attività di lucro, sono del tutto ignorati dalla circolare.
    É opportuno che siano introdotte agevolazioni anche per la cessione gratuita di esemplari di Testudo spp. e che non vi siano spese a carico dell'allevatore amatoriale, spese incompatibili con un’attività non lucrativa!
    Immaginiamo che tutte queste disposizioni siano finalizzate alla salvaguardia degli esemplari nel loro ambiente naturale.
    Vogliamo sottolineare che la possibilità di disporre di un elevato numero di esemplari regolarmente riprodotti in cattività limiterebbe fortemente i prelievi in natura e la domanda di esemplari illegali.
    Crediamo che i nuovi obblighi a cui gli allevatori amatoriali devono sottostare non solo non favoriscono la riproduzione in cattività, ma anzi possono indurre molti allevatori a non denunciare più le nascite di nuovi esemplari (nascite che sono tanto inevitabili quanto maggiormente le condizioni di allevamento sono vicine alle reali esigenze biologiche della specie).
    Inoltre l'aumento del numero di testuggini nate in cattività, ma non denunciate, dovuta anche alla sempre maggiore complessità degli adempimenti a cui ottemperare, renderà sempre più difficile distinguere tra l'allevatore amatoriale che non rispetta un obbligo formale relativo alla detenzione di una testuggine nata in cattività, da chi invece esercita un commercio clandestino ed illegale di esemplari prelevati in natura, da noi fortemente condannato.
    Riteniamo inoltre necessario approfondire con studi scientifici quale metodo di marcaggio sia più efficace e sicuro per gli esemplari di Testudo spp. La tecnica di marcatura con microchip è stata abolita in Germania e sostituita con l'obbligo di fotografare carapace e piastrone degli stessi esemplari.
    In Italia è momentaneamente sospesa per gli esemplari fino a 4 anni di età o di dimensioni inferiori a 10cm di lunghezza.
    Auspichiamo che, a tutela della salute dei nostri animali, siano condotti studi per accertare la pericolosità della marcatura con microchip.
    Come ultimo punto, intendiamo manifestare la nostra preoccupazione nei confronti della crescente richiesta sul mercato italiano di esemplari di Testudo spp. provenienti dall’estero provvisti di regolare certificato CITES, vista anche la difficoltà di acquistare esemplari con regolare certificato CITES italiano.
    Malattie infettive altamente contagiose e mortali per questi animali sono state introdotte in questi ultimi anni in Italia con l'importazione di esemplari provenienti da allevamenti del Centro e Nord Europa e si stanno diffondendo in maniera preoccupante anche in Italia.
    Le difficoltà che le nuove disposizioni pongono alla riproduzione in cattività di animali sani nel nostro Paese determinerebbero un aumento della richiesta di tali esemplari importati e potenzialmente malati.
    Siamo convinti che solo una stretta collaborazione tra gli allevatori che intendono operare nel rispetto della normative e il Corpo Forestale possa sconfiggere il prelievo illegale di esemplari in natura.

 

 

 

Lunedì, 23 Giugno 2014 19:33

Attività 2004

  1. 4 novembre 2004 - Richiesta chiarimento su compilazione "Registro di carico"
  2. 19 ottobre 2004 - Richiesta chiarimento su modalità "Certificati CITES"
  3. 26 settembre 2004- S.Arcangelo di Romagna
  4. 25-26 settembre 2004 - Reptiles Day
  5. 25 settembre 2004 - conferenza sul tema "normativa CITES"
  6. 19-18 settembre 2004 - Tartarughe Beach 2004
  7. 14 settembre 2004 - servizio RAI
  8. 13 Giugno 2004 - richiesta recupero di tartarughe acquatiche protette
  9. 6-7-8 maggio 2004 - 2° conferenza europea, denominata EUFORA

 

  1. Lettera al Corpo Forestale dello Stato Divisione II del CITES Centrale di Roma
    Oggetto: Richiesta chiarimento su compilazione "Registro di carico", quando si richiedono certificati CITES.

    Richiesta chiarimento su compilazione "Registro di carico
    Cesenatico 04-11-2004
    All'attenzione dell'Ing. U. Mereu

    Cordiale Ing. U. Mereu
    gradirei un chiarimento su di un punto riguardante il registro di carico, per le testudo in allegato A:
    sicome richiedendo certificati CITES, è d'obbligo la tenuta del registro di carico per l'allegato A, mi pervengono richieste di chiarimento in quanto, l'uffico CITES di Napoli pretende che in tale registro vengano scritte tutte le tartarughe in possesso(anche se non sono dotate di certificato CITES), mentre l'ufficio CITES di Forlì mi dice che nel registro si deve segnare solo gli esemplari che hanno ottenuto il certificato CITES, spiegando che la cosa è ovvia in quanto tale registro serve solo per chi intende fare commercio, quindi non devono essere scritte tutte le altre tartarughe prive di certificato CITES.

    Cordiali saluti
    Agostino Montalti
  2. Lettera al Corpo Forestale dello Stato Divisione II del CITES Centrale di Roma
    Oggetto: Richiesta chiarimento su modalità "Certificati CITES".

    Spett.le
    Divisione II del CITES Centrale di Roma
    Oggetto: Richiesta chiarimento:

    Ci pervengono richieste di chiarimento su quello che riguarda il genere testudo in allegato A , e precisamente sulla tassa di euro 15,49 (per il rilascio dei certificati CITES):
    - se deve essere ripagata nuovamente per ciascuno dei 4 anni successivi, al momento di sostituire le nuove due foto dell’esemplare.

    Riteniamo sia un punto importante in quanto la sola tassa dei 5 anni, diverrebbe ben 77,45 euro, se a questa poi si sommano i costi delle 10 foto (oltre all’impegno e tempo), è molto realistico pensare che a chi acquista la cifra totale supererà abbondantemente i 200 euro.
    Rammento che nel caso tale somma sia da pagare ben 5 volte, sarebbe un forte limitativo all'incentivare gli allevatori a rimanere nella legalità.

    Certi che fare chiarezza è positivo per tutti,
    Cordiali saluti
    In fede:
    Agostino Montalti (pres. Tarta Club Italia)
    Cesenatico li 22-10-2004
  3. S.Arcangelo di Romagna: Partecipazione alla "Fiera di S. Michele" con il nostro stand.
  4. Longarone: Partecipazione alla mostra Reptiles Day, con il nostro stand.
  5. S.Arcangelo di Romagna: Partecipazione alla conferenza/tavola rotonda sul tema "normativa CITES".
  6. Mostra TARTARUGHE BEACH 2004
  7. Registrazione di due servizi sulle tartarughe acquatiche e terrestri, da parte di RAI 2, per il programma "Cani, gatti ed altri amici"
  8. Lettera al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio Servizio Conservazione della Natura Autorità di gestione CITES
    Oggetto: Richiesta recupero di tartarughe acquatiche protette, da dare in affidamento.

    Spett.le
    Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
    Servizio Conservazione della Natura
    Autorità di gestione CITES

    Oggetto: Richiesta recupero di tartarughe acquatiche protette, da dare in affidamento.

    Chiediamo l’autorizzazione a poter ricevere limitati quantitativi di tartarughe acquatiche, da dare in affidamento ad allevatori esperti, che ne garantiscano la non riproduttività in modo da limitare il grande numero di tali esemplari abbandonati nei laghi, canali e fiumi, contribuendo a ridurre il grave problema che stanno causando tale specie esotiche, nel delicato ecosistema, in quanto ben si adattano e si riproducono (inoltre essendo molto voraci ed attive, eliminano anfibi, pesci e piccoli degli uccelli migratori).
    Molte volte ci pervengono richieste di recupero, da enti o veterinari, ma siccome non possiamo poi rilasciare nessun documento, specialmente per le specie in allegato B Trachemys scripta elegans (tartaruga dalle orecchie rosse o californiana), ci vediamo costretti a rifiutare.
    Stessa richiesta ci è pervenuta anche dall’ufficio CITES di Vicenza (circa un’anno fa), in quanto in difficoltà per collocarle in adeguate strutture.
    Ora, in occasione della mostra Tartarughe Beach 2004 che si svolgerà il 18 e 19 settembre a Cesenatico, saremmo in grado di poterne affidare almeno 200 esemplari.
    Il numero è molto superiore in caso di tartarughe terrestri.
    Siamo quindi disposti a istituire tale servizio volontariamente.
    Rimaniamo in attesa di vostra risposta, coscienti di poter fare qualcosa di utile.

    Cordialmente
    Agostino Montalti (pres. Tarta Club Italia).
  9. Partecipazione alla 2° conferenza europea, denominata EUFORA, ad Aiaccio/Corsica.

    Conferenza tenuta dal Pres. Agostino Montalti.
    Conferenza tenuta dal Dott. Mattia Bielli (vedi foto)
    Il TCI è riconosciuto portavoce di tutte le associazioni terraristiche Italiane verso EUFORA.

 

 

 

Lunedì, 23 Giugno 2014 19:04

Baby Tarte: letargo sì, letargo no

Baby Tarte: letargo sì, letargo no

Articolo di Anna Emme per Tarta Club Italia

Quando le temperature si abbassano e le giornate diventano sempre più brevi l'allevatore di tartarughe comincia ad avere il grande dilemma: "le piccoline le mando in letargo o le tengo sveglie? Sono così piccine...... pochi grammi.... e fanno tanta tenerezza.... "

Ma sappiamo esattamente quali sono i pericoli per le tartarughe? I pericoli del letargo e i pericoli nel tenerle sveglie? E sappiamo come evitare i pericoli per le piccine (oltre che per le grandi)? 

Pericolosità del letargo. Perché il letargo può essere pericoloso?

Il letargo è un momento molto delicato nella vita delle tartarughe. Un momento molto importante nel quale, in natura, si dispiegano tutte le loro abilità, non solo la loro capacità di individuare i luoghi idonei ove andare in letargo, al sicuro da predatori, da eventuali abbassamenti fuori norma di temperatura, da allagamenti persistenti, ma anche la loro capacità di arrivare alla soglia del letargo in buone condizioni di salute. Un letargo controllato – e fatto con i corretti accorgimenti - può praticamente azzerare i rischi che esistono in natura.

Le tartarughe che vivono in ambiente limitato, sia esso giardino sia esso terrario, devono spesso affrontare una ulteriore e terribile serie di pericoli : gli errori degli allevatori.

Cattiva informazione, vecchi luoghi comuni, scarsa conoscenza della biologia delle tartarughe inducono alcuni allevatori, seppur in buona fede, a fare errori che risultano spesso letali alle tartarughe. Gli errori che sono letali per le adulte lo sono a maggior ragione per le baby tartarughe.

Non si può però dare la "colpa" al letargo se è l'allevatore a fare errori di base importanti. Occorre invece capire quali sono i principi che regolano il letargo e quali sono i pericoli per le nostre tartarughe, in modo da evitare ogni problema senza fare errori.

Ma il letargo è indispensabile come dicono tutti? O se ne può fare a meno?

Sì, il letargo è indispensabile per la buona salute di quelle specie di tartarughe che, come le nostre testudo, nel loro ambiente naturale, vanno il letargo. Ormai il fatto è accertato ed è fuori discussione.

Il loro organismo, nel corso del tempo, si è organizzato in modo tale da trarre giovamento da questo momento di pausa e, quindi, di rallentamento del metabolismo. La mancanza del periodo di letargo porta ad una serie di problemi che minano la loro salute. Ad esempio le femmine adulte che rimangono sveglie in terrario durante l'inverno hanno spesso problemi nella deposizione delle uova (deposizione anticipate, ritenzione di uova, scarsa fertilità). Nelle baby il problema uova non c'è ovviamente ancora, però il saltare il letargo provoca loro danni importanti, principalmente connessi con l'eccesso di crescita. Inutile dire che una crescita sana è essenziale per una baby tarta né più né meno di quanto sia essenziale per qualunque baby.

 

Ok, il letargo è indispensabile per le tartarughe adulte, ma anche per quelle piccole? Perché dovrei mandare in letargo anche le baby? Sono così piccine!

Proprio perché sono piccole è importante che si abbia particolare cura nel loro allevamento e nella loro crescita. E, prima cosa fra tutte, bisognarispettare i loro ritmi biologici.

Le baby tartarughe che saltano il letargo vanno spesso incontro a problemi connessi con l'eccesso di crescita: cattivo sviluppo della struttura ossea e serissimi problemi agli organi interni quali fegato e reni. E purtroppo questi problemi possono avere ripercussioni anche in età adulta.

Quali sono gli errori da evitare nel letargo?

Preparare una baby al letargo non e' difficile. Con pochi accorgimenti basilari le nostre piccole faranno il loro salutare letargo senza alcun inconveniente.

  1. Per le piccole così come le adulte è fondamentale che le tartarughe siano sane. Prima dell'abbassamento delle temperature devono essere normalmente reattive e di buon appetito. Non devono avere alcun sintomo di malattia (a puro titolo esemplificativo: scoli nasali e/o oculari). Se le piccole sono nate da poco devono avere buona vivacità.
  2. E' fondamentale che le tartarughe vadano in letargo dopo aver evacuato tutto il cibo ingerito. Prima del letargo occorre quindi rispettare rigorosamente un periodo di digiuno che, per le piccole, viene indicato di circa 3 settimane. E' un errore gravissimo dare da mangiare ad una tartaruga subito prima del letargo. Infatti il cibo non digerito si decompone dentro l'apparato digerente con esiti anche mortali. E' sbagliato pensare che le tartarughe possano soffrire di questo periodo di digiuno. Con il diminuire della temperatura, rallentano naturalmente tutte le funzioni vitali, incluso l'istinto verso il cibo. L'allevatore deve cercare di facilitare questa preparazione al letargo evitando di somministrare del cibo, anche se, magari, c'è una imprevista giornata più calda della norma.
  3. Contemporaneamente al digiuno si dovrà accorciare la durata delle giornate e si dovranno diminuire le temperature diurne e notturne. Per le tartarughe che vivono all'esterno, anche se in ambiente protetto come un giardino o un recinto, significa in pratica seguire l'andamento stagionale: e' il normale autunno con le temperature che si abbassano e le giornate che si accorciano. L'allevatore che tiene le tartarughe in terrario dovrà quindi simulare l'autunno per le tartarughe che fossero tenute in terrario fino a quel momento. Abbasserà gradualmente la temperatura del terrario e diminuirà le ore di "luce".
  4. Durante questo autunno, naturale o ricostruito, la tartarughe diventeranno sempre più lente, sempre meno reattive. Alcune scaveranno delle buche per interrarsi, altre si nasconderanno sotto delle foglie o sotto qualche riparo, altre ancora entreranno in letargo all'aperto senza proteggersi eccessivamente dalle intemperie.
  5. Ora che si sono "addormentate" possiamo intervenire.

Un letargo protetto

Se rileggiamo il paragrafo sulla pericolosità del letargo ci rendiamo conto che, con il momento in cui entrano in letargo, siamo solo all'inizio di un periodo delicato. Il nostro compito e' quindi di mettere le piccole, che ora sono particolarmente indifese, in condizioni di superarlo in modo ottimale.

E per fare ciò si ricorre al letargo protetto, vale a dire ad un letargo che, pur essendo un vero e proprio letargo, non abbia tutti gli inconvenienti che possono esserci in natura. E principalmente le dobbiamo proteggere da:

  1. predatori. Sono un enorme problema per le tartarughe, baby e non, e nel periodo invernale sono soprattutto (anche se non solo) topi e ratti ad essere il pericolo maggiore.
  2. temperature troppo basse. Le temperature troppo basse le gelerebbero velocemente, data la piccola massa corporea delle baby.
  3. temperature più tiepide della norma. Le temperature intermedie riattiverebbero il metabolismo facendo consumare loro molte energie senza però consentire loro di nutrirsi.
  4. temperature insolitamente alte fuori stagione. Un insolito periodo caldo prima di un ritorno del freddo le sveglierebbe, grazie alla loro piccola massa corporea, spingendole a nutrirsi. Il ritorno di temperature fredde le riporterebbe in letargo a stomaco pieno.

Come si organizza un letargo protetto.

  1.  Il sistema più semplice per organizzare un letargo protetto è di preparare una scatola di cartone o di legno possibilmente ben isolata (ad esempio rivestendola esternamente con polistirolo) da collocare in un ambiente che abbia una temperatura piuttosto costante di 5-8 gradi.
  2. L'ambiente in cui metteremo la scatola del letargo dovrà essere al sicuro da topi e ratti oppure la scatola dovrà essere rivestita da una robusta rete.
  3. Dentro la scatola metteremo della terra (o altro substrato), delle foglie secche, la sonda di un termometro che registri le temperature minime e massime ed infine le nostre tartarughe. Il corpo del termometro lo metteremo fuori dalla scatola in modo da monitorare le temperature all'interno senza dover aprire la scatola continuamente. Non dobbiamo mettere né cibo né acqua, perché le nostre tartarughe già addormentate non ne hanno bisogno. Le scatole non devono essere sigillate e, se troppo ben chiuse, bisogna praticarvi dei fori di aereazione.
  4. Durante il letargo le terremo sotto controllo pesandole una volta al mese e verificando che non calino troppo di peso. Occorrerà anche verificare che il substrato non si disidrati eccessivamente.
  5. Quando arriverà primavera le tireremo fuori dalla scatola facendole abituare gradualmente, nell'arco di circa una settimana – dieci giorni, alle temperature più tiepide.

Quale deve essere il peso minimo per andare in letargo?

Non esiste un peso minimo di letargo. Anche le baby di 10-12 grammi fanno benissimo il letargo, né più né meno che le loro sorelline di 20 o 30 grammi. Pensare che non possano andare in letargo perché sono piccole sarebbe come pensare che un neonato non può dormire finché non e' diventato grande.

E se volessi far fare un letargo breve?

Se proprio si ha paura di far fare il letargo completo alle baby appena nate, si può optare per il letargo breve che dovrà durare almeno due mesi. In questo caso si inizierà il letargo normalmente in autunno e lo si interromperà in anticipo.

E' sconsigliato, se non ci sono seri motivi, di cominciare il letargo in ritardo perché la preparazione artificiale al letargo è molto più laboriosa della preparazione naturale nella stagione giusta.

Io quest'anno non ho tempo per "studiare" il letargo. Quindi le terrò sveglie.

In realtà preparare un buon terrario per l'inverno e' molto più difficile che preparare un buon letargo. E sono parecchie le baby tartarughe che si ammalano e che muoiono, a volte proprio a primavera, a causa della cattiva organizzazione del terrario invernale.

E' quindi meglio "perdere" un po' di tempo per "studiare" il letargo, piuttosto che perdere molto più tempo per studiare e realizzare un buon terrario.

Tenerle sveglie senza terrario, magari in una scatola vicino al termosifone, o anche in un qualche posto in casa ha in genere esiti negativi: sono poche le tartarughe che riescono a sopravvivere in queste condizioni. In questi casi la percentuale di tartarughe che muoiono è elevatissima.

Risposte brevi in ordine sparso

Il letargo va fatto al buio o è meglio che ci sia la luce?

Meglio al buio. La presenza di luce le può spingere a svegliarsi anche con temperature relativamente basse.

Prima del letargo non devono mangiare, ma possono bere?

Sì. E' molto positivo se bevono prima del letargo.

Anche quando si svegliano bisogna mettere subito una ciotolina di acqua a disposizione in modo che possano bere a volontà.

Perché prima del letargo non dobbiamo dare cibo aggiunto rispetto a quello già disponibile in giardino?

Perché il nostro cibo e' senza dubbio molto più appetitoso di quello che abitualmente trovano sul terreno. Così appetitoso che non riescono a resistere alla tentazione di mangiarlo anche se il loro organismo dice loro di cominciare a mettersi a riposo. Le obblighiamo quindi a fare qualcosa che fa loro del male prendendole per la gola.

E se le tenessi in una scatola vicino al termosifone?

E' il sistema più sicuro per farle morire.

Io pensavo di metterle in uno scatolone nel ripostiglio di casa: lì non riscaldiamo e non c'è neanche il termosifone

Anche questo è un sistema per farle morire. In nessun ambiente dentro le nostre case la temperatura è fra i 5 e gli 8 gradi, ma è più alta. Con temperature superiori a quelle di letargo le tartarughe non rallentano a sufficienza il loro metabolismo e quindi continuano a consumare energie senza potersi però nutrire e/o senza poter assimilare eventuale cibo ingerito.

Ogni tanto le trovo spostate nella loro scatola del letargo. Sono sveglie o dormono?

Dei piccoli movimenti sono normali durante il letargo. Se grattano insistentemente o cercano di fuggire significa invece che le temperature di letargo sono troppo alte. In questo caso, prima di metterle in un ambiente a temperature più adatte, occorre controllare che non abbiano risentito della temperature eccessive pesandole e dando loro dell'acqua da bere.

Come si pesano delle tartarughe così piccole?

Il modo migliore per pesare le baby è con una bilancia elettronica da cucina con scansione di 1 grammo.

Al risveglio posso metterle subito fuori in giardino?

Le tartarughine che hanno fatto il letargo si adattano molto bene alle temperature esterne primaverili. Occorre solo controllare che le temperature esterne non si abbassino troppo andando verso lo zero. E' buona norma metterle al riparo in una tana le prime notti o se piove molto di giorno.

Se all'esterno c'è una insolita ondata di caldo è preferibile farle abituare gradatamente alla diversa temperatura in modo che il loro organismo faccia un passaggio "dolce" dal freddo al caldo.

Al risveglio mangiano subito?

In genere passa qualche giorno prima che si mettano a mangiare normalmente. Il numero di giorni dipende dalle temperature diurne e notturne. Il passaggio da uno stato di profondo rallentamento del metabolismo – come è lo stato di letargo – ad uno stato di normale attività richiede una fase di adattamento. Un organismo complesso deve essere rimesso in moto: ci vuole un po' di tempo.

Lunedì, 23 Giugno 2014 18:52

Il letargo nelle testuggini europee

Il letargo nelle testuggini europee

 Vi siete mai fermati un attimo a riflettere quanto sia dura, faticosa e rischiosa da un punto di vista fisiologico la vita di una tartaruga? Inizia dovendo  uscire dall'uovo e non deve essere per niente facile essere chiuso in qualcosa che ti riveste e non ti lascia nemmeno muovere dal tanto che è angusto  tanto da costringere il nascituro ad aprirsi una breccia a colpi di naso! Poi la ricerca del cibo...in cui pur di vivere si accontenta di tutto ciò che è  commestibile ma non certo appetibile..... poi la riproduzione : per i maschi trovarsi una femmina, combattere per accaparrarsela mica semplice! Grandi  spazi e velocità ...non proprio da missile! per la femmina accoppiarsi e poi scavare e fare le uova anche 4-5 volte all'anno. E se fino a qui la vita è  sovrapponibile a quella di molti altri animali, per loro c'è anche lo stress del letargo... già , ci mancava anche quello! Tutto questo per dirvi quanto la vita di una tartaruga possa sembrare così tranquilla ed invece sia stressante e di questi stress sicuramente uno dei più importanti è rappresentato proprio dal letargo. Da quanto è stato detto fino ad ora si può affermare che il letargo più semplice sia quello delle tartarughe di più di un anno di età (che sono nate da poco tempo e già devono subire una prova di vita non indifferente) ma che ancora non sono giunte alla fase riproduttiva (con tutti i problemi ad essa connessi) ossia quelli animali che dalla mattina alla sera non hanno altro problema che nutrirsi (oltre a quello comune a tutte le altre di sfuggire a predatori ed uomini ).

Ma cos'è il letargo?

Il letargo è un meccanismo di risposta fisiologico di riduzione di attività metabolica a condizioni ambientali ed alimentari avverse.

Come tutti sappiamo i rettili sono animali ectotermi ossia la cui temperatura corporea dipende da quella ambientale . Quando questa raggiunge dei limiti troppo bassi da non consentire la vita questi cadono in letargo.

Poiché l'abbassamento della temperatura corporea porta ad un cambiamento di metabolismo è bene ricordare che certi organi ed apparati lavorano in maniera ideale solo all'interno di un range di temperatura che ovviamente non contempla le temperature del letargo. Quello che sicuramente preoccupa di più veterinari ed allevatori è la mancata capacità del sistema immunitario di reagire agli insulti batterici, micotici e virali, tanto è vero che è disgraziatamente nota a tutti l'avvento di patologie respiratorie nelle tartarughe al momento del risveglio. L'abbassamento del metabolismo rende anche nulli i processi riparativi cutanei, per cui risulta scontato che non è possibile mandare in letargo animali ammalati, con ferite al guscio od ai tessuti molli. Anche l'apparato digerente diventa più pigro fino a fermarsi completamente. I più attenti avranno notato che circa dieci quindici giorni prima di interrarsi, le tartarughe smettono di mangiare, alcune volte gradualmente altre bruscamente. Questa scelta va interpretata come un momento in cui l'animale continua a defecare liberando l'alveo intestinale per far sì che durante la fase di ibernazione i batteri presenti nell'intestino non possano fermentare in maniera grave ed addirittura mortale il contenuto gastrointestinale. In definitiva e proprio per le complicazioni che si possono avere durante il letargo, non è consigliabile farlo eseguire a tartarughe defedate od ammalate se vogliamo che l'anno successivo si risveglino.

Non è consigliabile mandare in letargo neppure tartarughe magre o che comunque hanno mangiato poco durante la stagione estiva: non potrebbero avere a disposizione energie e liquidi sufficienti a passare il letargo e risvegliarsi. Il letargo non ha date fisse ma inizia fine settembre/ottobre e finisce in marzo aprile in base alle condizioni climatiche ed alla latitudine.

Dove alloggiare le tartarughe durante il letargo

Si può decidere di far passare il letargo all'aperto oppure in un ambiente chiuso, scevro da pericoli (soprattutto altri animali) dove l'unica cosa veramente basilare è la temperatura che può venire

raggiunta e cosa molto importante tenuta costante. La temperatura ideale a cui tenere gli animali in letargo oscilla tra i 3 e gli 8 gradi anche se parecchi autori parlano di temperature minime di 2°C e

massime fino agli 11°C. Sappiamo che al di sotto dei 2°C la tartaruga può subire dei gravi danni a carico del sistema nervoso e degli occhi. Se viene tenuta a temperature basse ma superiori ai 10°C il metabolismo non si abbassa a sufficienza ed alla fine del letargo ci potremmo trovare a fare i conti con un animale molto dimagrito e defedato.

Il letargo all'aperto è sicuramente il più semplice da eseguire. Si aspetta che le tartarughe si interrino da sole e poi si ricoprono i luoghi prescelti con paglia o foglie secche. A questo punto non resta che attendere il risveglio. In alcuni casi può essere d'aiuto alle tartarughe lavorare il terreno con vanga e zappa in modo da rendere meno faticosa l'opera di escavazione da parte dei rettili. Se il terreno risultasse particolarmente duro si potrebbero creare delle buche profonde 50-60 centimetri da riempire con la stessa terra asportata frammista a sabbia. Dopo che le tartarughe si saranno interrate si potrà procedere alla copertura della zona con paglia e foglie secche.

Il letargo al chiuso può essere eseguito in una stanza o locale idoneo oppure all'interno di un frigorifero. Nel primo caso si dispongono gli animali in cassette con all'interno paglia e foglie secche o torba di sfagno. Le cassette andranno sempre coperte con una rete a maglie fitte in grado di evitare la possibilità che topi e ratti possano creare delle lesioni agli animali in letargo. E' importante che la temperatura ambientale non superi i 10°C; meglio se rimane costante intorno ai 5° C.

Il letargo in frigorifero è usato solo da allevatori con numerosi soggetti e che sfruttano vecchi frigoriferi all'interno dei quali sistemano le casse con gli animali.. Al loro interno si userà lo stesso materiale prima descritto. Sul fondo del frigo si terrà una bacinella con due centimetri di spessore di acqua per far si che venga mantenuta la giusta umidità. E' anche possibile mettere sopra a l frigo un aeratore da acquario che immetta tramite un tubicino ossigeno . Dovrà essere posta molta attenzione per far sì che il tubicino non rimanga schiacciato dalla guarnizione. Le temperature dovranno essere abbassate gradualmente fino ad arrivare alla temperatura designata.

Preparazione pre-letargo degli animali

Se gli animali eseguiranno un letargo normale all'aperto di norma faranno fronte da soli alle esigenze. Se invece forziamo noi l'animale per mandarlo in letargo, dobbiamo metterlo nelle condizioni migliori per far sì che tutto vada a buon fine. Circa sei settimane prima conviene cominciare a somministrare molto cibo (erbe di capo e un po' di frutta). 15-20 giorni prima del presunto letargo si comincia a somministrare cibo in minore quantità fino a smettere 10-12 giorni prima del letargo. In questi giorni gli animali dovranno essere oggetto di bagni in recipienti con acqua tiepida per 10-20 minuti per favorire l'espulsione di materiale fecale, si eviteranno così processi fermentativi in grado di causare la morte dell'animale. Un mese prima del letargo è consigliabile far eseguire un esame coprologico per la ricerca di parassiti e se positivo improntare la giusta terapia.

Risveglio

Il risveglio degli animali che si sono interrati spontaneamente è deciso dall'innalzamento naturale della temperatura. Per gli altri sarà l'allevatore a fare in modo che esso accada nella maniera più graduale possibile. Dopo il risveglio conviene metter gli animali in bacinelle con acqua pulita e tiepida in modo da favorire l'abbeverata e soprattutto il ripristino delle grandi funzioni organiche. Si procede alla pulizia delle narici e degli occhi e si cominciano a somministrare i primi alimenti che dovranno essere a base di frutta e verdura molto digeribile e di ottima qualità. Nell'arco di pochi giorni tutto sarà tornato alla normalità e potranno tornare ad essere amministrate come sempre. Il consiglio è comunque quello di osservarle a lungo e soprattutto ripetere i bagnetti frequentemente.

Letargo nelle tartarughe di un anno

E' molto discusso se mandare le tartarughe nate nell'anno in corso in letargo; ed è difficile dare un giudizio esente da critiche. Quelle che fanno un letargo normale solitamente si risvegliano quasi tutte mentre in quelle che si schiudono nel tardo ottobre è facile che vi sia qualche perdita in più. Quindi chi vuol fare una autentica selezione naturale potrà mandare in letargo le piccole anche se sconsiglio di mandarci le "ottobrine". Per gli altri la decisione consiste se non mandarle o far fare un "letargo corto". Quest'ultima opzione è quella che io consiglio più volentieri. Nel primo caso si allestisce un terrario (può andar bene anche un scatolone una cassetta di legno od un vecchio acquario senza il coperchio. Tramite una lampada ad incandescenza (ed un neon a U.V.B. per favorire la deposizione del calcio a livello osseo) si può garantire il giusto fotoperiodo (10-12 ore di luce). La lampada fornirà anche la giusta quantità di calore. Se montata su un portalampade a pantografo o simile potrà venire allontanata o avvicinata per fornire la giusta temperatura (22-26° C.). Di tanto in tanto le pareti del terrario dovranno essere umidificate con un nebulizzatore. Nel terrario sul terriccio di base dovrà essere sistemato un nascondiglio, un contenitore per l'acqua (a mio avviso per le tarta di questa taglia il migliore è il coperchio dei barattoli della "Nutella" poiché sufficientemente profondo per permettere l'abbeverata ma non tanto da consentire agli animali di affogarci dentro). Lo stesso terrario può essere impiegato anche per il "letargo corto". In media la sua durata si aggira sui 45- 70 giorni . Per un po' vengono allevati come sopra con cibi sani come già descritto a proposito delle altre tartarughe in preletargo poi 20 giorni prima della data del presunto inizio del letargo si iniziano a somministrare meno alimenti e 7-10 giorni dopo si sospende la somministrazione e ci si comporta come per le tartarughe che effettuano il letargo al chiuso per ciò che concerne la temperatura. Al risveglio faremo il procedimento inverso rispettando tutto quanto già detto nel paragrafo risveglio.

Autore: Socio del TCI

Lunedì, 23 Giugno 2014 18:54

Attività 2005

  1. 14 Novembre 2005 - Operazione micro-chip
  2. 12-13 Novembre 2005 - Partecipazione alla mostra Reptilia ed Anphibia Day
  3. 23 Ottobre 2005 - Partecipazione alla mostra ornitologica di Faenza
  4. 01-02 Ottobre 2005 - TCI, alla mostra ornitologica di Cesenatico
  5. 25 Settembre 2005 - XII° Concorso Nazionale
  6. 24-25 Settembre 2005 - TCI a Santarcangelo di Romagna
  7. 18-19 Settembre 2005 - TCI a Cervia
  8. 11 Settembre 2005 - giornata dell'adozione
  9. 10-11 Settembre 2005 - Tartarughe Beach 2005
  10. 11 Luglio 2005 - Incontro a Bologna con la Regione Emilia-Romagna
  11. 25-26 Giugno 2005 - Reptiles Day
  12. 12 Giugno 2005 - Giornata dell’ADOZIONE
  13. 05 Giugno 2005 - lavori costruzione recinto tartarughe
  14. 07 Maggio 2005 - ZOOMARK di Bologna
  15. 30 Aprile 2005 - 01 Maggio 2005 - Partecipazione ad “ESOTICA”
  16. 27 febbraio 2005 - Assemblea soci
  17. 15 gennaio 2005 - progetto del "Parco delle tartarughe"
  18. 12 gennaio 2005 - SOS TARTARUGHE
  19. 02 gennaio 2005 - Documento: "Difetti attuali normative e proposte per migliorarle"

 

  1. 14 Novembre 2005 - Operazione micro-chip
    Operazione micro-chip: grazie all’amico e socio, Dr. Giordano Nardini, dell'ospedale delle tartarughe marine della Fondazione Cetacea di Riccione, abbiamo inserito 10 micro-chip ad altrettante Testudo (margiante e hermanni) adulte, per poter ottenere i certificati CITES, in quanto queste devono essere inserite all’interno di due parchi tematici (la Casa delle Farfalle di Milano Marittima e il parco Oltremare di Riccione), a scopi didattici e di immagine per il TCI (vedi articolo)
  2. 12-13 Novembre 2005 - Partecipazione alla mostra Reptilia ed Anphibia Day
    Partecipazione alla mostra Reptilia ed Anphibia Day di Cesena, con i soci: Agostino Montalti, Davide Urbinati, Micaela Morri, Giacomo Piersanti, Roberto Fabbri.
  3. 23 Ottobre 2005 - Partecipazione alla mostra ornitologica di Faenza
    Partecipazione alla mostra ornitologica di Faenza, coi soci Davide Urbinati e Micaela Morri.
  4. 01-02 Ottobre 2005 - TCI, alla mostra ornitologica di Cesenatico
    Partecipazione dello stand del TCI, alla mostra ornitologica di Cesenatico, alla Colonia Agip, con i soci: Davide Urbinati, Micaela Morri, Roberto Fabbri, Ricci Alan, Agostino Montalti.
  5. 25 Settembre 2005 - XII° Concorso Nazionale
    Partecipazione al XII° Concorso Nazionale di bellezza per rettili e mercatino, dell’associazione APAE, a Padova, con i soci Davide Urbinati e Micaela Morri.
  6. 24-25 Settembre 2005 - TCI a Santarcangelo di Romagna
  7. 18-19 Settembre 2005 - TCI a Cervia
    Partecipazione del banco del TCI, a Cervia, durante una manifestazione culturale della città, con il socio Ivano Amaducci.
  8. 11 Settembre 2005 - giornata dell'adozione
    Giornata dell’ADOZIONE, all’interno della mostra TARTARUGHE BEACH. Distribuite ai soci che ne avevano fatto richiesta, le seguenti tarte: 24 Testudo hermanni boettgeri(adulte e baby) 8 tarte acquatiche (Trachemys scripta scripta e Trachemys scripta elegans)
  9. 10-11 Settembre 2005 - Tartarughe Beach 2005
    Il TCI organizza la grande mostra TARTARUGHE BEACH 2005, nella nuova sede di Cesena Fiere, in circa 5000mq, con il raddoppio dei giorni espositivi.
    Il sabato 10, sono tenute anche le tradizionali conferenze.

    Il Dr. Giuseppe Mosconi, redige un interessante articolo della manifestazione svolta.
  10. 11 Luglio 2005 - Incontro a Bologna con la Regione Emilia-Romagna
    Incontro a Bologna con la Regione Emilia-Romagna, per discutere sulla definizione delle regole per la detenzione degli animali, da inserire all’interno della nuova legge regionale. Incontro molto importante sia per decidere le misure minime degli animali all’interno delle strutture commerciali, che in quelle delle mostre e fiere.
  11. 25-26 Giugno 2005 - Reptiles Day
    Partecipazione alla mostra Reptiles Day di Longarone. Al tavolo i soci Davide Urbinati e Micaela Morri.
  12. 12 Giugno 2005 - Giornata dell’ADOZIONE
    Giornata dell’ADOZIONE, a Cesenatico: Distribuite ai soci che ne avevano fatto richiesta. Queste le tarte distribuite: 36 Testudo hermanni boettgeri(adulte e baby) 5 Tarte acquatiche Trachemys scripta elegans adulte.
  13. 05 Giugno 2005 - lavori costruzione recinto tartarughe
    Lavori dei consiglieri del TCI (Agostino Montalti, Davide Urbinati, Micaela Morri, Nazario Guiducci, Ivano Amaducci, Ricci Alan e Danilo DeLorenzi) per la costruzione del recinto per le tartarughe (a spese del TCI), all’interno del parco, della Casa delle farfalle di Milano Marittima (RA)

    Il recinto ha uno scopo didattico molto importante, visto che all’interno della struttura passano annualmente decine di migliaia di visitatori e in gran parte di giovane età.

    Purtroppo la Forestale di Forlì ci ha impedito di inserirvi i 4 esemplari di Testudo hermanni previsti, in quanto la struttura fa pagare il biglietto all'ingresso, quindi non valutando i nostri fini non a scopo di lucro.

    Quindi rimaniamo in attesa di ricevere comunicazione sulla prassi da tenere per ottenere il permesso ad introdurre i nostri esemplari.
  14. 07 Maggio 2005 - ZOOMARK di Bologna
    ZOOMARK di Bologna per la conferenza sul tema: Selvatico-domestico, commercio e benessere degli animali da compagnia e d’affezione 2° tavola rotonda sulla normativa CITES, con la conferenza del presidente TCI, Agostino Montalti.
  15. 30 Aprile 2005 - 01 Maggio 2005 - Partecipazione ad “ESOTICA”
    Partecipazione ad “ESOTICA”, a Milano, con al nostro stand i soci Andrea Luison e Stefano Redaelli
  16. 27 febbraio 2005 - Assemblea soci
    Assemblea ordinaria dei soci, con l'elezione del nuovo Consiglio direttivo e presentazione dei nuovi progetti.

    VERBALE DI ASSEMBLEA
    Domenica 27 febbraio 2005

    In data odierna si è tenuta l’assemblea generale del Tarta Club Italia, presso la sala consigliare del comune di Cesenatico.

    Alla presenza dei soci intervenuti di persona (allegato A) e di quelli intervenuti per delega (allegati B/C/D) sono state svolte le seguenti mansioni:
    - Aggiornamento sullo stato giuridico e sull’organizzazione del Tarta Club Italia.
    - Approvazione bilancio consuntivo 2004 e approvazione preventivo di spesa 2005 (allegato E).
    - Presentazione “Progetto Pet therapy”.
    - Presentazione “Progetto informazione”, sulla campagna di sensibilizzazione presso porti/aeroporti per le isole e l’estero, contro il prelievo di animali in natura (in special modo verso la Sardegna).
    - Presentazione “Progetto Tartarcore” , sulla realizzazione di un centro di recupero tarte acquatiche presso il comune di Arcore(in collaborazione del socio Stefano Redaelli).
    - Aggiornamento “Progetto TCI Emys orbicularis”, già in svolgimento tramite acquisizione e donazione esemplari neonati, poi dati in affidamento a soci.
    - Presentazione “Progetto Parco delle Tartarughe”, centro di recupero tartarughe, presso comune di Cesena, con specifiche sulla gestione con la cooperativa sociale Anima Mundi.
    - Illustrazione della nuova dimensione di TARTARUGHE BEACH 2005.
    - Elezione del consiglio direttivo dell’Associazione, chiamato allo svolgimento degli obblighi previsti dallo statuto, con la nomina dei seguenti soci (allegato F)
    Montalti Agostino
    Ricci Alan
    De Lorenzi Danilo
    Urbinati Davide
    Piersanti Giacomo
    Amaducci Ivano
    Siboni Luciano
    Suzzi Massimo
    Ricci Matteo
    Guiduzzi Nazario
    Fabbri Roberto
    Dall’Acqua Sauro

    Spetterà poi al consiglio direttivo, di eleggerne le cariche.

    In fede
    il segretario T.C.I.
    Piersanti Giacomo
  17. 15 gennaio 2005 - progetto del "Parco delle tartarughe"
    Presentazione all'Assessore del Comune di Cesena, del nuovo progetto del Parco delle tartarughe, ambientato in una nuova posizione, con la collaborazione della Cooperativa Anima Mundi, che assieme al TCI gestirebbe poi il parco.
  18. 12 gennaio 2005 - SOS TARTARUGHE
    Lettera di denuncia inviata ad oltre 100 riviste mensili e settimanali oggetto: SOS Tartarughe

    SOS TARTARUGHE

    Il Tarta Club Italia, associazione di volontariato a fini naturalistici, vuole denunciare la drammatica situazione in cui versano le tartarughe terrestri autoctone del genere Testudo. Le popolazioni selvatiche di Testuggine mediterranea sono spinte sull’orlo dell’estinzione primariamente da fattori quali la distruzione degli habitat, la dispersione in natura di sostanze tossiche e inquinanti, e la raccolta di esemplari per fini collezionistici.
    Al contrario, il numero di esemplari delle stesse specie mantenuti in cattività registra un sensibile incremento, soprattutto grazie alle recenti iniziative di appassionati e allevatori riuniti in associazioni organizzate e sempre maggiormente consapevoli dei problemi e delle dinamiche legate all’allevamento di animali così particolari.
    Uno degli ostacoli principali ad una forma di allevamento responsabile che contrasti il prelievo di esemplari in natura e che possa pertanto contribuire attivamente e concretamente alla conservazione delle specie minacciate è paradossalmente rappresentato dall’attuale legislazione, proibizionista ed eccessivamente complessa.
    Infatti, in pochi anni dalla sua entrata in vigore, la Legge 338/97, seppur concepita con nobili intenti, ha di fatto salire alle stelle il valore commerciale delle tartarughe incentivandone la cattura e il mercato illegale.
    In aggiunta a ciò va denunciato il rischio sanitario al quale le testuggini selvatiche rischiano di essere esposte, costituito da malattie quali l’Herpes Virus e l’X-Virus, agenti infettivi noti per aver provocato vere e proprie stragi in allevamenti in tutta Europa e spesso provenienti da esemplari importati dall’estero per soddisfare la forte domanda di nuovi esemplari. In questi pochi anni di entrata in vigore della nuova legge, il numero degli esemplari in natura ha subito una tale devastazione che neppure 500 anni di incendi e l’opera dell’uomo avevano mai arrecato; frequenti sono le segnalazioni dal nord della Sardegna che testimoniano come solo pochi anni fa era comune vedere in primavera a Capo d’Orso le Testudo marginata deporre, evento ormai rarissimo da osservare.
    Il gran numero di testuggini allevate e riprodotte regolarmente in cattività in Italia (stimato in ben 5 milioni di esemplari) è attualmente costretto agli “arresti domiciliari” senza poter essere instradato nei canali del commercio nazionale ed internazionale.
    Semplificando le procedure per il rilascio delle specifiche autorizzazioni ed incentivando gli allevatori, diminuirebbe drasticamente la domanda ora rivolta al mercato illegale con conseguente crollo del valore commerciale dei singoli esemplari.
    Infine, un aspetto importantissimo ma spesso negletto è una seria attività di informazione, nei porti d’imbarco verso le isole, negli aeroporti e dogane, orientata verso i turisti che spesso non conoscendo le normative ed i rischi di altissime sanzioni amministrative (fino a 77.500 euro) e penali(arresto fino a 12 mesi), per chi preleva, acquista o trasporta esemplari illegalmente(vedi Decreto Legislativo n°275/2001).

    In fede:
    Agostino Montalti(presidente Tarta Club Italia)
  19. 02 gennaio 2005 - Documento: "Difetti attuali normative e proposte per migliorarle"
    Documento: "Difetti attuali normative e proposte per migliorarle".

    Cesenatico li 02-02-2005
    Valutazione delle disposizioni di legge in materia di allevamento di Testuggini mediterranee.

    Eccesso di burocrazia e costi elevati per il rilascio della certificazione CITES che di fatto scoraggiano gli allevatori dal richiederla.

    Errata classificazione degli allevatori: non è giusto equiparare gli allevatori amatoriali, ai commercianti, qualora decidano di vendere anche solo qualche esemplare. E’ da considerare il fatto che attualmente gli allevatori sono esclusivamente amatoriali.

    Mancanza di una rappresentanza degli allevatori all’interno della commissione scientifica.

    Proposte:

    Semplificazione dei moduli per il rilascio dei certificati CITES coi seguenti dati:
    a – dati di identificazione dell’allevatore (nome, cognome, indirizzo, codice allevatore)
    b – dati della specie (e sottospecie)
    c – data di nascita dell’esemplare
    d – dichiarazione che l’esemplare è nato da riproduttori in suo possesso; qualora sia possibile verranno inoltre indicati i genitori. Solo allevamenti professionali, con enormi spazi, sono in grado di garantire la sicurezza del riconoscimento della paternità e maternità (le femmine possono conservare lo sperma fino a 5-6 anni). Molto più importante sarebbe non ibridare esemplari delle sottospecie, ad esempio le Testudo hermanni hermanni e Testudo hermanni boettgeri, peraltro neppure considerate dalla classificazione CITES (importantissimo patrimonio genetico delle specie endemiche).
    e – Inserimento di due foto dell’esemplare, a quattro anni di età; prima di tale età, non è permessa la vendita e quindi il rilascio del certificato CITES (in questo modo finisce la ridicola situazione di dover consegnare le foto per 5 anni, con seri rischi di sostituire o invertire gli esemplari, che in continua crescita, solo dopo pochi mesi sono indistinguibili e neppure l’allevatore più esperto può riconoscerli(impossibile isolare ogni esemplare).
    f – l’inserimento del micro-chip non è obbligatorio ma facoltativo

    Abolizione delle tasse previste dall’attuale normativa vista l’importanza delle riproduzioni di esemplari citati a rischio di estinzione da diversi organismi internazionali (IUCN, CITES, Unione Europea) e nazionali (lo stesso Stato Italiano, e le Regioni) nessuna tassa deve essere corrisposta per l’allevamento

    Introduzione di un contributo governativo agli allevatori amatoriali
    Per gli stessi motivi elencati al punto 2 e in quanto l’allevatore svolge un’attività che rientra a pieno titolo nell’ambito delle attività agricolo-produttive
    Nessun registro di carico deve essere imposto, al solo rilascio del certificato, specialmente se l’allevatore è amatoriale e riconosciuto e del quale gli uffici CITES hanno tutta la documentazione e tutte le dichiarazioni di acquisizione, spostamento, nascita (l’attuale obbligatorietà crea un grande deterrente a rimare nella legalità)

    Creazione di un albo di allevatori amatoriali, con il rilascio del codice allevamento. Il Tarta Club Italia, ha già sottolineato ai ministeri questa esigenza e si è reso disponibile a gestire l’albo. In questo modo verrebbe riconosciuta l’importanza di riprodurre delle specie in vie di estinzione.

    Inserimento di un rappresentante del Tartaclub (o di un’altra associazione allevatori, ma al momento non c’è..!) nella commissione scientifica.

    Si potrebbe anche valutare la possibilità di rilasciare un attestato di capacità(patentino), Il Tarta Club Italia sta lavorando per la creazione di un opuscolo a quiz, e per poter gestire gli esami in tutto il Paese.

    In fede:
    Agostino Montalti (presidente Tarta Club Italia)

 

 

 

Lunedì, 23 Giugno 2014 18:52

Attività 2006

  1. 10/11 giugno 2006 Squamata
  2. 27/28 maggio 2006 Reptiles Day
  3. 12-marzo 2006 Assemblea ordinaria dei soci

 

  1. 29nov./14dicembre 2006 Viaggio alle Galapagos
    I S O L E G A L A P A G O S

    Un viaggio da ricordare
    29 Novembre – 14 Dicembre 2006

    Non è facile, in un breve articoletto come questo, descrivere tutto ciò che abbiamo visto in quello che personalmente chiamo “Il viaggio della mia vita”. Se mi accingessi a parlare dell’Archipelago de Colon probabilmente queste righe passerebbero inosservate a molti. Le Isole Galàpagos, invece, le conoscono tutti o, per lo meno, tutti le hanno già sentite nominare. Pochi sono a conoscenza del fatto che è solo una questione di doppio nome. Quel che è sicuro è che la parola “Galàpagos “ porta la mente di ognuno a viaggiare fra le più svariate fantasie naturalistiche senza spazio e senza tempo.
    Una visita nell’arcipelago è come un sogno avverato di un bambino, o meglio, è una visita che fa tornar un po’ bambini tutti quanti. E’ questo, infatti, uno degli ultimissimi paradisi incontaminati che si possano ancora trovare sulla Terra, ormai circondati, come siamo, da cemento ed asfalto, dal capitalismo, dalla tecnologia e dalla vita frenetica delle nostre città. Un viaggio in queste isole dimenticate è una lezione esplosiva di storia ambientale e naturalistica, fra paesaggi incantati, a metà strada fra deserti e foreste.
    Scomode e lontane da raggiungere, spesso viste negativamente, in passato, a causa delle coste di origine vulcanica, e quindi costituite da rocce di color nero, simbolo del male e della negatività, case di “strani” animali, quasi sempre endemici, queste terre sono riuscite a mantenere una sorta di verginità dove l’uomo non ha ancora deturpato o modificato l’ambiente che lo ospita.
    Scoperte nel 1535 dal Vescovo di Panama che vi approdò per errore, le Galàpagos vennero così chiamate in quanto proprio lo stesso Vescovo fece una descrizione molto dettagliata al suo re delle Galàpago (le testuggini) giganti che vide sulle isole.
    In seguito, per secoli, l’arcipelago offrì cibo ed acqua a corsari e pirati che trovavano ancoraggi comodi e legnami per le navi. Quasi sempre il cibo prelevato era costituito dalle enormi tartarughe terrestri che, inermi ed innocue e che raggiungevano anche i 200 Kg di peso, potevano sopravvivere nelle stive anche per un anno senza alcun tipo di cura.
    Nel XIX secolo soggiornò sulle isole Charles Darwin il quale, osservando fauna e flora locali, formulò la sua nuova teoria sull’evoluzione delle specie, alla base, ancora oggi, della moderna scienza biologica.
    Le Galàpagos divennero possesso dell’Ecuador nel 1832, posizionate a circa 1000 Km dal continente sud americano, in pieno Oceano Pacifico, a cavallo dell’equatore. Nel 1959 divennero ufficialmente Parco Nazionale.
    L’arcipelago offre spazi naturalistici unici al mondo: vulcani attivi (ad esempio il Sierra Negra, secondo al mondo per importanza e grandezza, visitabile dopo ore di marcia a cavallo e poi a piedi, un’escursione indimenticabile!), zone aride e zone umide e verdissime, una flora impareggiabile ed una fauna che, non conoscendo l’uomo, non essendone mai venuta a contatto diretto, non lo teme. Il visitatore può, quindi, ammirare, senza difficoltà alcuna, ogni specie animale a brevissima distanza: sule piedi azzurri, fregate, albatros, iguane giganti, leoni marini, pellicani, fringuelli di Darwin, tonni, squali pinna bianca, mante, tartarughe marine, testuggini terrestri giganti, solo per ricordare alcune specie.
    Oltreché dalla natura, tutti quanti noi, un po’ turisti ed un po’ naturalisti, siamo stati veramente colpiti anche dalla cordialità e dalla gentilezza della gente. Si nota subito che nessuno sa cosa sia lo stress, la gente non è maliziosa, viene quasi automatico lasciare le porte delle nostre camere aperte, non si ruba nulla. Nessuno ha paura di passeggiare la sera fra stradine poco illuminate in paesini che non si conoscono. Anzi, se si incontra qualcuno si viene puntualmente e cordialmente salutati. La povertà dilaga, la gente ha poco o nulla, ma quel poco che si possiede lo si spartisce con gli altri. I paesini sono molto piccoli. Le case sono tutte al piano terra o al limite ad un piano sopraelevato e di poche decine di metri quadrati. Le automobili sono praticamente assenti, tant’è vero che quando se ne incontra una si nota subito l’odore dei fumi di scarico in mezzo all’aria limpida e pulita che c’è. Il cibo nei ristoranti è buonissimo, anche se la scelta è limitata. Tutti i rari locali di intrattenimento chiudono prestissimo, verso le 22.00. Per le strade si respirano ovunque profumi di spezie e di carne cotta allo spiedo, accompagnati ad ogni casa da melodiche e, spesso, assordanti musiche del luogo. Se, però, qualcuno ha intenzione di andare a vivere in queste isole, o se qualcuno vede in questi posti un luogo dove poter realizzare facili guadagni approfittando del costo bassissimo della vita, beh… allora si prepari a cercar moglie alle Galàpagos! Proprio così, soltanto i residenti possono intraprendere qualsiasi tipo di attività lavorativa, e per avere la residenza è necessario sposare un cittadino del luogo.
    Ci sono così tanti controlli aeroportuali e doganali che perfino droga ed alcol riescono a stare distanti. Si ha la sensazione che il tempo non abbia tempo, che il tempo non abbia senso.
    Dal punto di vista sociale è veramente un tuffo in un altro mondo e in un’altra epoca, anche se si iniziano a vedere alcune piccole
    opere di modernizzazione (marciapiedi, lampioni, passeggiate lungomare).
    C’è da sperare che la corsa al denaro non riesca a intaccare anche questi ultimi baluardi di semplicità e genuinità.
    Ma perché il Tarta Club Italia alle Galàpagos?
    L’intenzione comune del Club di realizzare a Cesena “Il Parco delle Tartarughe” ha spinto il Club stesso ad andare a visitare direttamente sul posto la terra per antonomasia di questi rettili e i centri di salvaguardia e riproduzione ad essi dedicati. In questo modo è stato possibile ammirare, dal vero, i recinti dove vengono custoditi gli animali, l’arredamento ivi presente, le incubatrici e il reparto nursery. Sono tre i centri ufficiali che si occupano di testuggini e che sono stati da noi visitati: Il “Galapaguero”, sull’Isola di San Cristobal, il” Charles Darwin Research Station”, sull’Isola di Santa Cruz, e il “Centro de Crianza de Tortugas” sull’Isola Isabela.
    Tutti i centri si sono mostrati estremamente disponibili a mostrarci perfino il reparto incubatrici, cosa che è assolutamente proibita ai normali turisti.
    Allo stesso tempo è altresì stato possibile fotografare da vicino decine di esemplari allo stato libero presso il paesino di Santa Rosa, sull’Isola di Santa Cruz. E, accompagnati da un pizzico di fortuna che non guasta mai, abbiamo assistito anche ad un accoppiamento.
    La visita del TCI sulle isole è coincisa con la presenza alle Galàpagos della troupe di “Velisti per Caso” di Patrizio Roversi e Susy Blady. Ormai affermato programma televisivo in onda su Rai3 a scopo ambientale, sociale e culturale, vuole, in questa occasione, sottolineare il problema della spesso difficile convivenza fra uomini ed animali.
    Quale migliore occasione per il TCI per farsi conoscere, spiegare le intenzioni del viaggio in una terra ancora pressoché vergine e nel regno proprio delle tartarughe giganti. Parlare, poi, dell’intenzione di realizzare un parco in Italia dove poter salvaguardare le specie autoctone, e dove poter, altresì, accogliere gli animali sequestrati dagli enti competenti o abbandonati in natura.
    Il servizio completo e le interviste realizzate andranno in onda nel luglio del 2007 su Rai3 in prima serata.
    La convivenza di alcuni giorni con la troupe televisiva ci ha portati anche a conoscenza della possibilità di entrare in contatto con un settore dell’ENEL che si occupa di progetti pilota a scopo didattico da realizzare in opere pubbliche quale potrebbe essere proprio “Il Parco delle Tartarughe”. In questo modo si potrebbe instaurare un rapporto di collaborazione reciproco. Un parco interamente autonomo da tutti i punti di vista: energetico in primo luogo, per ciò che riguarda la produzione di cibo per gli animali, ed anche per quanto riguarda lo smaltimento e il riutilizzo di materiali di scarto ed escrementi.
    Tutti noi “viaggiatori” siamo stati ospiti, per un giorno, dell’”Adriatica”, l’imbarcazione sperimentale che accompagna la troupe durante i suoi spostamenti per il mondo.
    Si è approfittato dell’occasione per consegnare a Patrizio Roversi e al Governatore delle Galàpagos, Grace Unda, una targa ricordo, così da suggellare una sorta di gemellaggio / amicizia fra il TartaClubItalia e le Isole.
    Durante le riprese il Club è entrato in contatto diretto con una famiglia di residenti che vive in condizioni di estrema povertà, ma che, spinta da un profondo Amore e rispetto per la Natura, ed in particolar modo per le testuggini giganti con le quali vive a stretto contatto, non fa mai mancare loro acqua e cibo. Il TCI, nella persona del Presidente Agostino Montalti, ha deciso, a tal proposito, di fare immediatamente una donazione in denaro alla famiglia, e il giorno dopo di donare tre biciclette ai bambini di 5, 7 e 8 anni, costretti, fino a quel giorno, a percorrere quotidianamente 4 Km per recarsi a scuola. Gli occhi dei bambini si sono da subito illuminati e quelli di noi adulti sono diventati un po’ lucidi…
    Il viaggio non poteva concludersi in modo migliore per tutti noi, ormai divenuti un po’ viaggiatori, un po’ esploratori e soprattutto fotografi.
    I partecipanti:

    Giordano Elvio, Venturini Loris, Belletti Daniela, Montalti Agostino, Zoffoli Silvia, Farabegoli Elisa, Franzoi Andrea e Papperini Doretta.

    Articolo di Elvio Giordano
  2. 9/10 settembre 2006 TARTARUGHE BEACH
    L’edizione 2006 di TARTARAUGHEB BEACH, la più grande mostra mondiale di tartarughe terrestri ed acquatiche, svoltasi nelle giornate del 9 e 10 settembre ha trovato la conferma definitiva del suo grande successo. Oltre 1500 esemplari di tartarughe di tutti i continenti, dalle più piccole alle più grandi, sono state esposte nei quasi 5.000 mq. dei locali della Fiera di Cesena, che hanno visto la presenza di quasi 10.000 visitatori. Si è registrato un incremento degli espositori, delle teche e acquari allestiti(oltre 400), sintomo di un interesse crescente e indice di un mondo, quello dell’erpetologia, in crescita nel nostro paese. Specialmente in tema di tartarughe.
    Padrone di casa è il Tarta Club Italia, associazione naturalistica, senza fini di lucro, che si batte per la salvaguardia delle tartarughe, e uno dei fini principali dell’evento è sicuramente, oltre a cercare fondi per i vari ambiziosi progetti, quello di diffondere una cultura di rispetto e conoscenza di questi splendidi animali.
    L’organizzazione di questo evento è per l’associazione una continua scommessa, in quanto è opera di volontariato di tutti i consiglieri e molti soci, quindi fra le infinite difficoltà non è facile non solo ripetersi ma cercare sempre di migliorare; a tal proposito uno dei futuri obiettivi è quello di cercare di coinvolgere le tante associazioni Europee a partecipare all’esposizione con i propri soci allevatori, a cui saranno riservati spazi e stand senza alcun costo richiesto.

    Nella giornata di sabato, oltre all’esposizione, ha avuto luogo un importante convegno sulla salvaguardia delle testuggini Italiane e discussione sulle normative CITES a cui hanno partecipato i migliori ricercatori, biologi e genetisti Italiani.
    La cosa molto positiva è senz’altro data dal fatto che si sta cercando di trovare un punto d’incontro fra il mondo della ricerca con quello degli allevatori amatoriali che possono dare un contributo importante a salvaguardare le poche testuggini rimaste in natura, purchè i legislatori si decidano a migliorare l’attuale normativa che fa acqua da tutte le parti, che di fatto incentiva il bracconaggio ed il mercato nero.
    Ovviamente il Tarta Club Italia non ha perso l’occasione per illustrare i principali progetti, in primis il Parco delle Tartarughe(40.000 mq) che sarà abbinato al parco”La fattoria del benessere”(110.000 mq) , dedicato ai ragazzi diversamente abili, che gestiranno entrambe le strutture, ovviamente con la direzione tecnica e scientifica della nostra associazione per la sezione dedicata alle tartarughe.

    Cuore della manifestazione è stato, ancora una volta, la presenza di decine di allevatori che hanno esibito al pubblico una quantità ed una varietà enorme di esemplari. Numerosi stand sono stati allestiti da operatori nel settore della terrariofilia, dell’erpetologia, molti dei quali sponsor storici della manifestazione, nonché da associazioni erpetologiche, naturalistiche e sociali.

    Come ogni anno una giuria di esperti ha premiato i migliori esemplari suddivisi in sei categorie .
    Materiale informativo gratuito è stato prodotto e distribuito gratuitamente dal TCI a favore del pubblico, sia di esperti che di neofiti, con particolare risalto al nostro libro sulle tartarughe acquatiche(anch’esso distribuito gratuitamente per informare ed evitare sia acquisti incauti che i troppi abbandoni degli esemplari in tutti gli specchi d’acqua).
    Le decine di allevatori intervenuti hanno profuso consigli e risposto a domande di chi ha saputo approfittare dell’occasione per informarsi sulle abitudini e le esigenze di questi splendidi animali. Entrambi i giorni veterinari ed esperti sono rimasti a disposizione del pubblico.
  3. 10/11 giugno 2006 Squamata
    I banchi del Tarta Club Italia sono presenti alla mostra "Squamata" di Ozzano Emilia .
  4. 27/28 maggio 2006 Reptiles Day
    Partecipazione alla mostra/mercato Reptiles Day 2006 a Longarone.
    I nostri tavoli sono presenti per rapresentare l'associazione .
  5. 12-marzo 2006 Assemblea ordinaria dei soci
    12-03-2006 Assemblea ordinaria dell'associazione :
    Votazione del bilancio 2005 e previsione di spesa per il 2006, specificate le varie attività del 2005 ed in particolare modo le partecipazioni alle manifestazioni, l'evoluzione della nostra mostra. Illustrazione dei progetti iniziati e futuri, status delle tartarughe nel nostro paese, evoluzione e i problemi dei servizi offerti dall'associazione quali: sito, forum, Tarta-Newsletter e impegni futuri .

 

 

 

Lunedì, 23 Giugno 2014 18:47

Attività 2007

  1. 30 settembre 2007 Mostra/scambio dell'APAE Il
  2. 9/10 settembre 2007 TARTARUGHE BEACH
  3. 30 giugno e 1 luglio 2007 Squamata a Bologna
  4. 2/3 giugno 2007 Reptiles Day
  5. 17 maggio 2007 Inaugurazione Centro di recupero
  6. 05/06 maggio 2007 The Wild Italy Expò
  7. maggio 2007 Nuovo libro del TCI
  8. 28/29 aprile 2007 Tartaruga Day a Magenta
  9. 15 aprile 2007 Assemblea Ordinaria del TCI
  10. 21 aprile 2007 Ziva Praga
  11. 9/10/11 marzo 2007 Visita alla fiera di Hamm
  12. 9 febbraio 2007 Incontro a Roma

 

  1. 30 settembre 2007 Mostra/scambio dell'APAE
    Il TCI alla mostra/scambio di Padova, organizzata dall'associazione APAE, con i tavoli espositivi.
  2. 9/10 settembre 2007 TARTARUGHE BEACH
    Organizzazione della grande mostra TARTARUGHE BEACH 2007 nei padiglioni della fiera di Cesena .

    Grande !

    Sicuramente è l’aggettivo più azzeccato per l’edizione 2007 del TARTARUGHE BEACH !

    Grande in tutti i sensi :

    - Grande per la dimensione dei locali espositivi : 10.000mq
    - Grande per il numero di espositori : 214 (di cui 132 zona tartarughe e 82 zona bonsai)
    - Grande per il numero degli esemplari esposti : oltre 2.000
    - Grande per il numero e qualità delle specie esposte : 126
    - Grande per l’impegno dell’organizzazione, ancor di più se si pensa che sono tutti volontari
    - Grande per l’ordine, la qualità e quantità di teche e box esposti

    Come molti sanno, la manifestazione pur essendo giovane, nata nel 2002 , è in assoluto la più grande al mondo, specializzata sulle Testuggini .
    Essendo organizzata col paziente lavoro di tanti volontari, ogni anno si rinnova una forma di scommessa per far si che sia sempre all’altezza delle aspettative degli appassionati e visitatori.
    Per questa edizione l’impegno è stato veramente tanto, e non di meno le preoccupazioni di passare dai 4.000mq delle due precedenti edizioni a questi di ben 10.000; devo dire che una delle motivazioni che ci facevano ben sperare è dovuta dal fatto che ancora all’estero l’evento è ancora poco conosciuto, quindi coscienti di questo potenziale, abbiamo organizzato la “gita alla fiera di Hamm” in marzo, con il principale scopo di distribuire volantini e contattare gli espositori per pubblicizzare il nostro evento. Dopo di questo, alcuni soci, per conto del Tarta Club Italia, sono andati anche alla manifestazione “Ziva Praga” e all’incontro internazionale di Parigi, con lo stesso scopo .
    Tantissimi sono stati i contatti esteri e relativi inviti alle tante associazioni, che hanno visto la partecipazione delle importantissime German Chelonia Group e della EFTBA austriaca.
    Come sempre l’Associazione ha dato priorità a chi veniva solo per esporre gli esemplari, senza scopo di lucro, mettendo a disposizione gratuitamente tavoli arredati, box , teche e acquari.
    A differenza delle altre manifestazioni sui rettili, il regolamento è più restrittivo, con lo scopo di rispettare e salvaguardare sia il fragile ecosistema che le specie autoctone; per questo è vietata la vendita di esemplari acquatici al di sotto di 8cm, allo scopo di disincentivare la vendita di tutte quelle specie alloctone che si adattano al nostro clima, che ben sappiamo troppo spesso poi vengono abbandonate, d'altronde in linea con i nostri progetti, libri didattici gratuiti e centri di recupero; mentre per le specie che non si adattano al nostro clima è concessa una deroga. Altro divieto è la vendita delle Emys orbicularis, in quanto purtroppo ormai in diversi negozi sono a disposizione esemplari provenienti dall’est Europa, con caratteristiche morfologiche simili alle nostre autoctone ma di sottospecie diverse, quindi il rischio di inquinamento genetico è enorme.
    Ovviamente la manifestazione è stata arricchita da tante altre associazioni e stand, di Università, parchi e organizzazioni molto importanti (vedi il Parco Natura Viva di Verona, l’associazione ANEAM di Macerata, l’associazione Fondazione Cetacea Onlus , Università di Bologna, l’interessante società di genetica NGB ecc.).
    Per la prima volta la direzione ha organizzato un gruppo di persone con il compito di vigilare e controllare il rispetto del regolamento, per limitare al massimo i soliti “furbetti”, e finalmente quest’anno le schede semplificate con descrizione delle caratteristiche degli esemplari, venivano consegnate con le cessioni o vendite degli esemplari.
    Molto belli i tre grandi acquari acquistati e posizionati nella piazza in entrata e in fondo al locale, ovviamente stupendi gli esemplari esposti, a partire dalla favolosa tartaruga marina Caretta caretta messa a disposizione della Fondazione Cetacea di Riccione, che l’ha curata nei mesi precedenti e poi rilasciata in mare qualche giorno dopo la manifestazione ; di grande effetto anche la grande Amyda cartilaginea e la Carettochelys insculpta messe a disposizione dal socio Flavio Nicoletti.
    Di grande effetto anche i 4 grandi box nella piazzetta centrale contenenti “le giganti”: Geochelone (Centrochelys) sulcata , Geochelone gigantea e Geochelone(Stigmochelys)pardalis .
    Da non sottovalutare l’importanza dell’animazione didattica per i bimbi, che si è tenuta tutte le mattine e i pomeriggi (4 appuntamenti), che ha visto una grande partecipazione, per seguire un percorso didattico studiato dal Tarta Club Italia, che aveva preparato dei cartelloni con figure disegnate a “cartoon” miste a foto, con una nostra entusiasta socia/consigliera che illustrava e si aiutava con l’ausilio di un esemplare vivo di tartaruga, sotto l’attento interesse di tantissimi bambini e genitori .
    Anche quest’anno, al banco , l’Associazione ha distribuito in adozione, ai soci precedentemente selezionati, tante tartarughe sia acquatiche che terrestri.
    Sia all’entrata che al banco del TCI, sono stati distribuiti i nostri libricini a colori, didattici gratuiti, allo scopo di diffondere una cultura di rispetto e conoscenza di questi stupendi animali; e quest’anno, oltre a quello sulle acquatiche, c’era il nuovo sulle terrestri. E’ importante precisare che i libricini sono stati redatti e stampati con i proventi delle scorse edizioni del TARTARUGHE BEACH , chiunque ne volesse, li può prenotare, pagando solo le spese di spedizione, sul nostro sito alla pagina : http://www.tartaclubitalia.it/shop .
    Presentata in anteprima la nuova versione del portale del Tarta Club Italia, che dovrebbe essere attiva verso fine anno.
    Oltre alla presenza dei migliori editori di libri del settore quali Testudo Magazine e Reptilia, molto varia e fornita la disponibilità di libri sia in lingua Italiana che straniera.
    Come sempre affollatissimo il banco del Tarta Club Italia, sia per l’acquisto di gadget, magliette o libri, per le adozioni che per le iscrizioni all’associazione.
    Vi erano poi due grandi schermi in cui venivano proiettati continuamente, oltre al nuovo portale, due filmati, di cui uno del Tour alle Galapagos effettuato l’inverno scorso dall’associazione con un gruppo di soci, che oltre ad aver filmato scene stupende in zone con permessi speciali, hanno anche ripetutamente incontrato gli amici di “Turisti per caso” e visitato la mitica barca “Adriatica” ormeggiata a Puerto Aiora , e l’altro della socia Gisella Dessì, girato al bellissimo parco Acupulatta in Corsica.
    La manifestazione è stata poi arricchita da una grande sezione espositiva di bonsai : il Club Bonsai Forlì in collaborazione con il Coordinamento Bonsai Regionale Emilia Romagna e San Marino ha organizzato una mostra concorso fra le più ampie degli ultimi anni con 67 esemplari di Bonsai e 40 esemplari di Suiseki (pietre paesaggio). Gli 11 Club partecipanti provenienti da tutta la regione hanno presentato il meglio delle collezioni dei soci con curiosità rare come una vite sangiovese con i grappoli d’uva, un olivo carico di frutti ed una quercia con un diametro di tronca di 40 cm.
    La suggestione dell’immaginazione è stata il tema dell’esposizione Suiseki con pietre prevalentemente liguri che hanno in passato vinto anche premi nazionali, intrigando il numeroso pubblico di curiosi e appassionati.
    8 artisti hanno animato inoltre una mostra collegata ai temi della natura con esposizione di opere in legno, pietra e ceramica raku.
    Era presente un’area collegata con esemplari pre-bonsai per tutti coloro che volevano sperimentare l’esperienza di crearsi un bonsai personale.

    Sparsi nella mostra, oltre a stand e tavoli con oggetti artistici artigianali, c’erano anche diversi banchi per la vendita di piante grasse, tradizionalmente amate dalla maggior parte di appassionati di tartarughe .
    Le tradizionali conferenze sono state spostate al sabato sera a Cervia, in un Hotel nella vicinissima riviera, proprio per consentire anche agli espositori di poter partecipare; questo il programma della serata :
    h 21,00-21,15 Introduzione di Davide Urbinati (consigliere Tarta Club Italia)
    h 21,15-22,00 Dr. Harald Artner “Allevamento e riproduzione di Acanthochelys macrocephala”
    h 22,00-22,10 “Due parole” dello sponsor SERA Italia.
    h 22,10-22,40 Dr. Paolo Selleri “Allevamento consapevole: il ruolo del veterinario”
    h 22,40-23,10 Dr Giordano Nardini “Profilassi delle malattie infettive nell’allevamento delle testuggini”
    h 23,10-23,40 Dr. Sascha Pawlowski "Allevamento e riproduzione di Cuora flavomarginata ssp., da oltre13 anni"

    Il sabato alle ore 12, vi sono state le tradizionali premiazioni dei migliori esemplari e dei vari premi, questi i vincitori :
    Categoria Testudo hermanni :
    1° class. Adele Liberini
    2° class. Marino Russo
    3° class. Tamburini-Pezzi

    Categoria Testudo marginata
    1° class. Nazario Guiduzzi
    2° class. Galli Vincenzo
    3° class. Doriano Sega

    Categoria Testudo graeca
    1° class. Enrico Lucchetti
    2° class. Andrea Franzoi
    3° class. Marino Russo

    Categoria Esotiche terrestri
    1° class. Michele Bianchini con una Geochelone gigantea
    2° class. Marino Russo con una Geochelone (Stygmochelys) pardalis
    3° class. Enrico Pezzi con una Geochelone elegans

    Categorie Acquatiche
    1° class. Flavio Nicoletti con una Malaclemys terrapin
    2° class. Davide Carlino con una Staurotypus salvinii
    3° class. Michele Bianchini con una Geoclemys hamiltoni

    Categoria Palustri
    1° class. Nicola Martin con una Pyxidea mouhotii
    2° class. Marino Russo con una Geoemyda spengleri
    3° class. Yiuri Valeri e Gianluca D’Amico con una Cistoclemmys flavomarginata

    Il Premio speciale “Tarta Club Italia” per i migliori collaboratori, è andato agli instancabili Andrea Luison e Stefano Redaelli .

    Il Premio “Minardi” dedicato all’allevatore più simpatico o meritevole, è andato a Giorgio Giovannini .

    Ed in fine, il premio “Miglior Tatoo” è andato a Oddone Loschi.

    A questo punto un doveroso ringraziamento a tutti gli espositori, agli sponsor e soprattutto a tutti i volontari che hanno collaborato a far si che si svolgesse nel migliore dei modi questo “grande grande grande” evento, unico al mondo !!!!!!

    Unica nota stonata, purtroppo è stato il comportamento fuori da ogni buon senso degli agenti del Corpo Forestale dello Stato, che pur avendo da sempre la nostra piena collaborazione, si è accanito su cose superficiali e non sulla vera piaga che consiste nello scovare le attività dei bracconieri che solitamente agiscono al di fuori della manifestazione .

    Sul nostro sito ufficiale, trovate tutte le foto della manifestazione e tantissime info sul mondo delle tartarughe
    www.tartaclubitalia.it

    Naturalmente la “scommessa continua” !
  3. 30 giugno e 1 luglio 2007 Squamata a Bologna
    Il TCI alla mostra Squamata 2007 di Ozzano Emilia (Bo) con i tavoli espositivi.
  4. 2/3 giugno 2007 Reptiles Day
    Il TCI al Reptiles Day di Longarone con i tavoli espositivi.
  5. 17 maggio 2007 Inaugurazione Centro di recupero
    Inaugurazione del Centro di recupero tartarughe acquatiche alloctone del TCI, denominato "Pianura Cesenate" . In collaborazione col Consorzio di Bonifica Savio e Rubicone a cui va anche un vivo ringraziamento per il mega buffet organizzato e a tutti i sui entusiasti dipendenti che ci hanno dato una grossa mano, all’assessore del Comune di Cesena Leonardo Belli, alla D.ssa Roberta Maschio e a tutti i presenti . Inoltre un doveroso e sincero ringraziamento va all’amico e socio Daniele Domenichini (tecnico del Consorzio di Bonifica Savio- Rubicone), a cui vanno gran parte dei meriti per la riuscita dell’apertura del Centro di recupero. L’inaugurazione è stata veramente degna di un tale evento, con la presenza delle autorità, giornalisti, fotografi e appassionati . Abbiamo inserito i primi 40 esemplari nel centro, che si sono sparsi disorientati nel grande bacino; povere!!, se si pensa che quasi sempre queste provengono da situazioni pietose, alcune poi portano dei vistosi segni delle loro sofferenze(malformazioni del guscio). La qualità dell'acqua e la presenza di tantissimi pesci ed alghe, faciliterà molto presto l'acclimatamento delle nuove arrivate.
  6. 05/06 maggio 2007 The Wild Italy Expò
    Partecipazione del TCI alla fiera di Ferrara The Wild Italy Expò con i banchi espositivi.
  7. maggio 2007 Nuovo libro del TCI
    Pronto il nuovo libricino “Le Testuggini”
    In linea con quello dedicato alle tartarughe d’acqua, sempre a 16 pagine in formato A5, questa volta dedicato alle tartarughe terrestri .
    Ricco di 36 belle foto e con grafica ben curata.
    Come l’altro, nasce con lo scopo di far conoscere e rispettare le nostre “beniamine”, scoraggiando gli acquisti incauti e per cercare di salvaguardare le specie in natura. Ovviamente verranno distribuiti come “Copia omaggio”.
    Questo nuovo opuscolo, andrà ad arricchire gli stand del TCI alle varie feste e mostre di rappresentanza, speriamo che la gente ne faccia buon uso !
  8. 28/29 aprile 2007 Tartaruga Day a Magenta
    Tartaruge Day a Magenta (MI), organizzata dal TCI con la collaborazione dei soci della Lombardia, con responsabile dell'evento Stefano Redaelli.
    Due giorni di festa, dedicati alle tartarughe, all'interno di un grande Garden a Magenta, dove il TCI ha esposto tante tartarughe e distribuito tanti consigli utili.
  9. 15 aprile 2007 Assemblea Ordinaria del TCI
    Assemblea Ordinaria dei soci del Tarta Club Italia, alle ore 14,30 del 15 aprile 2007, nella sala dell' Ass.i.pro.v. , sita a Forlì in via Corso Diaz n. 49 .
  10. 21 aprile 2007 Ziva Praga
    Visita del TCI alla fiera di Praga denominata ZIVA Praga. Inviati "speciali" i soci Andrea Luison e Stefano Redaelli.
  11. 9/10/11 marzo 2007 Visita alla fiera di Hamm
    Visita alla fiera di Hamm: Terraristika Hamm Il mega pulman da 74 posti, stra-pieno.
    Alla fiera il Tarta Club Italia partecipa con i tavoli espositivi.
  12. 9 febbraio 2007 Incontro a Roma
    Una delegazione del TCI incontra a Roma i responsabili dell'Autorità di Gestione CITES e della Commissione Scientifica del Ministero dell'Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, per discutere delle norme sulle tartarughe .

 

 

 

Lunedì, 23 Giugno 2014 18:42

Attività 2008

  1. 13/14 settembre 2008 - TARTARUGHE BEACH 2008
  2. Agosto 2008 Ristampa dei libricini sulle acquatiche
  3. Agosto 2008 Il TCI a Teleromagna
  4. 30 luglio 2008 Progetto Trachemys ssp. e l'ambiente
  5. 11 luglio 2008 Assemblea Ordinaria dei soci del TCI
  6. 29/29 giugno 2008 Squamata ad Ozzano Emilia
  7. 7-8 giugno 2008 Reptiles Day di Longarone
  8. 30maggio/1 luglio 2008 - Gita del TCI a Gonfaron
  9. 20 maggio 2008 Lezioni didattiche al parco di Cervia
  10. 10/11 maggio 2008 The Wild Italy Expò
  11. 10 maggio 2008 Festa al Centro di Recupero del TCI
  12. 2 maggio 2008 Fiera di Barcellona (Spagna)
  13. 25 aprile 2008 Festa al parco di Cervia
  14. 6 aprile 2008 Festa a Ravenna
  15. 14/16 narzo 2008 Visita alla mostra di Hamm
  16. 12/13 gennaio 2008 Esotika Perugia
  1. 13/14 settembre 2008 - TARTARUGHE BEACH 2008
    TARTARUGHE BEACH 2008
    Ancora in crescita l’affluenza dei visitatori alla settima edizione della mostra ! Con un aumento di circa il 9% dall’edizione 2007, con circa 12.000 presenze .
    Nonostante sia sempre più difficile gestirla, ancora una volta la scommessa è stata vinta ! Anche se con tanta sofferenza !
    La quantità degli esemplari esposti è stata leggermente inferiore, ma sicuramente di migliore qualità, dovuto dal fatto che la forestale ci ha consegnato il nuovo regolamento solamente il giorno precedente alle ore 16, nonostante gli avessimo fatto richiesta scritta di chiarimenti, ben due mesi prima, mettendoci in grande difficoltà ; ciò nonostante parte del personale si è immediatamente mosso per telefonare agli espositori ed organizzare foto e copie per compilare i complicatissimi nuovi moduli che ha preteso la Forestale. Pensate che in due giorni abbiamo stampato oltre 2.000 fotocopie. Di conseguenza molti espositori hanno portato una quantità minore di esemplari, a favore degli esemplari più belli. Ovviamente togliendo 3 persone alla gestione della mostra, che si sono dedicati solo al lavoro di compilare i documenti per la dichiarazione di spostamento, alcuni particolari della mostra sono stati trascurati, anche perché purtroppo il numero dei volontari è sempre minore.
    Nota dolente , quest’anno solo due soci si sono proposti come volontari durante i due giorni di esposizione, per altro uno per giorno; temiamo perciò che sarà sempre più difficile ripetere l’evento.
    Ad ogni modo un ringraziamento di cuore va a tutti quelli che ci hanno dato una mano come al solito, anche nei giorni della preparazione. Compreso qualcuno che ha perso completamente la voce ! Come al solito non facciamo nomi per evitare di dimenticare qualcuno.
    Doveroso un ringraziamento a tutti gli espositori, specialmente a quelli non a scopo di lucro, che continuano con lo spirito giusto a partecipare solo per il gusto di ritrovarsi insieme per due giorni di festa (senza di loro la mostra perderebbe moltissimo).
    Oltre alla forestale che ci ha tenuti tutti sotto pressione per tre giorni, c’è stato anche il problema che abbiamo dovuto lottare e lavorare fin all’ultimo per esporre il bellissimo esemplare di tartaruga alligatore; pensate che dopo 4 mesi di moduli copie, telefonate per il permesso ad esporla(visto che è inserita nell’elenco degli animali pericolosi) il mercoledì pomeriggio(10-09-08), con il permesso pronto, solo da ritirare alla Prefettura di Forlì, il Ministero dell’Ambiente ci ha comunicato il divieto di esporla, poi al giovedì pomeriggio tramite altra procedura, siamo riusciti ad ottenere il nulla osta per il ritiro al venerdì pomeriggio, in pratica all’ultimo minuto !
    In pratica sono stati giorni in cui abbiamo messo alla prova i nostri nervi e coronarie ! Alla fine però nessun verbale è stato emesso e abbiamo ricevuto i complimenti della forestale ; meno male !
  2. Agosto 2008 Ristampa dei libricini sulle acquatiche
    Nuova edizione dei libricini gratuiti del TCI sulle tartarughe acquatiche, che vengono distribuiti in tutti gli eventi a cui partecipa l'associazione.
  3. Agosto 2008 Il TCI a Teleromagna
    Registrazione negli studi dell'emittente locale Teleromagna, di una tavola rotonda dedicata al tema delle tartarughe. Il programma intitolato 30 minuti, verrà trasmesso poco prima della nostra mostra TARTARUGHE BEACH 2008 del 13 e 14 settembre.
    In studio oltre al TCI, il Consorzio di Bonifica Savio Rubicone, Università di Bologna e al telefono il Dr. Giordano Nardini di Modena.
  4. 30 luglio 2008 Progetto Trachemys ssp. e l'ambiente
    Progetto
    Trachemys ssp. e l’ambiente

    in collaborazione con:
    - Università di Firenze
    - Università di Bologna

    Descrizione progetto:

    Progetto di ricerca sulla biologia, l’epidemiologia ed ecotossicologia e l’impatto sull’ambiente delle testuggini acquatiche del genere Trachemys, Pseudemys, Chrysemys ecc. specie esotiche, forte competitore della testuggine palustre Emys orbicularis, ormai diffusa in gran parte d’Europa.

    Da parte del Dipartimento di Biologia animale e genetica dell’Università degli Studi di Firenze, lo studio si prefigge di descrivere l’interazione tra specie autoctone e alloctone prendendo in considerazione parametri di adattamento delle alloctone al nostro ambiente; in particolare, verranno considerate le capacità riproduttive delle specie analizzando le reazioni di parentela in singole popolazioni mediante tecniche di DNA fingerprinting, e le relative capacità di dispersione mediante analisi di flussi genici tra popolazioni di zone differenti dell’areale Romagnolo.

    Da parte della Facoltà di Veterinaria dell’ Università di Bologna, si propone un protocollo diagnostico dedicato allo studio delle potenziali presenze patologiche e zoonotiche mediante esami parassitologici non invasivi (id est esame parassitologico delle feci e del sangue) per individuare eventuali elementi pericolosi per la salute animale ed umana. Il rischio legato alla disseminazione di agenti parassitari esotici presenti in animali acquatici importati in Italia a scopo ornamentale non va assolutamente sottovalutato, anche alla luce di quanto descritto da autorevoli autori quali Bauer (1991) e Kennedy (1994) in relazione alla crescente movimentazione di organismi acquatici a scopo di allevamento, di ripopolamento, di consumo alimentare ed ornamentale.

    Il Tarta Club Italia, associazione naturalista no profit per la tutela delle tartarughe, all’interno del progetto ha le seguenti funzioni :
    - Ricerca siti per le catture.
    - Richieste autorizzazioni.
    - Supporto logistico ed organizzativo in loco.
    - Coordinamento fra i due istituti di ricerca.
    - I prelievi del materiale biologico richiesto verranno eseguiti dai medici veterinari dell’associazione Dr. Giordano Nardini e Dr. Mattia Bielli che si faranno inoltre garanti del rispetto del benessere animale durante tutte le fasi della cattura e delle manipolazioni necessarie.

    In seguito a varie segnalazioni e ad indagini sul territorio il Tarta Club Italia ha individuato i seguenti siti :

    1- Laghetto dell’unità di ricerca per la frutticultura (Via Canapona 1 bis, Magliano di Forlì) sito in Via Maglianella, all’interno dell’Oasi di Magliano (l’Unità di ricerca per la frutticultura ha approvato il progetto rilasciando l’autorizzazione alle catture).
    2- Laghetto del Parco Urbano Franco Agosto, in Via dell’Appennino, Forlì (l’AUSL di Forlì ha autorizzato le catture).
    3- Canale sito in Castiglione di Cervia, Provincia di Ravenna, tra il fiume Savio e l’impianto di irrigazione di Via Pozzetto. In questo sito ci sarà anche la collaborazione logistica del Consorzio di Bonifica Savio-Rubicone molto sensibile alle problematiche ecologiche(l’AUSL di Ravenna non ha contrarietà ma consiglia il parere favorevole del Corpo Forestale dello Stato).

    Per queste ricerche si rende necessaria la cattura di un numero di esemplari compreso tra 20 e 30 per ciascuno dei siti.

    Per ciascun esemplare, sarà effettuato un tampone cloacale e prelevato il seguente quantitativo di sangue :
    - 0,1 cc per le analisi dell’Università di Firenze
    - 0,5 cc per le analisi dell’Università di Bologna

    Ai soggetti di peso inferiore ai 150 grammi eventualmente catturati verrà prelevato solo il materiale cloacale.

    Le reti per le catture saranno messe a disposizione dall’Università di Firenze e di Bologna. Esemplari di Emys orbicularis (Testuggine palustre Europea) eventualmente catturati saranno marcati e rilasciati nei siti di cattura.

    Gli esemplari di specie alloctona catturati saranno successivamente presi in consegna dal Tarta Club Italia che li inserirà nel proprio centro di recupero “Pianura Cesenate” sito in Via Pisignano 976 a Cesena.

    Fase 1 - Posizionamento delle trappole.

    Le trappole a nostra disposizione sono di due tipi:
    - 1 - A rete con doppia sacca ad imbuto
    - 2 - A zattera
    Le reti di tipo 1 sono state collocate dal Dr. Claudio Ciofi (Univ. Di Firenze) in quanto già esperto sul loro corretto posizionamento, con la collaborazione dei volontari del Tarta Club Italia(Agostino Montalti, Mirko Giorgioni e Davide Rinaldi). Purtroppo successivamente questo tipo di reti se pur efficientissime su ruscelli e canali, si sono rilevate di scarsa efficacia su grandi superfici d’acqua.
    Mentre si sono rilevate ottime quelle a zattera. Questo è dato dal fatto che le Trachemys amano nuotare nel centro del lago(diversi esemplari sono stati avvistati) e sono attratte dagli oggetti che vi trovano(solitamente tronchi) per salirci sopra e poter fare basking.
    Mentre le trappole a zattera, facili da posizionare, sono state collocate dai volontari del Tarta Club Italia.
    Inoltre le trappole a zattera hanno il vantaggio di evitare catture indesiderate.

    6 trappole del tipo 1 sono state posizionate nel lago dell’Oasi di Magliano, il giorno 30 luglio 2008. Cogliamo l’occasione di ringraziare il gentilissimo direttore del CRA (Unità di Ricerca per la Frutticoltura), Dr. Walter Faedi che ci ha messo a disposizione un collaboratore e i locali per le operazioni di misurazione e prelievi dagli esemplari catturati.

    Mentre 2 trappole a zattera sono state posizionate nel laghetto del parco urbano Franco Agosto, il giorno 02 agosto 2008.
    Purtroppo al momento dell’inizio dei lavori non ci era ancora arrivato il permesso per le catture sul terzo sito(canale a Castiglione di Cervia), quindi i lavori di cattura su questo ultimo sono stati rinviati.

    Fase 2 - Le catture
    La maggior parte delle catture sono state effettuate nel sito n° 2 , proprio per la maggiore funzionalità del sistema di trappole e per il maggior numero di esemplari presenti. Il numero degli esemplari catturati in questo sito è di 25, suddivisi in :
    - 1 Crisemys picta belli
    - 1 Pseudemys nelsoni
    - 5 Trachemys scripta elegans
    - 18 Trachemys scripta scripta
    Le catture sono state eseguite in due giorni (3 e 5 agosto 2008).
    Nell’Oasi di Magliano sono stati catturati solo 3 esemplari così suddivisi :
    - 1 Trachemys scripta elegans
    - 2 Emys orbicularis
    Ci sono state anche alcune catture non previste di un grosso pesce gatto e un pesce siluro(rigettati nel lago).
    Sicuramente in primavera 2009 ritorneremo nel lago dell’Oasi di Magliano e inseriremo le trappole a zattera per catturare tutte le testuggini alloctone.

    Fase 3 - Misurazioni e prelievi.
    Il giorno 5 agosto si sono svolte le prime operazioni di misurazione e prelievi nella seguente sequenza:
    Pesi eseguiti dal Dr. Claudio Ciofi (Univ. di Firenze)
    Misurazioni eseguite dal Dr. Claudio Ciofi (Università di Firenze)

    Prelievi ematici a cura del Dr. Mattia Bielli e del Dr.Giordano Nardini(Tarta Club Italia)

    Tamponi eseguiti dal Dr. Dino Scaravelli (Università di Bologna).

    Ad operazioni ultimate abbiamo provveduto al rilascio delle testuggini, fra cui le Emys orbicularis sono state reimmesse nel lago dell’Oasi di Magliano Mentre le specie alloctone sono state rilasciate nel centro di recupero del Tarta Club Italia denominato Pianura Cesenate.
  5. 11 luglio 2008 Assemblea Ordinaria dei soci del TCI
    Si è svolta regolarmente l’assemblea ordinaria dei soci del Tarta Club Italia, come al solito poche le presenze ma comprensibili visto il periodo “vacanziero”.
    I bilanci erano già stati approvati dal consiglio direttivo, così come prevede lo statuto e sottoposti al collegio dei sindaci revisori che hanno redatto il verbale in cui ritengono tutto perfettamente in regola .
    L’assemblea ha poi approvato il consuntivo preventivo 2008.
    Molto importante è stata la votazione per le modifiche allo statuto che sono state consigliate dal collegio dei sindaci revisori, avvenuta con l’approvazione delle nuove modifiche.
  6. 29/29 giugno 2008 Squamata ad Ozzano Emilia
    Il TCI partecipa con i tavoli espositivi alla mostra Squamata di Ozzano Emilia.
  7. 7-8 giugno 2008 Reptiles Day di Longarone
    Il TCI partecipa con i tavoli espositivi alla mostra Reptiles Day di Longarone .
  8. 30maggio/1 luglio 2008 - Gita del TCI a Gonfaron
    Bellissima gita del TCI per visitare il parco delle tartarughe di Gonfaron (Francia).
    Cesena ore 8: 40!
    Siamo partiti e siamo già in ritardo di 10 minuti! Qualche difficoltà con i bagagli, ma sono pochi gli eletti : l’autista Leo, Agostino, Daniela, Loris, Elisa, Danilo, Mirko e Reka e la bellissima mascotte Martina, lungo la strada si sono aggiunti Luisa, Massi e Sabrina (in 11, una bella squadra!)
    Come insegna il paradosso di Zenone, le tartarughe possono correre più veloci di Achille… Leo riesce a recuperare tempo e così ci fermiamo ad Albenga al centro di recupero delle Emys orbicularis ingauna (specie endemica della zona di Albenga, a forte rischio di estinzione).
    Agostino, con un giro di telefonate, riesce ad organizzare con la guardia Forestale, che gestisce il centro una visita accurata, ci vengono mostrati i recinti e riusciamo a vedere anche i laboratori per la cura e la riproduzione. Ottimo spunto per continuare la discussione sul Bus del progetto del TCI su un centro di riproduzione delle Emys orbicularis.
    Non potevamo mancare la tappa ad un tipico vivaio ligure che, come tutti potete prevedere, abbiamo abbondantemente “saccheggiato” … creando un vero e proprio giardino sul retro del nostro torpedone.
    Giunti alla meta e posati i bagagli ci siamo incamminati verso un posto dove cenare, ovviamente in un posto di mare e in Francia, il nostro gruppo si è diretto verso l’insegna PIZZERIA. Non male la pizza, commestibile insomma, in un luogo oserei dire “particolare”, amante degli animali e della famiglia. Finita la cena la nostra mascotte ha scoperto il sapore “salato”, e devo dire che le è piaciuto molto!
    Arrivati all’albergo, dopo esserci scambiati la buona notte, arrivano puntuali le ultime raccomandazioni di Agostino: “Mi raccomando domani mattina pronti alle 8.30 per partire!” …. E secondo voi furono tutti pronti per partire? Ciascuno con i suoi tempi, Elisa e Danilo un po’ di più, ma alla fine ci siamo riusciti: tutti con la macchina fotografica al collo, direzione Gonfaron … finalmente si parte !!
    Le piccole, strette e contorte vie del paesino hanno messo alla prova il nostro Leo che con maestria ci ha portato a destinazione.
    Girando su e giù per le vie di Gonfaron finalmente arriviamo al parco dove ancora assonnate ci aspettano la Tartarughe.
    All’inizio del parco abbiamo visto l’ospedale delle tartarughe, dove i veterinari del parco curano le nostre amiche, ciascuna nella propria vaschetta e con la luce riscaldante, per motivi di igiene e di sicurezza non siamo potuti entrare. Inizia cosi il percorso del parco! Come sempre bellissime, abbiamo visto le europee nei primi recinti: Testudo hermanni hermanni, Testudo hermanni boettgeri, Testudo ibera, Testudo marginata ed Emys orbicularis; stupende nelle loro caratteristiche estetiche le esotiche: Centrochelys sulcata, che un pò timide uscivano attratte dal fieno messo dagli addetti del parco, le Astrochelys radiata erano solo tre ma veramente belle nella forma e nei colori, anche loro seguivano la luce del sole per scaldarsi un pò! Le Stigmochelys pardalis avevano proprio sonno e ci hanno saltato da dentro il terrario costruito nel recinto.
    Nelle serre che si incontravano nel percorso si potevano vedere altri recinti e acquari di Testudo horsfieldii, Geochelone carbonaria, Chelidra serpentina e Carettochelys insculpta.
    Il parco è perfettamente inserito in un oasi naturale, la mano dell’uomo si vede solo nella creazione dei recinti che, comunque, si inseriscono perfettamente nell’ambiente.
    Le nostre amate tartarughe sono accuratamente divise per specie e sistemate in recinti, laghetti e serre per le più freddolose (esotiche) … non c’è che dire, è proprio un bel vivere, ancor più se paragonato alle nostre caotiche città .
    La didattica si rivela molto esauriente con immagini e spiegazioni ad ogni recinto riguardo la vita e le abitudini della specie li contenuta.
    Le informazioni sono complete ed accurate, erano presenti vetrine e modelli anatomici che illustrano la struttura interna delle tartarughe; una particolare attenzione è data alla deposizione della uova.
    Alla fine del percorso è stato divertente mettersi in gioco con il questionario, troppo facile per noi … anche la “piccolina” del gruppo è riuscita a superarlo nonostante le risposte nascoste (vero Martina ? ).
    E adesso veniamo ai commenti negativi; con nostro grande dispiacere abbiamo dovuto tornare scolaretti e ricordarci le basilari nozioni di francese per poter seguire la guida, la lingua ufficiale è il francese e non sono previste traduzioni.
    Inoltre nelle due bellissime serre erano inserite insieme specie che esigono ambienti completamente diversi specialmente di umidità ad esempio G. carbonaria con C. sulcata !!!!! Nonostante la grandezza del parco (20.000 mq) e la grande cura del personale, è strano vedere come alcuni recinti siano davvero piccoli rispetto alle dimensioni ed al numero di esemplari contenuto.
    E’ doveroso però ricordare che la quantità di esemplari esotici presenti nei vari paesi europei è tanta e i pochi parchi che danno la loro disponibilità ad adottarle fanno il possibile pur non avendo gradi spazi.
    Non dimentichiamo che uno dei motivi del “tour” è stato quello di vedere l’organizzazione del parco in ottica della futura realizzazione del parco delle tartarughe del TCI, infatti con noi era presente anche un architetto paesaggista, nostro amico e appassionato che in futuro darà una mano al nostro grande e ambizioso progetto.
    Stremati ma soddisfatti ci incamminiamo verso l’uscita, le ultime forze rimaste consentono alle sei donne del gruppo di assaltare il negozio di souvenir … come previsto sono uscite vincitrici !!!
    Dopo la lunga visita ci concediamo una passeggiata a Saint Tropez e la sera cena a Cannes. Nella passeggiata sul lungo mare abbiamo visto tanti artisti di strada che dipingevano scorci di Saint Tropez e non mancavano quadri, diciamo, astratti e di libera interpretazione!
    ….. ultima tappa prima del dietro front è stato la gelateria dell’ Häagen-Daz, BUONOOOO…. Molto suggestiva è stata la passeggiata a Cannes, hotel grandissimi, macchine extra lusso, personaggi non so se famosi ma di sicuro strani, popolavano quel posto!
    E cammina, cammina, cammina, il gruppo del Tarta Club Italia è arrivato alla “Pizzeria Toscana”, a Cannes, che ci ha accolti per cena. Una tipica locanda toscana in territorio francese.
    Il ritorno verso casa è stato deliziato con una tappa all’ Acquario di Genova, organizzata ancora con una serie di telefonate dalla nostra guida Agostino. La visita, per via dell’elevato numero di visitatori, è stata molto veloce alle vasche, però integrata dalla visita in due zone “off limit” alle nursery dell’acquario delle Emys orbicularis ingauna già visitate ad Albenga, infatti i due centri collaborano attivamente per il sostentamento della specie e da una di servizio in cui c’erano inoltre due A. radiata non visibili al pubblico utilizzate per le future riproduzioni, detenute in un terrario un po’ piccino ai quali abbiamo dato qualche consiglio su un’alimentazione con più fibre.
    Finita la visita ci siamo diretti verso casa!
    E’ stata un’esperienza indimenticabile, vedere il parco, conoscere delle persone così speciali e passare questi giorni con loro, ogni occasione che ci fornisce il Tarta Club Italia di passare del tempo assieme e di confrontarci tra noi appassionati è veramente unica. Non solo per le nuove informazioni che si acquisiscono ma anche le discussioni e lo scambio di idee e opinioni che si ha con i membri del gruppo.
    Un saluto a tutti e alla prossima gita!!
  9. 20 maggio 2008 Lezioni didattiche al parco di Cervia
    Lezioni didattiche del TCI, sulle tartarughe, alle scolaresche di Cervia, all'interno del Parco pubblico di Cervia.
  10. 10/11 maggio 2008 The Wild Italy Expò
    Partecipazione alla mostra The Wild Italy Expò di Rovigo , con stand espositivo .
  11. 10 maggio 2008 Festa al Centro di Recupero del TCI
    La festa del 10 maggio al nostro centro di recupero “Pianura Cesenate”

    Bella giornata trascorsa fra amici per illustrare “con orgoglio” il nostro centro di recupero delle tartarughe acquatiche alloctone; sicuramente l’unico in Italia per qualità ! Questa è data non solo dalle condizioni in cui vengono mantenuti gli esemplari ma anche dalla collaborazione con l’AUSL di Forlì che ne effettua i ritiri, le visita e controlla la qualità dell’acqua e dalla sensibilità del Consorzio di Bonifica Savio-Rubicone , proprietario del bacino che ci aiuta tantissimo nella parte tecnica e pratica, oltre a darci sempre “acqua fresca” , infatti nel periodo primaverile ogni giorno c’è un ricambio circa di un terzo e d’estate oltre la metà . In bella mostra un percorso didattico dedicato sia ai bimbi che agli adulti, con tanti cartelloni che illustravano l’impatto che hanno queste specie sull’ambiente e schede sulle specie presenti nel centro. Allestiti dei punti di osservazione con binocoli a disposizione per vedere gli esemplari sulle zattere, mentre fanno basking(bagni di sole). Per completare sono stati preparati dei recinti, sul prato attiguo, con tante specie terrestri, a scopo didattico. Verso sera poi sono stati rilasciati nel bacino, una quindicina di esemplari recuperati. Per finire un ricchissimo buffet sempre a disposizione.
  12. 2 maggio 2008 Fiera di Barcellona (Spagna)
    Bellissima esperienza alla mostra primaverile di REPTILIA di Barcellona, in cui abbiamo partecipato con un nostro stand , allo scopo di farci conoscere e pubblicizzare il TARTARUGHE BEACH 2008 . Essendo alla prima edizione che si svolge in primavera, con il periodo poco favorevole per le nascite in cattività, non vi erano tantissimi espositori ma interessante per conoscere tanti appassionati stranieri e le diverse realtà europee. Non tantissime le tarte in esposizione, con prevalenza di G. pardalis, G. carbonaria, Agr. Horsfieldii, qualche G. radiata baby e un po’ di acquatiche dentro le solite scatoline di plastica. In esposizione le Macroclemys temminkii e Chelidra serpentina che in Spagna non sono vietate. Sempre gradita la presenza di alcuni amici italiani e sicuramente al nostro grande appuntamento di settembre vedremo un pò di visitatori ed espositori spagnoli.
  13. 25 aprile 2008 Festa al parco di Cervia
    Partecipazione con stand espositivo del TCI, alla festa di inaugurazione nuova stagione del Parco pubblico di Cervia.
  14. 6 aprile 2008 Festa a Ravenna
    Il TCI ha partecipato a Ravenna alla festa organizzata dal Dr. Medri Gianfranco a S. Marco.
  15. 14/16 narzo 2008 Visita alla mostra di Hamm
    La seconda edizione della visita alla fiera di Hamm è stata un successo, anche grazie all’esperienza della scorsa edizione; tutti entusiasti i partecipanti, anche se un po’ provati dal lungo viaggio.
  16. 12/13 gennaio 2008 Esotika Perugia
    il 12 e 13 gennaio 2008, Il TCI alla mostra Esotika Perugia, coi tavoli espositivi.

 

 

 

Lunedì, 23 Giugno 2014 18:38

Attività 2009

  1. 9 dicembre 2009 Incontro ai Ministeri a Roma
  2. 23 ottobre/7 novembre 2009 - Tour del Madagascar
  3. Settembre 2009 Chelonia Park
  4. 29 agosto 2009 - Comitato Scientifico del TCI
  5. 29 agosto 2009 Anagrafe delle tartarughe
  6. 29/30 agosto 2009 - TARTARUGHE BEACH 2009
  7. Agosto 2009 Ricorso al TAR del Lazio
  8. 27/28 giugno 2009 Squamata
  9. 6/7 giugno 2009 Mostra Reptiles Day
  10. 23 maggio 2009 - Giornata mondiale delle Tartarughe
  11. 16 maggio 2009 Festa al Centro di recupero del TCI
  12. 25 aprile 2009 Festa del Parco pubblico di Cervia
  13. 5 aprile 2009 Festa a Ravenna
  14. 28 febbraio 2009 - Meeting 2009
  15. 28 febbraio 2009 Assemblea Ordinaria dei soci del TCI
  16. 18 gennaio 2009 - Esotika a Perugia
  1. 9 dicembre 2009 Incontro ai Ministeri a Roma
    Il 9 dicembre siamo andati ai Ministeri della Salute e Ministero dell'Agricoltura (CITES Centrale di Roma) per presentare il nostro progetto "Anagrafe delle tartarughe".
  2. 23 ottobre/7 novembre 2009 - Tour del Madagascar
    Finalmente, dopo una lunga attesa, il 23 ottobre 09, un piccolo gruppo, assortito e affiatato, con in spalla zainetto brand “TARTA CLUB ITALIA”, è partito alla volta del Madagascar con l’obiettivo di scoprire la meravigliosa natura dell’ “Isola Rossa” e soprattutto ammirare alcuni degli abitanti più antichi di questa terra ovvero le tartarughe. Nel corso dell’intenso viaggio durato 16 giorni, sono state tante le tappe e i luoghi che ci hanno lasciato a bocca aperta per lo spettacolo naturale che offrivano, costituito da una flora e una fauna ricca di tantissime specie endemiche grazie all’isolamento evolutivo avvenuto in seguito al distacco, ben 165 milioni di anni fa, dal resto del continente africano. La prima tappa del viaggio, dopo un inevitabile passaggio per la capitale Antananarivo(o Tana) è stata Mahajanga (chiamata anche città dei fiori), città nord occidentale situata alla foce del fiume Betsiboka, dove abbiamo avuto i primi incontri con i lemuri Sifaka durante una divertente escursione a bordo dei quad attraverso percorsi sabbiosi nella foresta. Ma il vero momento topico del viaggio è stato la visita al Durrel Wildlife Conservation Trust presso il Parco Nazionale di Ankarafantsika a circa 120 Km da Mahajanga. Oltre alle otto specie di lemuri (come il lemure donnola, il sifaka di Coquerel e il microcebo murino) e alle 129 specie di uccelli, il Parco ospita un centro per l'allevamento di 4 specie di tartarughe a rischio di estinzione, la testuggine dalla coda piatta, la rarissima “ANGONOKA” o testuggine dal vomere, la più comune Astrochelys radiata chiamata dai malgasci “SOKAKE” e l'unica tartaruga endemica d’acqua dolce del Madagascar, la podocnemide del Madagascar. Di quest’ultima, inserita nel “RED BOOK” della IUCN tra le 25 specie a maggior rischio di estinzione, sono allevati diversi esemplari con un ottimo risultato riproduttivo. Interessante e curiosa scoperta è stata sapere che vengono alimentate, oltre che con pesce, lumache, frutta e verdura, anche con i tuberi di manioca, una pianta diffusissima nell’isola e coltivata a scopo alimentare. Presso il Durrel sono attivi progetti di recupero per queste testuggini e senz’altro il più delicato e difficile è il “Project Angonoka”. Il Centro ospita, attualmente, circa 200 esemplari di Astrochelys yniphora e altri 40 sono stati già reintrodotti recentemente nel loro habitat originario nei dintorni di Soalala nel Parco Nazionale “Baie de Baly” a sud-ovest di Mahajanga(la prima nascita risale al 1987!!). L’incubazione delle uova è del tutto ancora naturale(ben 12 mesi) e non vengono utilizzate incubatrici. La percentuale di schiusa è sul 60%. Bellissimo ed emozionante poter vedere dal vivo due maschi, di dimensioni notevoli, impegnati nella lotta utilizzando la protuberanza degli scuti gulari, da cui l’appellativo “testuggine dal vomere”. Per potersi accoppiare, infatti, il maschio deve prima eccitarsi lottando con altri maschi utilizzando proprio la protuberanza degli scuti gulari come uncino per far presa sotto il carapace del rivale. Se non ci sono rivali disponibili alla lotta, cosa che avviene sempre più spesso in natura a causa della diminuzione degli esemplari, il maschio non si accoppia, mettendo in pericolo la continuità della specie. Obiettivo della visita al Parco è stato anche verificare la possibilità di instaurare un rapporto di collaborazione orientato a migliorare le attività di recupero, allevamento e riproduzione del “Progetto Angonoka”. Il Tarta Club Italia, infatti, si è impegnato ad aiutare il centro anche con l’aiuto dei soci; ci è stata consegnata una lista di attrezzature utili come PC portatili, bilance di precisione, microscopio elettronico, endoscopio, tende da campeggio, torce tascabili e soprattutto un sistema di allarme. E’ molto alto, infatti, il rischio di furti delle A. yniphora, come già avvenuto alcuni anni fa da parte di alcuni uomini che, forse su commissione, trafugarono una settantina di esemplari che sul mercato nero valgono svariate decine di migliaia di euro. Il Madagascar resta un paese molto povero e trovare questo tipo di manodopera è molto facile considerando anche il bassissimo livello d’istruzione della popolazione. Alcuni giorni dopo la visita al centro Durrel, siamo stati ricevuti, ad Antananarivo, dal presidente del Durrel per il Madagascar. Durante la chiacchierata è emerso che il problema principale, oltre a quello della distruzione dell’habitat, per le tartarughe malgasce, è quello del bracconaggio. Anche le A. radiata, infatti, fino pochi anni fa erano molto numerose nelle zone aride del sud del Madagascar con una densità anche piuttosto alta. Attualmente, purtroppo, la loro presenza in natura è rarissima a causa dei continui prelievi illegali in natura. La destinazione principale di questi animali sono i mercati asiatici dove non esistono leggi per la loro tutela. Ben lieto della nostra visita, e felicissimo dell’impegno di cui il Tarta Club Italia si è fatto carico, il presidente del Durrel ci ha anche informato della imminente creazione di un secondo Centro dedicato alla quarantena delle angonoka sequestrate e recuperate per sfruttare al massimo il basso numero di esemplari ormai esistenti (si stima che in natura ce ne siano meno di 400). Tornati ad Antananarivo e lasciate queste stupende creature, si riparte per il tour, lungo la Route Nazionale 7, della durata di sei giorni che ci condurrà attraverso una serie di tappe intermedie caratterizzate da visite a bellissimi parchi e ad Ifaty, nel sud del Madagascar, per la visita al parco delle tartarughe “SOKAKE”. Questa è la regione più arida di tutta l’isola con temperature elevate e precipitazioni scarsissime.
    Poco prima di Tulear (che dista 30 Km da Ifaty) ci fermiamo per una visita ad un grazioso parco (Arboretum) che ospita tante piante endemiche del sud, dove vediamo anche il piccolo lemure Microcebus murinus e anche qui c’è una piacevole sorpresa: un bel recinto con tante stupende A. radiata giusto come “antipasto” della scorpacciata che ci faremo il giorno successivo al Sokake.
    A Ifaty alloggiamo in un resort a ridosso di una incantevole spiaggia poco distante dalla famosa foresta spinosa caratterizzata dalle presenza di una moltitudine di specie vegetali per lo più endemiche che hanno sviluppato meccanismi di adattamento a lunghi periodi di siccità tra cui diverse specie di Baobab.
    Nel bel mezzo di questa foresta sorge il Parco “Sokake”. Questo è, infatti, l’habitat naturale di due specie di tartarughe: la Pyxis Aracnoides e l’ Astrochelys radiata. La prima è chiamata dai locali Kapidolo, o tartaruga fantasma, in quanto la si rinviene spesso vicino i luoghi di sepoltura delle tribù locali. E’ una specie difficile da osservare e studiare allo stato naturale per via delle piccole dimensioni ( 15/16 cm) e dalle abitudini legate al clima estremo che induce questi animali ad essere attivi solo durante la stagione delle piogge; è quindi, indispensabile, per il futuro di questa specie, l’allevamento in un centro specializzato in loco. Qui sono allevate e riprodotte con successo sia le tre sottospecie geografiche di Pixys: P. arachnoides arachnoides, P. arachnoides brygooi, P.arachnoides oblonga sia le A. radiata di cui il Parco dispone di numerosi esemplari di cui alcuni sono animali confiscati. Ovviamente il centro è dedicato soprattutto alle A. radiata, con tanti recinti dedicati e suddivisi in base alle esigenze di riproduzione e di età. Da poco tempo, il Centro ha la possibilità di incubare alcune uova in 6 incubatrici artificiali alimentate da pannelli fotovoltaici; in questa fase iniziale le incubatrici sono regolate a temperature diverse al fine di studiare i parametri più favorevoli alla schiusa mentre altre sono lasciate incubare nel terreno. Mentre la Pixys planicauda, vista nel Centro Durrel, vive sulla costa centro occidentale del Madagascar in una fascia costiera ristretta tra Morondava e Belo Tsiribihina, le tre sottospecie di Pixys Arachnoides , invece, vivono sulla fascia costiera meridionale a nord di Tulear (P. a. brygooi), a sud di Tulear (P. a. arachnoides) e nell’estrema parte meridionale fino a Taolagnaro (P. a. oblonga). Siccome le nostre visite ai due centri (Angonoka e Sokake) è stata in qualche modo privilegiata e favorita dal fatto che eravamo li con l’intenzione di collaborare, quindi ci è stato permesso di entrare all’interno dei recinti, avvicinarsi moltissimo e fare foto e video incredibili, ma la cosa più bella era sicuramente la situazione di euforia che si creava e che faceva si che sembravamo tutti dei bambini nel paese delle meraviglie.
    Terminato il tour lungo la Route Nationale 7, ci trasferiamo, in aereo, a Nosy Be, nel nord –ovest dell’isola, per trascorrere gli ultimi giorni di vacanza. L'isola, grazie al clima tropicale, è ricca di vegetazione e di fragranze date da piante e spezie quali l 'ylang ylang, il caffè, la vaniglia, il cacao ecc. Nei tre giorni di permanenza abbiamo visitato tre delle numerose isole che circondano Nosy- Be: Nosy Komba, Nosy Tanikely e Nosy Iranja. A Nosy Komba, famosa per la presenza del Lemure Macaco, Eulemur macaco incontriamo alcune tartarughe, in particolare alcuni esemplari, tenuti in semi libertà a scopo turistico, di Astrochelys radiata, Kinixis belliana nogueyi e un esemplare di Geochelone gigantea.
    Nel corso del viaggio gli incontri con tartarughe, camaleonti, gechi, lemuri e altri animali sono stati molto frequenti, e molto spesso, in luoghi inaspettati. In ogni nuova località, albergo, resort c’è stato sempre qualcuno del gruppo che si è avventurato in piccole escursioni perlustrando alberi, giardini o piccole aree di foresta in cerca della fauna e della flora endemica.
    Purtroppo gran parte dell’ecosistema dell’isola, è già andato irreparabilmente distrutto a causa di disboscamenti e incendi con lo scopo di creare campi coltivabili e pascoli per il bestiame che spesso costituisce l’unica risorsa per la popolazione. Tutto questo sta portando a una progressiva desertificazione di vaste aree dell’isola. I luoghi ancora incontaminati e protetti sono confinati per lo più ai Parchi Nazionali che insieme alla straordinaria biodiversità del Madagascar possono diventare, se valorizzati, il volano di sviluppo del Paese che ha nel turismo la principale risorsa economica.

    Arrivederci a presto Madagascar !
  3. Settembre 2009 Chelonia Park
    Il TCI ha elaborato e sviluppato il progetto dedicato al parco delle tartarughe che da diversi anni ha in cantire. E' stata preparato una versione preliminare con il calcolo di tutti i costi e tramite il nostro studio legale, abbiamo presentato richiesta ufficiale di sovvenzione fondi alla Comunità Europea a Bruxel.
    Il Comune di Cesena, all'ultimo incontro si è detto disponibile a fornirci l'area individuata, di 4,5 ettari e la sua collaborazione, ovviamente a condizione che il TCI riesca ad ottenere i fondi sopra citati. Ora non ci resta che attendere....

    Ovviamente questo belissimo "sogno" continuerà solo se arrivano questi fondi, altrimenti ritornerà nel cassetto !
    Ad ogni modo questo bel sogno è stimolante.
  4. 29 agosto 2009 - Comitato Scientifico del TCI
    Istituito ufficialmente il Comitato Scientifico del Tarta Club Italia.
  5. 29 agosto 2009 Anagrafe delle tartarughe
    Inaugurazione del progetto TCI : Anagrafe delle tartarughe .
    Il Tarta Club Italia che da una parte sta lottando fortemente contro le nuove normative che danneggiano fortemente le Testudo Europee sia quelle in cattività che quelle in natura, dall’altra sta lavorando per istituire l’Anagrafe delle Tartarughe, in quanto crede fortemente alla necessità sia di incentivare la legalità col riconoscimento degli esemplari e nello stesso tempo al diritto di protestare contro queste norme che di fatto incentivano il mercato nero, il bracconaggio e la vendita delle specie alloctone.
    L’ambizione è quella di essere riconosciuti dai ministeri competenti, in quanto se gestito bene, sarà di utilità anche per la CITES (al momento unico ente previsto che potrà richiedere dati per effettuare verifiche). Possono partecipare tutte le associazioni, istituti di ricerca e siti web del settore e tutti quelli che in qualche modo possono aiutare le tartarughe. A chi vuole partecipare al progetto chiediamo come condizione indispensabile, l’inserimento nella home-page dei propri siti web di un banner che colleghi al sito www.anagrafedelletartarughe.it , scaricabile da quest’ultimo.
    Tutti i partecipanti al progetto saranno inseriti in un elenco(in ordine alfabetico), nella home-page dell’anagrafe.
  6. 29/30 agosto 2009 - TARTARUGHE BEACH 2009
    TARTARUGHE BEACH 2009

    Pur con mille difficoltà, anche l’edizione 2009 del TARTARUGHE BEACH, nonostante i soliti tentativi della Forestale di danneggiarcela, alla fine è stata un successo.
    I continui abusi e intimidazioni da parte della forestale hanno spaventato molti espositori amatoriali che hanno preferito restarsene a casa, questo di fatto sta portando la manifestazione verso il “commerciale”, mentre la nostra forza è sempre stata la presenza degli allevatori amatoriali con tantissimi esemplari di tarte mediterranee. E’ evidente che quando una cosa funziona c'è sempre qualcuno a cui da fastidio.
    L'assurdo è che da una parte il Ministero dell'Ambiente ed il mondo naturalista si lamenta che ormai in natura abbiamo il 20/25 % di specie di animali alloctoni (esotici) e dall'altra si fa di tutto per incentivare la vendita di queste specie che sono dannose al nostro fragile eco-sistema(vedi le nuove norme proibizionistiche sulle tartarughe che di fatto incentivano il mercato nero, il bracconaggio e la vendita delle specie alloctone).

    Allora ci chiediamo perché tutto questo accanimento su una così bella manifestazione ?
    Ci chiediamo con quale motivazione vengono impiegati più di 50 agenti (fra quelli in divisa e quelli in borghese) a spese dei contribuenti ?

    Per fortuna che da sempre il pubblico ci da ragione e ci sostiene; ormai vera motivazione che ci da lo stimolo per cercare di ripetere l'evento, visto che il Tarta Club Italia è formata da volontari che dedicano gran parte del proprio tempo libero per l'organizzazione di questa grande manifestazione e per tutte le altre tantissime attività dedicate alla tutela delle tartarughe.

    Ora però l’associazione ha deciso di reagire per vie legali e non subiremo più altri abusi; per questo stiamo studiando di citare la forestale per danni di immagine causati da abusi di ufficio .
    L’edizione 2009 servirà finalmente per chiarire le regole in modo da poter essere sicuri per tempo di cosa si può fare ; non è possibile ogni anno organizzare l’evento senza sicurezze. L’organizzazione della mostra inizia 11 mesi prima e tutti gli anni siamo sempre stati insicuri su cosa si poteva inventare il Ministero dell’ambiente per danneggiarcela(vedi l’edizione 2008 in cui alle 16 del giorno prima l’inaugurazione arrivarono nuove disposizioni che cambiavano totalmente le carte in gioco e l’edizione 2009 che a soli 2 mesi volevano nuovamente ricambiare le regole) . L’evento quando inizia l’iter organizzativo comporta una serie di contratti firmati i quali se ne fregano se poi cambiano le regole all’ultimo minuto(esempio l’affitto dei padiglioni espositivi).

    Quindi un particolare ringraziamento ai partecipanti dei concorsi di bellezza,
  7. Agosto 2009 Ricorso al TAR del Lazio
    Il TCI presenta un ricorso al TAR del Lazio contro le nuove normative che creano un fortissimo disagio agli allevatori, e di fatto incentivano l'illegalità ed il bracconaggio.
  8. 27/28 giugno 2009 Squamata
    Il TCI ha partecipato alla mostra Squamata di Ozzano Emila con i tavoli espositivi.
  9. 6/7 giugno 2009 Mostra Reptiles Day
    Partecipazione del TCI alla mostra Reptiles Day di Longarone con i tavoli espositivi.
  10. 23 maggio 2009 - Giornata mondiale delle Tartarughe
    In occasione della giornata mondiale dedicata alle tartarughe, il TCI ha invitato tutti a visitare l'ospedale delle Tartarughe di Riccione e alle 16,30 ha proiettato le foto del viaggio alle Galapagos .
  11. 16 maggio 2009 Festa al Centro di recupero del TCI
    Sabato 16 maggio dalle ore 15, in occasione della Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione, il Consorzio di Bonifica Savio-Rubicone e l’Assoc.ne naturalista no profit Tarta Club Italia, che si batte per la protezione delle tartarughe, ha organizzato la :
    “Festa della Tartaruga “
    Nell’area dell’impianto irriguo “Pianura Cesenate” in Via Pisignano 976 a Villa Chiaviche(traversa di Via Calcinaro, a fianco del depuratore) , il bacino, di natura artificiale, ha un’ estensione di circa 3.500 mq, con protezione assoluta per le fughe, inoltre sono state inserite delle zattere in legno per permettere agli ospiti di fare basking (osservazione e bagni di sole) tranquillamente.
    Il progetto si avvale della preziosa collaborazione dell’AUSL di Forlì che provvede al ritiro degli esemplari ed eventuali cure.
    A disposizione dei binocoli per osservare meglio le tartarughe all’interno del bacino.
    Il programma ha previsto tre percorsi didattici distinti: uno sul tema dell’irrigazione e della bonifica, gestito dal Consorzio, e due gestiti dal Tarta Club Italia sulle tartarughe acquatiche e terrestri. Sono stati immessi in vasca diversi esemplari di tartarughe acquatiche recuperati.
    Il tutto si è concluso con una merenda

    La mattina è stata riservata alle scolaresche che hanno seguito i tre percorsi didattici.

    Questa è l’unica occasione annuale, per visitare il centro, che è normalmente chiuso al pubblico.
    “Ingresso libero”.

    La cittadinanza ha potuto visitare il centro nel pomeriggio.
  12. 25 aprile 2009 Festa del Parco pubblico di Cervia
    Partecipazione del TCI alla festa all'interno del Parco pubblico di Cervia in occasione dell'apertura della stagione 2009.
  13. 5 aprile 2009 Festa a Ravenna
    Partecipazione del TCI alla festa a Ravenna organizzata dal Dr. Medri Gianfranco, medico veterinario di S. Marco.
    Il presidente Agostino Montalti ha tenuto una breve conferenza.
  14. 28 febbraio 2009 - Meeting 2009
    Tartarughe meeting 2009
    Una bella giornata da ricordare Sole e temperatura primaverile hanno dato il benvenuto a tutti i partecipanti, nella bella cornice del parco “ Le Navi” nel quale è collocato l’Acquario di Cattolica . Tutta la giornata è stata un susseguirsi di interessanti conferenze e simpatici “intermezzi”. L’unica “pecca” sono stati gli orari, praticamente quasi tutti saltati; la prima causa, una conferenza “troppo interessante”, poi la visita guidata all’Acquario che sicuramente meritava più tempo ed in fine il ristorante sul mare che fra una chiacchiera e l’altra, fra una sguardo in mare e in spiaggia, nessuno aveva fretta di riprendere la lunga serie di conferenze . Per questo, è doveroso ringraziare le tre aziende che ci hanno dato un corposo aiuto e permesso la realizzazione di questa bellissima giornata (Iemmi Ermanno, Sera Italia e Tetra Italia): Oltre alla collaborazione dell’Acquario di Cattolica
    Ovviamente ringraziamo infinitamente i relatori e tutti i partecipanti.

    Arrivederci al prossimo evento !
  15. 28 febbraio 2009 Assemblea Ordinaria dei soci del TCI
    Svolta regolarmente l'assemblea ordinaria 2009 dei soci del TCI, all'interno dei locali dell'Acquario di Cattolica.
  16. 18 gennaio 2009 - Esotika a Perugia
    Partecipazione
Lunedì, 23 Giugno 2014 18:28

Attività 2010

  1. 19 Dicembre 2010 Inaugurazione del nuovo portale
  2. 16 dicembre 2010 Discussione al TAR del Lazio del nostro ricorso
  3. 6 novembre 2010 Delegazione del TCI visita il Parco Natura Viva di Bussolengo
  4. 30 e 31 ottobre 2010 alle conferenze del Shoeva Day 2010 - Valenzia
  5. Dal 15 settembre al 4 ottobre 2010 , in Madagascar per il "Progetto TCI Angonoka"
  6. 4 e 5 settembre 2010 9° Edizione Tartarughe Beach
  7. 16 luglio 2010 Incontro alla CITES Centrale di Roma
  8. 15 luglio 2010 Udienza del nostro ricorso al TAR
  9. 20 giugno 2010 Partecipazione alla mostra "Squamata" di Ozzano Emilia
  10. 12 e 13 giugno 2010 Partecipazione alla mostra Exsotic Animal World
  11. 29 e 30 maggio 2010 Partecipazione mostra Reptiles Day
  12. 24 maggio 2010 Incontro a Bologna per il Coordinamento per la Cultura Rurale
  13. 15 maggio 2010 Assemblea Ordinaria Generale
  14. 15 maggio 2010 Festa delle Tartarughe al Centro di Recupero
  15. 25 Aprile 2010 Il TCI alla festa del Parco di Cervia
  16. 11 aprile "3° Lions Natura a Ravenna"
  17. 26 marzo 2010 Webcam al Centro di Recupero
  18. 23/24 gennaio 2010 Esotika Perugia
  19. 12 gennaio 2010 Incontro a Vicenza

 

  1. 19 Dicembre 2010, inaugurazione del nuovo portale con nuova veste grafica e contenuti.
  2. 16 dicembre 2010, Discussione al TAR del Lazi del nostro ricorso contro le applicazioni delle norme. La controparte (Ministero dell'Ambiente e Agricoltura) non si è neppure presentata, evidentemente non avevano nulla da dire; Il nostro legale ha discussso ed esposto le nostre motivazioni ed ora attendiamo la risposta scritta del Giudice.
  3. 6 novembre 2010, Delegazione del TCI visita il Parco Natura Viva di Bussolengo per valutare la possibilità di intraprendere una nuova collaborazione per i futuri lavori in Madagascar.
  4. 30 e 31 ottobre 2010 alle conferenze del Shoeva Day 2010 – Picanya – Valenzia (Spagna) , dove il presidente Agostino Montalti ha presentato il "Progetto TCI Angonoka".
  5. Dal 15 settembre al 4 ottobre 2010 , in Madagascar per il "Progetto TCI Angonoka", vedi articoli alle pagine : http://www.tartaclubitalia.it/progetto-tci-angonoka .
  6. 4-5 settembre 2010 organizzazione della 9° edizione della nostra grande mostra TARTARUGHE BEACH .
  7. 16 luglio 2010, incontro alla CITES Centrale di Roma , per discutere della prossima edizione del TARTARUGHE BEACH 2010.
  8. 15 luglio 2010 a Roma per assistere all'udienza del nostro ricorso al TAR del Lazio. Dopo una lunga attesa, per motivi tecnici, purtroppo l'udienza è stata nuovamente rinviata alla data 16 dicembre 2010.
  9. 20 giugno 2010 Partecipazione alla mostra "Squamata" di Ozzano Emilia.
  10. 12 e 13 giugno 2010 Partecipazione alla mostra Exsotic Animal World di Genova.
  11. 29 e 30 maggio 2010 Partecipazione alla mostra Reptiles Day di Longarone.
  12. 24 maggio 2010 Incontro a Bologna per il Coordinamento per la Cultura Rurale.
  13. 15 maggio 2010 Assemblea Ordinaria Generale
    Assemblea Ordinaria Generale del 15-05-2010 :
    Alle ore 19,00 , ci siamo ritrovati a Cesenatico per presenziare all’Assemblea Generale Ordinaria del Tarta Club Italia. Purtroppo, per via del tempo inclemente, le presenze dei soci sono state scarse . Ad ogni modo si è provveduto all’approvazione del bilancio consultivo 2009, che è avvenuto all’unanimità e alla votazione delle cariche del Consiglio Direttivo, che, visto la mancanza di nuovi candidati, è stato rinnovato in toto. Ora spetta al Consiglio Direttivo eleggere le nuove cariche (presidente, vice e segretario) che saranno operative per i prossimi 5 anni.
  14. 15 maggio 2010 Festa delle Tartarughe al Centro di Recupero
    Festa delle Tartarughe al Centro di Recupero, del 15-05-2010 :
    Nonostante il tanto impegno per l’organizzazione della terza edizione della Festa delle Tartarughe al Centro di Recupero Tartarughe Acquatiche Alloctone del Tarta Club Italia, il tempo non ha riservato certamente un occhio di riguardo. Di prima mattina, quando ormai disperavamo, in quanto era ovvio che le scolaresche che attendavamo non sarebbero venute per via di un mezzo “diluvio universale” in corso, abbiamo pensato che se la montagna non va a Maometto, Maometto poteva andare alla montagna, quindi abbiamo caricato tutte le attrezzature e siamo andati direttamente alla scuola, dove nell’aula magna abbiamo allestito un improvvisato percorso didattico e gli amici del Consorzio di Bonifica della Romagna che collaborano con tanto entusiasmo con il TCI (ricordiamo che il bacino dove immettiamo le tantissime tartarughe acquatiche ritirate è di loro proprietà) ha preparato uno simpatico spettacolo di animazione. I percorsi didattici erano due, uno da parte del Consorzio di Bonifica per spiegare qualè la funzione del consorzio e l’altro del Tarta Club Italia sulle tartarughe con particolare riferimento all’utilità del Centro di recupero per l’ecosistema. La bravura dell’animatore che ha gestito lo spettacolo del Consorzio di Bonifica ci ha stupito e ne è uscita una’ora e mezza di risate, che hanno preso l’attenzione sia degli alunni che dei grandi. Ovviamente anche il tema tartarughe ha coinvolto molto i bambini che hanno seguito le relazioni dei volontari del Tarta Club Italia e come al solito numerosissime si sono susseguite le domande e curiosità . Ovviamente la merenda finale ha attratto anch'essa l'attenzione dei bambini che in pochi minuti hanno letteralmente pulito..... e non era poca. Poi sotto l’acqua abbiamo ricaricato tutto il materiale e tornati al centro di recupero. Quindi dobbiamo dire che la mattinata è stata sicuramente interessante e positiva. Purtroppo la pioggia fortissima, non ci ha permesso di proseguire la festa e dopo aver atteso un po’ di visitatori irriducibili (provenienti anche da Milano e Torino), che non hanno voluto perdersi le immissioni degli esemplari nel bacino, sotto gli ombrelli, e dopo un po’ di chiacchere , è stata anzitempo sospesa.
  15. 25 Aprile 2010 Il TCI alla festa del Parco di Cervia
    Come ormai tradizione, il Tarta Club Italia ha partecipato alla festa del Parco di Cervia con uno stand offerto dall'organizzazione .
    Causa il brutto tempo di sabato 24, la festa si è tenuta solo il 25, con una giornata iniziata col tempo incerto ma che fortunatamente si è trasformata in un bella giornata.
    Tante le famiglie che si sono presentate al nostro stand per ricevere come al solito importanti consigli sulle nostre beniamine !
  16. 11 aprile "3° Lions Natura a Ravenna"
    Il TCI ha partecipato alla bella festa di Ravenna, denominata 3° Lions Natura, presso la clinica Veterinaria del Dr. Medri a San Marco di Ravenna.
    Dove a partire dalle 14,30 si sono svolte anche le relazioni degli ospiti: Giorgio Celli, docente e divulgatore scientifico, Bruno Marangoni, docente presso la Facoltà di Agraria di Bologna, Dino Scaravelli e Annalisa Zaccaroni, ricercatori universitari, Gianpiero Andreatta, comandante del Corpo forestale della Provincia di Ravenna .
    Alla fine è seguito un breve intervento del presidente TCI Agostino Montalti, per ricordare l'importanza del Centro di recupero dedicato alle tartarughe acquatiche alloctone che se abbandonate arrecano gravi danni al già fragile ecosistema.
  17. 26 marzo 2010 Webcam al Centro di Recupero
    Inaugurata la webcam installata nel nostro centro di recupero tartarughe acquatiche alloctone.

    Questa la pagina di riferimento : http://www.tartaclubitalia.it/centrotci
  18. 23/24 gennaio 2010 Esotika Perugia
    Partecipazione del TCI alla mostra Esotika di Perugia con i tavoli espositivi.
  19. 12 gennaio 2010 Incontro a Vicenza
    Il TCI ha partecipato a Thiene, Vicenza, alla prima riunione per fondare il Coordinamento per la Difesa e la Promozione della Cultura Rurale.
    Si sono gettate le basi per creare un nuovo coordinamento, aperto a tutti coloro che a diverso titolo si sentono portatori di tale cultura e dei suoi valori. A questa prima seduta, oltre a CONFAVI che l'aveva promossa, erano presenti rappresentanti di FIDC, ANUU, ANLC e Caccia e Cinofilia, ma anche di FederFauna, FOI, AISAD, FIMOV, Tarta Club Italia ed altre Associazioni ambientaliste. Non hanno potuto partecipare all'incontro ma hanno comunque comunicato la propria adesione al coordinamento, AIW, FareAmbiente e Ambiente e/e' Vita.

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